Chapter 14: Antonio Fuoco

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Alessandria, 2019

"E tu cosa ci fai già sveglia?".

Mi giro nel sentire la voce di nonno Tino vicino a me, vedendolo raggiungermi davanti alla gabbia delle galline con Lilly, la sua gallina preferita, seduta sul suo trono a deporre l'uovo.

"Non sono molto stanca, mi sento più... Euforica. Sento il bisogno di fare qualcosa" confesso, sedendomi sulla panchina, e lui fa lo stesso, sospirando.

"La tua mania per il lavoro è masochista, te ne rendi conto?" Domanda, facendomi sorridere piano.

"Lo so, ma... Le macchine sono troppo affascinanti per i miei gusti. Pensa che di nascosto ho anche messo le mani sulla Renault di Daniel. Se la FIA o la Mercedes lo scoprissero, dubito sarebbero molto felici".

Nonno Tino scuote piano la testa, divertito: "il motore?".

Ormai mi conosce troppo bene.

"Il motore" confermo, "sarebbe interessante lavorarci su per cercare di aumentarne la potenza e la resistenza. Anche solo la resistenza sarebbe già un buon risultato. Ma i motori Renault sono comunque migliori di quelli Honda".

"Dillo alla RedBull" borbotta, facendomi sorridere.

"In ogni caso, ho migliorato l'elettrodinamica della macchina di Daniel. I fogli li ho fatti firmare al suo ingegnere, ma è opera mia. Spero solo non venga fuori" continuo, e nonno Tino annuisce, comprensivo.

"Credo che nessuno voglia metterti nei guai, Cecilia. E anche fosse, mi sembra che la Mercedes sia più che determinata a difenderti e a tenerti con sè... Purtroppo".

"Vero, ma una volta finito il mondiale la Houltman mi proporrà di passare in Ferrari... E ovviamente accetterò".

"Sai già di chi sarai l'ingegnere?" Domanda, piuttosto incuriosito, ed io mi stringo piano nelle spalle, calciando un sassolino a terra.

"Teoricamente, di Charles. Ma girano voci di un possibile ritiro di Vettel dopo questo mondiale... Sinceramente, non ci credo molto. Sebastian non vuole mollare la Formula Uno" rispondo, e nonno annuisce, quando mia madre fa capolino sulla porta del retro, vestita per andare in banca.

"Eccovi qui, voi due. Dovevo aspettarmelo" sospira, facendo attenzione con i tacchi sullo sterrato, raggiungendoci un po' barcollante.

"Buongiorno, mammina" sorrido, cercando di mostrarmi il più docile possibile, ma il mio talento teatrale deve essere prossimo allo zero dato che non mi crede nemmeno per un momento.

"Signorina, la tua camera ha bisogno di essere riordinata. Non credere che solo perchè lavori e guadagni adesso potrai tenere la tua stanza come se fosse una stalla" mi rimprovera, chinandosi poi per darmi un bacio sui capelli prima di rivolgersi verso nonno, "e Tino, ti prego, prendi le medicine. Cecilia, ricordagliele".

Annuiamo entrambi, sinceri come due pirati, e lanciandoci un ultimo bacio volante se ne va.

"Colazione?" Propongo una volta rimasti soli, e nonno Tino si limita ad alzarsi e a porgermi un braccio per farmi capire che è d'accordo.

Una volta dentro, ho giusto il tempo di mettere su la Moka prima che la porta d'ingresso si apra, e una Nadia raggiante fa il suo ingresso, i suoi capelli legati in due trecce che le circondano il viso sorridente.

"Buongiorno, raggio di sole" mi prende in giro, chiudendo la porta dietro di sè e posando le chiavi di casa che le ho lasciato sul tavolo della cucina, ed io sorrido prima di attirarla a me, abbracciandola.

"Suppongo che tu sia qui per la colazione" commento staccandomi, andando alla ricerca di qualche confezione di biscotti, e Nadia annuisce, tirando fuori le tazze dalla credenza.

Undercut || 5SoS & F1Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora