Chapter 27: Marcus Armstrong

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Sydney, 2019

Se c'è una cosa che questo viaggio in Australia con Ashton mi ha insegnato, questa è che non potrò mai portarlo ad Alessandria in inverno, ovvero da periodo che va da metà ottobre fino alla fine di aprile.

Ho sempre sospettato che gli australiani avessero un concetto relativo del freddo visto che a Sydney la minima notturna è di nove gradi centigradi, ma Ashton arriva direttamente da un altro pianeta.

È agosto, ci sono quindici gradi, e lui si sta vestendo come se dovesse andare in Siberia.

"Marcisci con quello in testa" guardandolo infilarsi un cappello di lana pesante con tanto di orribili pom pom, un regalo 'fashion' che sospetto arrivi da Daniel Ricciardo, ottenendo un'occhiata sconvolta da parte sua.

"Scherzi? Le mie orecchie patiscono da morire il freddo, è impensabile che esca senza. E tu faresti bene a metterti qualcosa sopra quella maglietta leggera, non posso far ammalare il mio ingegnere".

Alzo gli occhi al cielo alla sua affermazione, sapendo perfettamente che mi definisce il suo ingegnere solo quando vuole avere ragione per averla vinta, ma io sono scaltra e so esattamente come tenergli testa.

"Il tuo ingegnere sa badare benissimo a se stessa, Ashton. Menomale che non hai mai messo piede in Pianura Padana d'inverno, saresti capace di andare in giro in tuta da sci" ribatto, e quasi a sottolineare il mio punto infilo una semplice giacca a vento, facendo un giro su me stessa.

"Lo so che sai badare a te stessa" borbotta lui, leggermente indispettito, "ma sei sicura di non avere freddo?".

"Sicura sicura" confermo, avvicinandomi per lasciargli un bacio fugace sulle labbra prima di sorridere, "Daniel è già arrivato?".

Ashton controlla sul suo cellulare, infilandosi poi le scarpe ai piedi: "sì, è qui sotto... E non sa che ci sei anche tu".

"Magnifico" sorrido, divertita e curiosa di vedere la faccia che farà quando mi vedrà.

Daniel è sempre stato uno dei miei piloti preferiti su tutti i livelli, ma in particolare su quello umano perchè dà l'idea di essere una persona genuinamente buona, di quelle che non si trovano spesso o facilmente, e me ne ha dato la conferma quando l'ho conosciuto.

Mi stupisce che sia ancora single, sinceramente.

"Pronta?" Domanda Ashton prendendo le chiavi di casa e il portafoglio, ed io annuisco, mettendomi lo zaino in spalla.

"Sono nata pronta" ammicco prendendolo per mano, e lui scuote la testa sorridendo prima di condurmi giù per le scale.

Daniel è appoggiato a una Spider gialla canarino, la sua aria un po' noncurante e trasandata, ma quel tipo di trasandato che ci vuole tempo e dedizione per ottenerlo.

"Adoro le Spider!" Esclamo non appena usciamo dal condominio, facendo girare alcuni passanti verso di me e ottenendo anche l'attenzione del pilota Renault che mi osserva come se avesse appena visto un fantasma.

Non gli do però retta, esaminando la macchina perfettamente tenuta, e per un attimo sono tentata di sollevare il cofano per guardare il motore, ma non credo che i miei compagni di viaggio ne sarebbero entusiasti.

"Scusala, preferisce i motori alle persone" sento dire ad Ashton, facendo ridere Daniel.

"Come darle torto" risponde lui avvicinandosi, "un gioiellino, vero?".

"È una meraviglia" sospiro, "ho sempre voluto mettere le mani su una Spider, ma purtroppo da dove vengo io non si vedono spesso questo tipo di macchine".

"Macchina dei sogni?".

"Una Corvette del '69" rispondo sinceramente, guardando Daniel annuire vigorosamente prima di girarsi verso Ashton.

"Tienitela stretta o me la sposo io".

