Capitolo 2: Max Verstappen

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Melbourne, 2019

Alla fine, come da programma, ha vinto Charles, seguito a ruota da Ashton che ha vomitato non appena è sceso dalla monoposto -cosa per cui Toto gli ha fatto una volata che se la ricorderà finchè campa- e da un inarrestabile Max Verstappen che mi ha stupita non poco.

Negli anni non sono stata molto fan di Max, preferendo il suo ex compagno di squadra Daniel Ricciardo, ma ho sempre riconosciuto la sua bravura anche se talvolta messa in ombra dall'aggressività, e oggi con questa prima gara mi ha fatta sorridere, uno di quei sorrisi soddisfatti.

Ma d'altronde, ho sempre voluto studiare una macchina della RedBull Racing.

"Max! Da questa parte, forza! Abbiamo Sky Italia e poi i francesi... E cerca di sorridere come si deve, non essere inquietante come al solito!".

Sopprimo a stento un sorriso nel sentire la voce della nuova addetta stampa della RedBull, Alice Toffi, che sembra essere un peperino con il suo bel daffare tra gestire Max e Pierre mentre cerca anche di tenere a bada i fan adoranti.

Gli australiani si sono rivelati più calorosi di quanto si aspettasse.

"Serve una mano?" Domando, divertita, raggiungendo l'altra italiana che sospira, chiaramente stressata perchè Pierre è sparito chissà dove, si spera solo non a darsele di santa ragione con Esteban Ocon.

"I motori non parlano. Le macchine non parlano! Stanno zitte, mute! Non potevo fare il meccanico? Ma certo che no, io voglio occuparmi di relazioni sociali! Ma quanto sono cretina?" Si sfoga lei, chiaramente alterata mentre cerca di acciuffare Max che beve spumante da cappello di un fan per una foto.

Non ho mai pensato che brillasse d'intelligenza, e non mi stupisco nel constatare che ho ragione.

"Non sei cretina, semmai sono Max e Pierre a esserlo" la rassicuro, guardandola spostare una ciocca castana dietro all'orecchio.

"Hai ragione, hai ragione da vendere" concede, ed io sorrido prima di prenderle il programma dalle mani.

"Max!" Urlo, richiamandolo come faceva mia madre quando ero una bambina, tuonando letteralmente, e il pilota olandese sussulta prima di girarsi, guardandomi spiazzato, "vieni qui e stai con Alice. Vai a fare le tue interviste e poi potrai fare quello che ti pare".

Il mio tono e il mio aspetto devono essere alquanto minacciosi perchè, mentre Alice appare divertita, nonostante cerchi di nasconderlo, Max sembra terrorizzato da me, tanto che se ne sta lì impalato a guardarmi senza dire una parola.

"Subito" scandisco, e lui sembra risvegliarsi dal suo torpore perchè annuisce, mettendosi sull'attenti e avvicinandosi poi alla sua addetta stampa.

"Grazie, ti devo un caffè. Oh, e congratulazioni per oggi. La tua fama ti precede" sorride, facendomi arrossire leggermente.

"Non la chiamerei fama" tento di dire, solo per essere bloccata da lei che mi guarda come se mi fossi bevuta il cervello.

"Eccome se lo è! Ragazza mia, tutte le scuderie ti conoscono e ti temono. Ho sentito dire che la Force India pensa che sia tu il vero asso nella manica della Mercedes".

Al massimo posso essere il loro incubo peggiore, ma non dico nulla, sorridendole semplicemente e scrollando le spalle: "semmai sono la spina nel fianco di Ashton Irwin".

A quelle parole Alice si illumina, e per un attimo penso si sia dimenticata di Max, di Pierre e di Sky Italia, ma prima che possa chiederglielo continua: "è davvero così ingestibile come sembra?".

È molto, molto peggio.

"Diciamo che avrebbe bisogno di una babysitter e che Toto con lui non deve comportarsi da Team Principal ma da padre autoritario" sospiro, e visto che quando parli del diavolo spuntano le corna, mi guardo in giro per cercare Ashton, non trovandolo però nel Paddock.

Undercut || 5SoS & F1Where stories live. Discover now