Chapter 22: Mick Schumacher

1.7K 196 49
                                    

Silverstone, 2019

Sono andata a letto con un pilota Mercedes.

Ho fatto sesso con un pilota Mercedes su una Mercedes.

Probabilmente se nonno Tino lo venisse a sapere non solo ucciderebbe Ashton, ma diserederebbe anche me, e non gli darei esattamente torto visto che ho praticamente macchiato l'onore ferrarista della famiglia Valzi.

Sospiro appena aprendo leggermente gli occhi, riconoscendo la mia non proprio familiare stanza d'albergo.

Dopo un primo round nei box, non siamo riusciti a fermarci lì, motivo per cui ne è seguito uno in camera mia e un altro ancora nella doccia perchè a quanto pare Alice aveva ragione circa la tensione sessuale accumulatasi nei mesi.

Richiudo gli occhi, spaventata all'idea di girarmi e guardare Ashton perchè il vederlo nudo accanto a me probabilmente mi farebbe razionalizzare tutto quello che è successo stanotte, e per quanto sia una fan della razionalità, so cosa comporterebbe: io che scappo da lui e dai miei sentimenti come è sempre stato.

E in questo momento, non ne ho proprio voglia.

Mi sforzo a tenere gli occhi chiusi nel sentire le sue dita muoversi piano lungo la mia spina dorsale, tracciandola con la delicatezza che non ha avuto stanotte.

"So che sei sveglia".

Mi giro verso di lui, costringendolo a fermare i suoi movimenti in modo da guardarlo negli occhi: "come lo sapevi?".

Ashton sorride, spostandomi una ciocca di capelli dal viso: "il tuo respiro è cambiato. Ormai so riconoscere quando dormi".

Annuisco piano, studiandolo in questo momento che ha i capelli completamente arruffati dal sonno e dalla doccia di qualche ora fa, la barba di qualche giorno e il segno del cuscino sulla guancia, eppure ai miei occhi non è mai sembrato così bello.

Ho come la sensazione che questo ragazzo mi stia ammorbidendo, e non sono sicura sia una buona cosa.

Lentamente mi avvicino a lui, arrivando a posare la testa sulla sua spalla, e Ashton sorride, abbracciandomi e attirandomi a sè fino a baciarmi sulla punta del naso, sul mento e, infine, sulle labbra.

"Vuoi parlarne?" Domanda a un soffio dalle mie labbra facendomi scoppiare a ridere.

"Vedi dove ci ha portati non parlarne... Però a piccoli passi, va bene?" Propongo, cercando di trovare un accordo tra testa e cuore, tra sentimenti e razionalità.

"Va bene" annuisce Ashton, "quindi... Questo... Gli vogliamo dare un nome?".

"Non abbiamo più quindici anni, Ash. La frase 'possiamo essere quello che vuoi' non funziona per noi adulti".

"Adulti, certo... Hai pur sempre ventitré anni".

"E tu ne hai ventisei, guadagni il tuo stipendio lavorando e rischi la pelle ogni due per tre. A casa mia, questo si chiama essere adulti".

Ashton sospira, alzando gli occhi al cielo: "con te non avrò vita semplice, vero?".

"Assolutamente no, ma ho come la sensazione che non ti dispiaccia più di tanto" commento, regalandogli un sorriso trionfante che ne fa comparire uno malizioso sulle sue labbra, perchè a quanto pare, a questo gioco siamo in due a giocare.

"Non mi dispiace affatto" sussurra, attirandomi finchè non sono nuovamente sotto di lui, le nostre fronti a contatto, "anche perchè a quanto pare, Cecilia non è poi così innocente come sembra".

"Sono piena di sorprese".

"Lo sei senza dubbio" concorda, e con quelle parole si abbassa per baciarmi profondamente, spingendomi a portare le dita tra i suoi capelli e attirarlo maggiormente a me, come se fosse umanamente possibile.

Undercut || 5SoS & F1Where stories live. Discover now