Capitolo 4

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Accettiamo l'amore che crediamo di meritare.

~Noi siamo infinito, Charlie

Cordelia

Quando Riky mi aveva lasciato dopo essersi assicurato che l'attacco di panico fosse passato, mi ero fiondata da Hanna, avevo bisogno di sentirla vicino e di raccontarle almeno la novità che si era persa la sera precedente. Alla fine non ci aveva raggiunto perché si era attardata troppo e aveva alla fine rinunciato mandandoci un messaggio per avvisarci.

«Vieni ad aprirmi la porta, ho portato i cornetti.» Pronunciai non appena rispose al telefono con la voce assonnata di chi è appena stata svegliata dalla suoneria. Un mugugno contrariato fu tutto ciò he ricevetti in risposta ma poco dopo un ciabattare pigro precedette il dischiudersi della soglia.

«Ieri sera ti sei persa una festa bellissima.» Pronunciai ben sapendo che in quel modo avrei attirato la sua curiosità, infatti Hanna mi scoccò un'occhiata che voleva essere minacciosa ma che ebbe il potere di farmi sorridere sorniona.

«E cosa sarà successo di così eclatante? Eleonor e Michael hanno litigato ancora? Tu e Riky avete coinvolto qualcuno in un menage à trois?» Ribatté lei, odiavo quando insinuava quelle cose pur sapendo benissimo il rapporto tra me e il nostro amico.

«Hanna!» La ripresi infatti, alzando gli occhi al cielo in un gesto stizzito.

«Come te la prendi per una battuta.» Si fece beffe di me, figurarsi se riusciva a tenere un atteggiamento serio per più di tre secondi di fila. Mi limitai ad lanciarle un'occhiataccia senza degnarmi di proferire parola, non l'avrei assecondata ancora per quella china, era un teatrino che ripetevamo spesso ma quella mattina volevo parlare di altro.

«Forza.» Mi incalzò. «Cosa sarà successo di così impensabile da farti correre da me di prima mattina?»

«Potrei aver incontrato il mio compagno.» Buttai lì con nonchalance, già pregustandomi la sua reazione.

«Davvero? Cioè non mi stai prendendo per i fondelli?»

Alzai un sopracciglio reprimendo una risata, se fossi scoppiata a ridere in quel momento come minimo mi sarei beccata un'amichevolissima cuscinata in faccia.

«E chi è? Racconta, cosa stai aspettando?»

«Allora, a quanto pare ieri sera aspettavamo visite Regali.» Incominciai partendo dall'inizio, volevo tenerla sulle spine, l'espressione di Hanna mentre aspettava era impagabile. Lei mi interruppe subito, non che non me l'aspettassi.

«Gli angeli?»

«No, i demoni.» Lo sguardo della mia amica ora si fece attento. «Vai avanti, su, forza.»

«Sono venuti il Principe e un suo amico, Dorian mi pare che si chiami.»

«E il Principe è il tuo compagno?» Si intromise ancora lei, decisamente non mi avrebbe fatto fare un discorso organico e completo.

«E questa deduzione da dove viene?» Domandai quindi curiosa.

«Non sei sicura di come si chiami l'altro demone che, se non ho fatto male i conti, dovrebbe essere il figlio del Consigliere Astaroth quindi rimane il Principe.» Mi spiegò lei con voce eccitata, ma cosa aveva da essere così esaltata? Non stava succedendo nulla di sorprendente, avevo trovato quella che si supponeva essere la mia anima gemella, non era detto che ci saremmo frequentati, innamorati e quant'altro, magari uno di noi si sarebbe rifiutato di accogliere il Legame e tutto sarebbe sfumato in un nulla di fatto. Io stessa non ero così convinta di voler portare avanti un qualcosa di così grosso con quella spada di Damocle che pendeva sulla mia testa, continuavo a pensare che non sarebbe stato giusto coinvolgere Altair in quella merda, Principe o non Principe.

Vulnere AmorisWhere stories live. Discover now