Questione di Fisica

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Due giorni. Erano trascorsi due giorni da quando aveva iniziato a studiare quell'argomento, ma per quanto ci avesse provato non era riuscito a farselo entrare in testa. Aveva passato così tanto tempo a leggersi quelle pagine che ormai poteva recitare il testo a memoria, ma ciò non implicava il fatto che ci avesse capito qualcosa.
Si appoggiò sconsolato alla sedia della sua scrivania, giocando con la matita in equilibrio sul naso.
Il cervello aveva deciso di prendersi due giorni di ferie esattamente come il proprietario, l'unica differenza era che quest'ultimo era rimasto a casa per studiare, mentre la sua materia grigia era completamente esplosa alla domanda: "Spiega in termini tecnici cosa è la fisica" ...
Era in questi momenti che si chiedeva perché avesse scelto di laurearsi in ingegneria.
Aveva bisogno di una pausa; forse dei muffin al cioccolato potevano dargli la spinta giusta, ma ci avrebbe messo troppo tempo e doveva ritornare subito su quelle pagine. Quindi, cos'era meglio di una birra? Sperava solo che Yūto non gliele avesse finite. Era una cosa che straniva pure lui quanto al coinquilino piacesse quella bevanda: all'apparenza sembrava un tipo così raffinato, nessuno si sarebbe mai aspettato di vederlo ogni sabato sera con una confezione intera di Heineken.

-Hey, passamene una. -

Indicò la bottiglia verde a fianco alla pila di fogli che il coinquilino stava scrupolosamente ispezionando.

-Questa è l'ultima, e credimi, non ho nessuna voglia di dividerla con te...Cazzo Fudō! -

Lo aveva bellamente ignorato prendendo un lungo sorso di quel liquido amarognolo.
Finì di bere, appoggiando sul tavolo la bottiglia ormai vuota che in quel momento Yūto gli avrebbe volentieri spaccato in testa.

- Vai al diavolo. -

- Quante storie, la prossima volta te ne offrirò una, ok? -

L'espressione sarcastica che attraversò il viso del biondo non sfuggì ai suoi occhi.

-Che c'è? -

-Nulla, solo che tu che mi offri qualcosa è abbastanza improbabile come scena. -

-Beh...non essere troppo scettico.-

Fece una leggero sorriso prima di guardarlo con il sopracciglio alzato e spingerlo con il piede verso il corridoio.

-Ora lasciami in pace, che devo lavorare. -

Akio era così abituato a vederlo in giacca e cravatta che non si era subito reso conto della semplice maglietta nera e jeans che indossava. Una cosa alquanto insolita a dire il vero; non che stesse male, anzi, vederlo in abiti così poco formali gli dava un aura più rilassata.

-Senti... -

-Mhh? -

-Ti andrebbe se ti facessi compagnia?-

Scostò gli occhi dal portatile.

-Cosa? -

-Se posso studiare qui con te? -

-Come mai? -

-Devo avere un motivo preciso per studiare nella mia cucina? -

Lo fissò stralunato per alcuni secondi prima di scuotere le spalle con indifferenza.

-Fa come vuoi, basta che non mi disturbi. -

-Cavolo! Hai scoperto il mio piano malvagio. -

Percepì il piede sul suo fondoschiena esercitare una pressione maggiore che gli costó quasi la perdita dell'equilibrio, mentre sentiva un'imprecazione che raramente usciva dalle labbra del rasta.

-Coglione. -

Non poté trattenere una risata prima di ricevere un calcio in tutto per tutto.
E così dopo qualche minuto si ritrovarono entrambi ad occuparsi delle loro faccende ai lati opposti della tavola.
Gli unici suoni percettibili erano il rumore delle dita di Yūto sulla tastiera ed Akio che ripeteva gli argomenti a bassa voce, anche se alle orecchie dell'altro sembrava più una cantilena satanica.

-Allora... Se l'accelerazione equivale a 9,8 m/s^2 possiamo calcolare la Forza gravitazionale moltiplicando la massa per... 9,8 m/s^2, perciò ma=mg e cosa deduciamo da questo?...-

-Che non c'è bisogno della forza per conservare il moto... -

Yūto non si era nemmeno sprecato ad interrompere quello che stava facendo per rispondere continuando imperterrito a leggere qualcosa sullo schermo del computer ; Akio nel frattempo lo guardava basito, constatando che la sua affermazione era effettivamente corretta.