"E chi ti dice che sono tipa da matrimonio?" Domando, ma Ashton mi si avvicina con fare protettivo, avvolgendo un braccio attorno alle mie spalle.

"Non provarci, Ricciardo. Me la sono sudata... In tutti i sensi".

"Deficiente" lo riprendo tirandogli un pugno leggero sulla spalla, guardando Daniel ridere.

"Pronta per i kart?".

E a quelle parole, sorrido.

"Sono nata pronta".

***

Quattro ore e mezza dopo tolgo finalmente il casco che mi è stato gentilmente prestato dai proprietari del circuito, passandomi una mano tra i capelli che sicuramente sono mezzi incollati alla fronte e mezzi sparati da tutte le parti, ma non potrebbe importarmene di meno.

"Forse avrei dovuto dirtelo che da bambina andavo spesso sui go-kart" commento leggermente in imbarazzo nel vedere Ashton osservarmi come se fossi un alieno.

"Spesso? Tu hai vissuto sui kart, altrimenti non me lo spiego".

"Ora non esagerare" rispondo alzando gli occhi al cielo, "ci andavo una volta al mese... Quando poteva nonno Tino mi portava, ci sono mesi che andavamo ogni domenica".

"Tu!" Esclama Daniel togliendosi il casco e puntandomi un dito minaccioso contro, "voglio la rivincita?".

"Per la terza volta? Vuoi farti umiliare?" Domanda Ashton, a sorpresa più sportivo di Daniel che annuisce.

"Il tre è il mio numero, posso batterla".

"Magari dopo pranzo?" Propongo stringendomi nelle spalle, "ho un po' fame".

"Fammi indovinare, sei anche una di quelle ragazze che non prende mai l'insalata" commenta Daniel, ed io non posso fare altro che arrossire.

"Odio le verdure, le mangio solo se proprio devo".

"Dovevo andare in Mercedes, lo sapevo" lo sento borbottare mentre si allontana, facendo scoppiare a ridere Ashton.

"Non so se hai traumatizzato Daniel o se si è innamorato di te".

"Sarei cattiva se sperassi la prima? Non augurerei a nessuno di innamorarsi di me" confesso, sciogliendomi i capelli dalle trecce storte e appiattite dal casco per fare una coda.

"Io l'ho fatto".

"Tu non sei normale già di tuo, non credo di aver fatto molto danno" ribatto, scuotendo poi piano la testa prima di alzarmi in punta dei piedi per abbracciarlo, "ma grazie per avermi portata qui. Mi piacciono le vacanze ma le macchine mi piacciono di più".

"Me ne sono accorto" risponde con una risata, stringendomi a sè, "ma io spero di piacerti di più".

"Mi piacerai di più se vincerai a Spa" ribatto, guardandolo inarcare un sopracciglio.

"È una sfida, Valzi?".

"Decisamente".

"Tutto dipende dalla macchina che avrò" aggiunge poi, fingendo nonchalanche, "se il mio ingegnere mi fornirà una macchina adeguata...".

"Il tuo ingegnere ti fornisce sempre una macchina adeguata, ingrato" ribatto, "tutto sta nella strategia e nella tua concentrazione".

"Vincerò a Spa" asserisce, serio, "e vincerò questo mondiale".

"Staremo a vedere, Ashton, staremo proprio a vedere".


Non credo di esservi mancata ma sono tornata!

La prossima settimana aggiornerò con la gara di Spa (due aggiornamenti) perchè sarà molto importante (nel caso ve lo chiedeste no, non menzionerò cosa è successo ad Anthoine).

Lo scorso weekend è stato difficile, ho pianto come una disperata e non sono riuscita a guardare la gara, ma purtroppo questo è il motorsport.

Cosa ne pensate del mondiale fino a ora? Carichi per Monza?

A prestissimo e grazie come sempre!

Amore e biscotti per tutti,

Chiara.

Undercut || 5SoS & F1Where stories live. Discover now