Capitolo 20

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Senza amore saremmo come gusci vuoti, come frecce scagliate in aria a caso, senza una direzione.

~Roberta Fierro, Come una freccia al cuore

Cordelia

Alla fine il mio piano era riuscito e mi ero ritrovata affidata alle mani esperte di un allenatore di krav maga mentre la Regina ci distraeva con le sue chiacchiere, ci era voluto un po' per convincerla a non prendere parte agli esercizi ma il demone che doveva seguirmi per quel giorno mi aveva dato man forte sostenendo che se doveva pensare a me che ero alle prime armi e non poteva occuparsi anche di lei. A quel punto la Regina aveva fatto un passo indietro e l'allenamento era iniziato.

«Quindi hai imparato a combattere quando ti sei allontanata dai vampiri? Non ti avrebbero permesso di imparare prima?» La Regina continuò il discorso che avevamo intrapreso qualche minuto prima.

«Non sarebbe servito ad acquisire più potere.» Offrii come spiegazione scacciando pensieri molesti. «Quindi appena ho potuto, imparare ciò che mi era stato negato è stata la prima cosa che ho fatto.»

Poco dopo la fatica ebbe fine e, sudata, sfatta e con gli arti doloranti, ci dirigemmo verso le camere. Avevo bisogno di una doccia, era stato divertente ma odiavo puzzare quando finivo.

«Dopo ci raggiungi nello studio di Lucifero? I nostri compagni sono lì a litigare con i registri, un po' di aiuto e distrazione non gli farà male.»

Annuii pregando di ricordarmi come ci si arrivava, male che andava avrei chiesto qualche indicazione a qualcuno. Il castello era molto grande e i giorni che avevo passato all'Inferno ancora non mi avevano permesso né di esplorarlo tutto né di ricordare tutti i percorsi che mi erano stati mostrati.

Prima di separarci, un demone dai capelli biondi e gli occhi scuri richiamò l'attenzione della Sovrana per consegnarle una lettera che aveva impresso un sigillo fin troppo familiare. Sbiancai ma la Regina parve non notare la mia reazione e io mi affrettai a rifugiarmi nella camera di Altair.

Quando raggiunsi il mio compagno e i Sovrani come Clary mi aveva chiesto, la lettera era stata aperta e giaceva accantonata sulla scrivania, non sembrava nulla di preoccupante e magari ero io che mi stavo facendo delle paranoie inutili, in fondo era normale che i due Regni intrattenessero rapporti ma era quello che c'era dietro la corona a preoccuparmi.

«Bambolina, sei venuta a tirarci fuori da questa marea di numeri?» Mi accolse Altair non appena misi piede nello studio, mi tirò sulle sue gambe, gli uomini di questa famiglia dovevano amare averci sempre vicine perché anche la Regina era seduta sulle gambe del Re, invece che sulle altre sedie nella stanza.

«Come è andato l'allenamento?»

«Divertente, non avevo ancora scoperto il krav maga. Voi invece vi siete annoiati?»

«Altair sa buttare in caciara anche una serie di numeri, oserei dire che la noia fugge quando se lo trova davanti.» Sbuffò il Sovrano, padre e figlio sembravano condividere un rapporto di amore e odio quando si trovavano a dover collaborare per qualcosa e il punzecchiarsi pareva essere all'ordine del giorno tanto che la Regina li ignorò ancora una volta.

«La lettera che avete ricevuto, è dai vampiri giusto?» Mi feci coraggio nel chiederlo, temevo la risposta.

«Ah non è nulla, la solita festa pomposa per celebrare il Re.» Minimizzò la Regina ma un lampo si affacciò nel suo sguardo e scomparve veloce come era arrivato.

«Sì beh, non che l'ultima sia stata esattamente un successo.»

«Ora che ci penso, tu eri lì? Hai detto che la tua famiglia è potente, non mi stupirei se ci fossimo già incontrati e non lo sapessimo.»

Vulnere AmorisHikayelerin yaşadığı yer. Şimdi keşfedin