-Mi sono perso qualcosa? Mentre lavori tra un conto e un altro ti diletti a studiare fisica teorica? -

Akio storse il naso guardando l'altro ridere compiaciuto.

-Continui a lamentarti di quanto io sia perfetto e non ti ha mai sfiorato la mente l'idea che potessi essere laureato. -

-Sei laureato? -

-Secondo te come posso permettermi di lavorare per la Kidō Financial Group? -

Il moro si stravaccó meglio sulla sedia, assumendo una sarcastica espressione pensierosa.

-Beh il capo assoluto è tuo padre, credevo fossi un raccomandato. -

Anche se gli occhi dell'altro erano nascosti dagli occhiali poteva percepire lo stesso la tensione del suo sguardo sulla pelle, cosa che gli provocò un leggero sorriso di soddisfazione: era sempre eccitante farlo arrabbiare.

-Non avrei quel tipo di lusso nemmeno se fossi il suo vero figlio. -

Si rese conto di aver toccato un tasto delicato, ed in un primo momento il suo sorriso si affievolì, prima di ritornare più carico e vivido che mai.

-Quindi sei laureato in fisica? -

-Si. -

-E sentiamo, come determiresti lo stato fondamentale di un sistema quantistico senza una soluzione esatta? -

Vide le sue dita fermarsi sui tasti e gli occhi di quel castano quasi rossastro scattare nella sua direzione da dietro le lenti scure.

-Sriverei una funzione tonda variandone i parametri fino a trovare la soluzione ad energia minore. -

-Sapresti come integrare x^2 × e-x? -

-Userei il trucco di Feynman differenziando sotto il segno di integrale. -

Il computer ormai era abbandonato in un angolo e lo schermo illuminava il viso di Yūto, che ora se ne stava comodo a braccia incrociate e la testa inclinata come ad invito per una prossima domanda. 

-E dimmi, quale è la corretta interpretazione della meccanica quantistica? -

-Ogni interpretazione da la stessa risposta ad ogni misurazione, quindi sono tutte corrette. Sei soddisfatto?-

-No, ma al momento è il metodo più bello che abbia mai trovato per studiare.-

La sua risata risunó cristallina nella stanza ed Akio perse un battito: era veramente piacevole sentirlo e vederlo ridere.
Yūto, poi, era come se si fosse alleggerito di quell' immenso carico di lavoro, trovando quella distrazione assai interessante.

-Se hai altre domande, per dieci minuti sono a tua disposizione. -

Si sporse di più verso di lui.

-È vero che hai anche dei boxer ricamati con i pinguini? Genda mi ha raccontato che te li ha regalati lo scorso Natale. -

-Domande inerenti alla fisica... -

-Ah... Beh, in quel caso, puoi enunciare il principio di complementarietà e quello di sovrapposizione? -

Inutile dire che rimasero così molto più di dieci minuti, troppo impegnati in quel nuovo passatempo per curarsi del tempo che passava. Erano stati trascinati entrambi in un circolo vizioso dove uno non poteva fare a meno di sentire Yūto parlare, usufruendo felicemente del nuovo metodo di apprendimento mentre l'altro gioiva felice delle attenzioni insolite che Akio stava esternado nei suoi confronti. Sapeva che non aveva bisogno del suo aiuto; dopotutto, se c'era una cosa che avevano in comune, era l'intelligenza. Eppure vederlo così incuriosito dalla sua nuova scoperta, gli aveva riservato un' affascinante e bella sorpresa.

PS:PREMETTO CHE IO NON FACCIO INGEGNERIA NÉ FISICA ED IL MIO CERVELLO È ESPLOSO DOPO LA RICERCA CHE HO FATTO, IL MINIMO CHE CHIEDO È CHE METTIATE MI PIACE E RINGRAZIATE INSIEME A ME BIG BANG THEORY PER LA COLLABORAZIONE INCONSAPEVOLE.

Anche il freddo può essere caldoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora