⚜️ Corde tese

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I doccioni, volti d'orso e viverna che sporgevano dalle pareti del chiostro, la seguirono con i loro occhi di pietra ruvida mentre attraversava i corridoi esterni

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I doccioni, volti d'orso e viverna che sporgevano dalle pareti del chiostro, la seguirono con i loro occhi di pietra ruvida mentre attraversava i corridoi esterni. Eve individuò Vasilis che passeggiava nei pressi del pozzo decorato di azalee bianche e rosate, scortato da due funzionari in abiti preziosi, l'uno alto e spigliato, l'altro tozzo e in vesti sacerdotali. Con ogni probabilità, missi dominici di ritorno dai sopralluoghi nei feudi di Gardros.

Interromperli sarebbe stato oltremodo irrispettoso. Così sia, pensò Eve, piombando nel bel mezzo della conversazione.

«Principe Vasilis.»

Il principe innalzò le sopracciglia in un moto di sorpresa, flettendo all'indietro le spalle come se si stesse stringendo le mani alla base della schiena. La pettorina adornata da ghirigori dorati si gonfiò, e imbastì un sorriso. «Principessa Eve. Permettetemi di introdurvi all'alto-diacono Marvus e all'alto-duca di Belfiore, Iunius Rex.»

«Onorato» rispose l'alto-duca, prodigandosi in un inchino.

«Che i venti occhi dei Dieci siano su di voi» mormorò l'uomo in abiti sacerdotali, facendo scomparire le mani nelle larghe maniche della tunica. Sul petto, sfoggiava l'Albero di Ferro che produceva i mille frutti rossi della conoscenza.

«Perdonate la mia rudezza, principessa, ma stavamo discorrendo di questioni impellenti» disse Vasilis. «Se volete scusarci...»

Eve si spostò in concomitanza con il principe, in modo da sbarrargli la strada. «Questioni di che genere?»

Vasilis tentò di arginare il disappunto forzando un sorriso. «Davvero, non vorremmo tediarvi.»

«Oh, nessun tedio. Sono sicura che i proventi raccolti sulle spalle dei poveri contadini che si azzuffano nella marca di confine tra Lebrakha e il ducato di Belfiore siano sufficienti a rimpinzare le casse del regno. E che, ora che l'esercito è impegnato sul Dorso, riuscirete a farvi accordare un qualche prestito per assoldare dei mercenari che soffochino le rivolte nel sangue, come ogni buon sovrano gardrosiano che si rispetti.» L'eccessiva pacatezza del timbro di Eve si scontrò con l'asperità delle sue parole, generando un silenzio imbarazzato. Sorrise a sua volta. «Ho davvero urgenza di parlarvi. I nostri ospiti saranno così gentili da scusarci.»

Vasilis lanciò uno sguardo ai missi e assentì con un cenno. I due si allontanarono a passo svelto – e irritato –, svanendo oltre le arcate ogivali del chiostro.

«Ebbene?» incalzò.

«Ebbene, ho il difetto di essere estremamente franca.» Eve lo fronteggiò, bianca e acuminata, grondante di alterigia da tutti i pori. «Stamane la mia ancella di fiducia si è presentata negli appartamenti di mio marito con il volto in uno stato pietoso. Sono riuscita a farle confessare l'autore di un simile gesto. Dice che siete stato voi. Voglio che sappiate che non tollererò un simile comportamento nei confronti delle mie dame da compagnia, che godono della mia personale protezione. Sono stata chiara?»

Bianca come il gelsominoDonde viven las historias. Descúbrelo ahora