Capitolo 3

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Cordelia


Trovare il mio compagno non era di certo un evento programmato e men che meno mi aspettavo che fosse il Principe dell'Inferno. Non giravano particolari voci sulla sua vita privata quindi non sapevo cosa mi aspettava con lui, non ero particolarmente propensa a lasciarmi andare, dovevo avere tutto sotto controllo e odiavo quando sentivo quello stesso controllo scivolarmi tra le dita. La sera precedente avevo sentito la presa salda che avevo di solito allentarsi, ma Altair aveva tenuto un comportamento che non mi aspettavo. Ero infatti pronta a vederlo puntare i piedi davanti al mio rifiuto di andare con lui, non era inusuale che si cedesse subito e uno dei due compagni si trasferisse dall'altro e da per un momento avevo temuto che uno come lui, che con ogni probabilità era abituato a vedersi obbedire al minimo cenno, mi avrebbe obbligato a seguirlo, non era la prima volta che accadeva in fondo. Altair invece aveva incassato quel primo no pronunciato e, tra le risate di Dorian, mi aveva chiesto di scambiarci i numeri di telefono e di poter tornare l'indomani. Quell'ultima richiesta mi aveva stupito molto. Insomma, era stato così pronto a fare un passo indietro e accettare quella che forse poteva suonare come una richiesta strana che quasi mi ero sentita in colpa quando se ne era andato.


Potevo fidarmi di lui?


E se anche questa volta stessi cadendo nella trappola?


Ma soprattutto, espormi così tanto avrebbe attirato su di me delle attenzioni indesiderate?


Quelle domande mi erano vorticate in testa per tutto il resto della notte e alla mattina ancora non avevo trovato nessuna risposta. L'ultima era quella che mi ritrovavo a ponderare di più, accettare di solidificare quel Legame appena nato significava esporsi non solo a livello affettivo, presumeva essere sotto l'occhio del ciclone e in rilievo presso la stessa società da cui ero scappata anni addietro. L'anonimato che avevo era tutto quello che mi permetteva di vivere in pace, senza che lui tornasse a rendere la mia vita buia come lo era stata finché non avevo approfittato della prima occasione buona per allontanarmi da quell'ambiente tossico.


Un'altra cosa che suscitava le mie paranoie era il comportamento strano del mio amico che ancora non aveva trovato una spiegazione, mi era parso più guardingo del solito e più ci pensavo più mi convincevo che stava per succedere qualcosa che non mi sarebbe piaciuto.


Proprio quando i miei pensieri erano tornati a gravitare intorno a quest'ultima questione un'energica bussata alla porta interruppe il loro fluire. Lanciando un'occhiata prima all'orologio e poi alla luce che filtrava dalla finestra mi resi conto che era troppo presto perché qualcuno venisse a rompere le scatole, albeggiava appena. Sfruttando la mia velocità afferrai il pugnale che avevo ripreso non appena ero rientrata a casa, ero affezionata a quell'arma perché me l'aveva regalato Ricky non appena eravamo arrivati in un posto sicuro. Era un oggetto fine, la cui lama era adorna di ghirigori filiformi incisi direttamente su di essa, la cosa più importante però era che quello era stato il primo passo per sottrarmi al loro gioco.


Aprii la porta pronta a reagire se ci fosse stata una qualsiasi minaccia ma a materializzarsi davanti a me fu la silhouette familiare di Ricky. Aveva i capelli sconvolti, come se si fosse passato la mano tra i capelli in continuazione, e il viso non era messo meglio, la sua espressione la diceva lunga su quali nuove era venuto a portarmi.


«Cosa è successo?» Domandai repentinamente sentendo l'agitazione salire, se fossi stata umana avrei detto che il mio cuore stava correndo una maratona.


«Non andare nel panico, ma stamattina i miei informatori mi hanno detto che dobbiamo essere pronti a spostarci, lui è vicino.»


Ogni volta che pronunciava quelle parole era come se il mondo si accartocciasse su se stesso per poi esplodere in un qualcosa che assomigliava in modo terrificante ad un attacco di panico, quella volta fu più violento, tanto che dovetti aggrapparmi alla porta. Ricky mi afferrò per guidarmi verso il divano dove mi fece sedere.

Vulnere AmorisOnde histórias criam vida. Descubra agora