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Dalla serranda riuscii a vedere i primi raggi di sole e capii che quel fatidico giorno era arrivato:dovevo partire, destinazione Sanremo. Erano le sei meno un quarto e Giada si alzò per farmi il caffè e mi salutò con un bel bacio <<sei agitato?>> mi domandò dolcemente <<no per niente>> risposi e non era una bugia perché il palco è la mia fonte di energia. Dato che i bambini dormivano ancora decisi di non svegliarli e di partire subito. Giada era felice per me ed io le sono grato per il suo amore poiché mi ha salvato da un momento buio, infatti la canzone che portai al Festival parla proprio di questo.
Era ora, dovevo andare.
Saluti Giada con un bacio e le dissi di salutarmi i miei adorati figli, poi uscii di casa con il taxi che mi stava aspettando per portarmi all'aeroporto e da lì dopo due ore sarei arrivato a Genova e con un pullman a Sanremo.
Devo dire che mi aspettavo un viaggio più faticoso invece è stato piuttosto tranquillo. Arrivato in albergo la prima cosa che feci fu buttarmi a peso morto sul letto e chiusi gli occhi.  Ma non era il momento di crollare: il palco dell'Ariston mi stava aspettando. 

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