Capitolo 14

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Est et amor, dabit hic in vulnere vires.

~Ovidio, Metamorfosi

Cordelia

Altair era rimasto con me ancora una volta e io, contenta come una bambina che ha ricevuto un giocattolo nuovo, l'avevo tenuto sveglio fino a notte fonda per chiacchierare finché le sue risposte non si erano ridotte a mugugni assonnati. A quel punto avevo lasciato perdere ed ero rimasta, sdraiata su un fianco, a fissarlo, neanche fossi una stalker della peggior specie finché, poco dopo l'alba, Riky non mi aveva chiesto di andare da lui per testare un'applicazione che doveva consegnare a breve. Gli serviva che io cercassi in tutti i modi di romperla, trovando bug e facendo scattare i warning e non poteva farlo lui che l'aveva programmata, si tende sempre a usare i guanti bianchi per un qualcosa scritto da sé. L'avevo raggiunto subito, lasciando un Altair dormiente nel mio letto, ma sperando di tornare prima che si svegliasse.

Quando tornai però di Atair non c'era traccia. Feci per afferrare il cellulare e mandargli un messaggio per chiedergli se andava tutto bene ma il mio sguardo cadde su un foglio lasciato in bella vista sul comodino. Aprendolo notai la scrittura elegante, paziente e visivamente bella che mi accolse, le parole di quel però mi scaldarono il cuore.

Bambolina mi dispiace non essere lì quando tornerai, so che quando non mi vedrai metterai su quel broncio adorabile che fai sempre quando sei contrariata ma mio padre aveva bisogno di me questa mattina e ti ho dovuto lasciare.

Non crucciarti, scappo dalle sue grinfie non appena non avrà più bisogno di me. Dovrò dribblare anche le domande scomode di mia madre ora che ci penso ma in qualche modo me la caverò. Probabilmente metterò in mezzo Dorian ma ti racconto appena posso.

Quel biglietto così corto eppure così intimo e, in un certo senso, quotidiano mi fece sorridere.

Da quando mi aveva lasciato quel bigliettino Altair non era più riuscito a venire ma mi mandava costantemente dei messaggi su WhatsApp per parlare con me.

Non nego che in quei giorni mi era mancato ma avevo risolto buttandomi a capo fitto nella nostra libreria. La mia fortuna erano state le attività che, con la bella stagione, avevamo programmato da tempo e specialmente i bambini mi avevano distratto quel tanto che bastava per non avere il pensiero fisso del mio compagno. Mi stavo davvero rammollendo con questa storia...

Hanna e Riky mi avevano portato fuori più volte, non perché io mi dovessi distrarre, ma semplicemente era nostra abitudine fare baldoria anche in mezzo alla settimana, nessuno dei tre si sarebbe sentito in colpa se il giorno dopo avessimo accusato il dopo sbornia, in fondo nel giro della mattinata saremmo stati come nuovi e con un filo di trucco nulla si sarebbe notato.

Riesco a sentire quanto ti manco, manchi anche tu :3

Il messaggio che mi aveva mandato quella mattina mi aveva lasciato stupita, poteva essere impegnato quanto voleva ma trovava sempre il modo di farmi trovare un messaggio in diversi momenti della giornata.

Nonostante le parole dolci che il mio compagno non lesinava di certo io speravo sempre che mi facesse una sorpresa e tornasse all'improvviso da me. Hanna e Riky avevano riso quando avevo raccontato loro dei messaggi, non tanto per il gesto in sé ma perché trovavano buffo che il principe dell'Inferno, che in teoria doveva mantenere una certa reputazione, fosse così sdolcinato. Loro probabilmente sarebbero scoppiati a ridere ogni volta che d'ora in poi l'avrebbero visto ma io apprezzavo quella dolcezza. Avevo imparato ad apprezzarla in passato e ora me la stavo godendo.

«Lia vedi un po' in magazzino se abbiamo qualche copia di La catena d'oro

Alzai il pollice in direzione della mia amica e poi mi defilai in magazzino e ne riemersi qualche secondo dopo, contenta che l'orario di chiusura fosse arrivato e che quella giornata faticosa potesse finalmente giungere a termine.

Vulnere AmorisWhere stories live. Discover now