⚜️ Una sensazione

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«Dov'è? Dove è andato? L'avete visto?» ansimò Eve correndo per l'accampamento, cosa che, per inciso, la fece sentire piuttosto sciocca

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«Dov'è? Dove è andato? L'avete visto?» ansimò Eve correndo per l'accampamento, cosa che, per inciso, la fece sentire piuttosto sciocca.
La neve le inzuppava il lungo mantello mano a mano che sfilava tra i soldati, boccheggiando nubi di condensa.

Due di gardrosiani che si stavano scaldando dinanzi a un caldano scattarono in piedi e si inchinarono all'unisono. «Altezza» esordì il primo. «Il Re era diretto verso le foreste, in quella direzione. Se posso permettermi, è altamente sconsigliato...»

Ma Eve era già volata via, tra sguardi perplessi che sfumavano nella notte. La Dama Pallida di Fearann Sìthe non temeva i boschi, né il bianco siderale che li ricopriva.

«Eve!»

La ragazza si voltò: sul limitare dell'accampamento, suo fratello Kalev stazionava al calore delle fiamme. Ricci rossi inframezzati da lampi
dorati spiovevano sulla fronte alta, perennemente aggrottata. Le efelidi contro la pelle abbronzata vibrarono come le stelle sopra di loro, mentre sollevava il mento e la piega della mandibola si induriva. Aveva la mano dietro la schiena, in una posa che lo rendeva ben più autoritario di quanto fosse di solito.

«Non chiedermi di tornare indietro» disse Eve, tradendo una punta di angoscia. «Perché andrò a cercare mio marito nel fitto, che tu lo voglia o no.»

Non ricordarmi il mio posto come hai sempre fatto.

Nessun muscolo del volto di Kalev si mosse. Poi, sfilò il braccio da dietro la schiena e le lanciò qualcosa al volo. Eve si ritrovò una piccola sfera argentea fra le mani e scrutò suo fratello, confusa.

«Se dovessi trovarti nei guai, buttala a terra. Noi ti troveremo.» La linea dura di quelle labbra abituate a impartire ordini si tesero in un sorriso appena percettibile. Le indirizzò un cenno con il capo. «Va'. E fai attenzione.»

Eve si illuminò, mentre il calore della gratitudine si faceva strada dentro di lei. Strinse al petto la sfera come fosse il regalo più prezioso che potesse farle. Come fosse il simbolo di quanto avesse capito che la sua sorellina era ormai una donna. Si voltò e ricominciò a correre.

⚜️

La neve discendeva lenta, ricoprendo le orme che si era lasciata dietro.

Si strinse nella mantella e rabbrividì, calandosi l'ampio cappuccio sui capelli. Tra di essi si annidavano fiocchi candidi. Gli ululati degli Spazzacadaveri si levavano lontani, assieme al bubbolio di un gufo che la spinse a sollevare lo sguardo verso i rami, laddove scorse un paio di occhi catarifrangenti che si confondevano tra gli astri.

I passi la condussero in uno slargo circondato dagli alberi. C'era un laghetto di ghiaccio, al centro, in cui si tuffava una cascata gelata dall'inverno. Kytos sedeva su un masso, di spalle, avviluppato nella pelliccia. Ma non era solo. Accanto a lui se ne stava acciambellato un ammasso di scaglie nere, con le ali ripiegate contro il corpo e un muso serpentino adagiato sul grembo del Re di Gardros. Lui faceva scorrere distrattamente il palmo della mano contro il capo della creatura.

Bianca come il gelsominoWhere stories live. Discover now