Chapter 16: Lance Stroll

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Montreal, 2019

Come mi aspettavo, Ashton ha finito le qualifiche in P2, continuando a parlare con Toto per quando riguarda la questione fori.

Sapeva benissimo che io ero in ascolto con le cuffie, ma si è sempre rivolto solo e soltanto al team principal, e non posso dire di non esserne stata sollevata.

Non so cosa sarei finita per dire se mi avesse rivolto la parola, e non sono neanche certa che sarei stata in grado di parlare.

Finisco di mettere via le mie cose, recuperando i vari fogli dei dati della macchina che devo ancora ricontrollare, approfittando del fatto che sia Ashton che Calum hanno le loro interviste da svolgere, quando qualcuno mi si avvicina, qualcuno che si rivela essere il terzo pilota Mercedes.

Io e Esteban Ocon non abbiamo mai parlato più di tanto, tranne quella famosa mattina a Baku quando ho fatto la conoscenza sia di Nyck che di Dorian e qualche chiacchiera sporadica di tanto in tanto, soprattutto per quanto riguarda la macchina di Ashton, che in qualche modo è la bocca di tutti, tra piloti, ingegneri e giornalisti.

Per questo sono sorpresa quando si avvicina a me, le mani in tasca e il cappellino nero con lo stemma Mercedes abbassato sulla testa.

"Se vuoi dirmi qualcosa su De Vries, ti prego di risparmiarmelo" dico immediatamente senza nemmeno girarmi, tirando su la lampo dello zaino e chiudendolo, sentendo una risata sfuggire dalle sue labbra.

"Oh, no di certo. Io glielo avevo detto che la sua era una pessima idea... E poi, non siamo nemmeno così amici. È solo amico di Dorian" commenta lui, incrociando le braccia al petto quando mi giro verso di lui, "veramente, volevo parlare di te. Stamattina... Stavo passando davanti al bagno".

Sento le guance farsi calde a quelle parole, perchè speravo che nessuno mi avesse sentita, ma a quanto pare la mia buona stella non è dalla mia parte.

"Oh" è tutto ciò che dico, giocherellando con le bretelle dello zaino, quando la mano di Esteban si posa sulla mia spalla.

"Non sono fatti miei e non ho intenzione di farti domande scomode, ma se volessi parlare o per qualsiasi cosa... So come ci si sente ad essere emotivi" continua, a voce più bassa, ed io gli sorrido leggermente, scuotendo la testa.

"Non ti preoccupare, a volte mi capita... Somatizzo tutto. Non è nulla di nuovo" confesso, perchè effettivamente è vero.

Fin da quando ero piccola mi capita di vomitare quando mi succede qualcosa che smuove qualcosa dentro di me.

Dio solo sa quante volte Nadia o nonno Tino o mia madre hanno dovuto tenermi i capelli mentre rimettevo colazioni, pranzi e cene.

Non riuscivo a dare un esame all'università senza prima rigettare i contenuti del mio stomaco a causa dell'ansia.

Esteban annuisce, anche se non sembra essere più di tanto convinto: "va bene allora... E ti chiedo scusa per Nyck. È un bravo ragazzo, davvero. Ha solo fatto una cazzata, ma quando si tratta di Seychelle non capisce più niente".

"Me ne sono accorta" sospiro, perchè effettivamente a mente lucida mi sono resa conto che Nyck non voleva necessariamente ferire me, quanto Ashton, ed è questa la cosa che più mi fa infuriare.

Non voglio essere un tramite per arrivare ad Ashton, ed è per questo che devo ristabilire un certo ordine alle cose.

"Esteban?" Domanda una voce femminile, ed entrambi solleviamo lo sguardo verso l'entrata dei box dove Elena Berri ci osserva stupita prima di rivolgermi un sorriso.

"J'arrive, mon amour" le dice lui in francese, rivolgendomi poi un sorriso, "per qualsiasi cosa, Cecilia".

Annuisco, ringraziandolo, guardandolo poi andare via con Elena mano nella mano.

Undercut || 5SoS & F1Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora