⚜️ La prima ondata

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Vennero giù dal Dorso sotto forma di un manto d'ombra

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Vennero giù dal Dorso sotto forma di un manto d'ombra.

Si confusero nell'oscurità di quella notte, rischiarata dai drappi smeraldini dell'aurora boreale.

Erano uomini deformi, dai due ai cinque metri d'altezza. Il gigante medio presentava un busto tozzo e largo, arti sottili e sproporzionati. La varietà più comune aveva l'epidermide grigiastra e occhi di giada, ma quello che si abbatté sulla tenda di Kytos, travolgendola, era un Ciclope: quattro metri, pelle di un bianco accecante e un solo occhio.

L'Ammazzalupi indossò alla meglio l'armatura, brandì la bastarda e richiamò lo stormo di viverne. Tese il braccio, e una decina di rettili alati si avvinghiarono al mostro accecandolo e stracciandone la carne con gli artigli.

La prima ondata fu terribile. Tuttavia, smontando gli avamposti l'Espen risparmiò centinaia di vite. Altre ne furono recise quella notte, nel tentativo di frapporsi all'avanzata verso l'entroterra. I giganti correvano impazziti, senza neanche curarsi degli uomini che li stavano aspettando. Il nuovo Re di Gardros notò che sembravano avere più interesse nel superare gli eserciti, piuttosto che abbatterli.

Globi di fiamme volarono dalle catapulte e fiotti di fuochi greci si abbatterono addosso alle creature, tramutandole in gigantesche torce.
All'apice della battaglia, macchie nere sfrecciarono tra le nuvole scuotendo la terra con i loro ruggiti. I draghi vomitarono scariche di elettroni e ghiaccio sul terreno, spazzando via assembramenti di soldati e cavalli come fossero sagome di carta. Piovvero le frecce.

A quel punto, Kytos si fece strada menando la spada fino a raggiungere la fortificazione mobile più alta. Da lì, poté avere una visione del campo come di un'ampia scacchiera dai pezzi vivi, inframezzati da colonne di fumo e falò. E come un direttore d'orchestra, la spada puntò il cielo: le viverne seguirono le direttive del loro capobranco, abbattendosi addosso ai draghi in un unico distaccamento compatto.

Lo scontro si protrasse fino all'alba. Quando il sole sorse oltre il crinale del Dorso, irradiò una valle di neve, fango e sangue. I cadaveri maciullati degli uomini e dei giganti giacevano sparsi tra i resti dell'accampamento, e le viverne grufolavano tra le carcasse dei draghi, nutrendosi delle loro viscere. Verso l'ora di pranzo, i re dell'Espen si ritrovarono attorno al tavolo di guerra.

Beathan fece il proprio ingresso nella tenda, seguito dai fratelli. «Le perdite sono state contenute» dichiarò. «Alcune unità sono state spedite a controllare i dintorni, qualora ci fosse sfuggito qualche esemplare. Ma, tutto sommato, possiamo ritenerla una vittoria.»

Kytos incrociò lo sguardo del principe di Vallevento, che annuì accennando l'ombra di un sorriso: Ben fatto.

«Non dobbiamo adagiarci sugli allori» disse Re Droyn, mentre diverse paia di occhi si proiettavano su di lui. «Siamo stati fortunati. Le vostre... bestie sono state utili» ammise, cavandosi a forza le parole di bocca. «Ma ne avete perse alcune. E non possiamo fare affidamento unicamente su qualcosa che non conosciamo così a fondo.»

Bianca come il gelsominoWhere stories live. Discover now