⚜️ Fuga

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La luna era alta sulla reggia avvolta dal silenzio

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La luna era alta sulla reggia avvolta dal silenzio. E lì, nell'oscurità densa di trame sussurrate e vizi consumati lontani dagli occhi del pubblico, Eve aveva fatto spegnere le candele da diverse ore.

Svolse il turbante dai capelli ancora umidi e incrociò lo sguardo di Zahra attraverso il riflesso. Rivoli di ciocche nere le scivolarono ai lati delle guance, gocciolando la poca acqua ancora accumulata sulle punte. L'ancella rimestò con un pennellino l'impiastro a base di olio, polvere di malachite e carbone, e le applicò la tintura in piccoli tocchi sulle sopracciglia e le ciglia albine.

Eve ammirò il risultato alla luce delle stelle: il nero cozzava con la sua carnagione mortuaria, lievemente rinvigorita dalla terra color pesca che si era sfregata sulle guance e sul naso. Al castello l'avrebbero riconosciuta in molti, ma per le strade della città sarebbe stato sufficiente per passare inosservata. Parecchi gardrosiani non avrebbero potuto dire di averla vista in volto nemmeno al termine della loro vita, ma gli sarebbe stato facile identificare la strega dei ghiacci fintanto che se ne fosse andata in giro sfoggiando la sua chioma scolorita.

Così, avevano eliminato il problema alla radice.

«Hai notato qualcosa?» chiese all'ancella.

«Thyrsos piantona la porta come d'accordo con il capo della guardia. Temo per le mie compagne, non sono nei miei alloggi da troppo tempo ed è ormai evidente che il rapporto tra me e voi sia più complice di quanto dovrebbe essere.»

Eve si annodò i capelli in una treccia rapida, macchiandosi le dita di pigmento scuro. «Credi che farebbero la spia?»

«Non lo so. Ma prima ci muoveremo, meglio sarà.»

Eve fissò il proprio riflesso negli occhi. «Zhara.»

«Sì?»

«Grazie. So che non è il momento adatto, ma non ti ho mai detto quanto la tua amicizia sia importante per me.»

«Avete ragione, non è proprio il momento adatto.»

«Appena tutto questo sarà finito ti aiuterò a trovare tua sorella.»

La ragazza si irrigidì nell'ombra. «Principessa...»

«Non dire nulla. Muoviamoci.»

Recuperò le borse da viaggio, mentre Zahra assicurava alla cordicella legata in vita un sacchetto di pelle. Eve non fece domande e si diresse verso la finestra, indossando la mantella blu notte e il cappuccio.

Uscirono in balcone. L'aria della sera aleggiava sui tetti rossi di Gardros, dalle tegole che brillavano sotto la luna. «Sei riuscita a prenderla?»

Zahra estrasse la scaletta di corde dalla sacca. «C'è voluto un po' per convincere il magazziniere, ma è bastato corromperlo con una boccia di vino reale.»

Fissata la gomena a una delle ninfe di pietra scura che decoravano il corrimano, l'ancella gettò l'involto di sotto e lo osservarono srotolarsi fino a terra. Eve si affrettò a scavalcare la lastra di marmo e scese, i nervi tesi a ogni scalino che affondava sotto il suo peso. Ora che aveva scelto di liberarsi delle lunghe gonne e mettere dei pantaloni, muoversi le risultava molto più facile.

Bianca come il gelsominoNơi câu chuyện tồn tại. Hãy khám phá bây giờ