Frammenti d'Orgoglio

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-E da un po' che non ci si vede, Yūto. -

-Ho avuto molto da fare padre. -

La tavola era lunga, ma non abbastanza da farlo urlare per comunicare, e ringraziò mentalmente questo piccolo particolare perché altrimenti si sarebbe notato il tremore nella sua voce.

-A tal proposito, ho sentito dire che stai facendo un ottimo lavoro in azienda, sono contento. -

-Grazie. -

-Mi raccomando, vedi di continuare così. -

Yūto si limitò ad annuire prima di ingoiare a fatica un altro pezzo della bistecca, che stranamente trovava più dura ed insipida di quel che si ricordava.

-Non devi preoccuparti, ho tutto sotto controllo. -

-Quindi possiamo parlare del tuo matrimonio allora... -

Si impose di non sussultare nel sentire quelle parole.

-Hai avuto molti appuntamenti con le ragazze che ti ho presentato , oramai avrai scelto con chi passare il resto della tua vita. -
-Sono stato impegnato in questo periodo, non ho avuto modo di prendere una decisione. -

Le posate smisero di muoversi e gli occhi di suo padre si posarono sui suoi con aria severa.

-Yūto, capisco che non è una decisione semplice da prendere, ne abbiamo già parlato. Non ti ho adottato solo per le tue capacità, ma anche per essere il mio successore, e come tale desidero che tu porti avanti il nome dei Kidō. -

Si morse con decisione la guancia finché il gusto metallico del sangue non si mischiò alla saliva. In un modo o nell'altro doveva sopprimere la frustrazione e la rabbia che in quel momento lo stavano corrodendo dall'interno, e se si concentrava bene poteva sentire il bruciore di quei sentimenti divorargli piano piano gli organi.

-Lo so, padre. -

~°~°~°~

La musica a palla per tutta la sala gli fece credere che quel giorno non sarebbe stato affatto strano se avesse perso l'udito.

-Hey Genda, non puoi chiedere a Tsunami di abbassare? Non riesco a sentire più i clienti. -

-Cosaaaa?! -

Ecco, molto probabilmente il suo collega aveva perso l'udito prima di lui; per fortuna dalla piattaforma del Dj lo stridulio del microfono attirò l'attenzione dei presenti.

-Ora faremo un attimo di pausa, ma mi raccomando non perdete l'energia! -

Un insieme di urla d'esultanza si rivolsero alla piattaforma, dove il suo compagno di corso aveva piazzato la sua strumentazione.
Lo vide raggiungerlo al bancone stravaccandosi con la sua solita goffaggine su uno degli sgabelli.

-Signor Fudō la prego, mi faccia il suo miglior Cubalibre. -

Iniziò a versare gli ingredienti e a mescolarli tra loro, fulminando il suddetto interessato con estremo astio.

-Suvvia, non essere negativo, ho messo anche la tua musica preferita. -

-Beh cerca di metterla a decibel umani. Maledizione a te e alla serata discoteca. Che poi vorrei sapere, di chi è stata questa brillante idea? -

- Del signor Kageyama. -

Kōijirō ritornò con tre vassoi vuoti, ed un' espressione che diceva tutto su quanto detestasse il venerdì sera.

-Si può sapere che se ne fa il vecchio di una serata discoteca? In fondo non c'è mai, se ne sta rintanato nel privè a giocare a scacchi da solo. -

-Per quanto sia d'accordo con te, stranamente, non posso neanche escludere che questa sia un' ottima strategia di guadagno. -

Il moro si sciolse i capelli per rifare la coda da capo. Si trovava lì dentro da così tante ore che sentiva la necessità di uscire e respirare l'aria inquinata della città; era così disperato che il sapere di dover buttare lui la spazzatura quella sera lo rendeva estremamente felice. Stava per l'appunto annunciarlo a Kōjirō quando Shinobu iniziò a strillare.
Una ragazza tosta e fiera come lei che esprimeva così una richiesta d'aiuto, significava solo che la situazione era alquanto grave. Percepì anche i due a fianco a lui interrompere la loro conversazione e guardare fuori allarmati.

-Merda.. Vado io, occupati tu del bancone. -

-Aspetta... FU.. !! -

-RIMANI LÌ-

La scena che gli si presentò una volta uscito non gli piacque per niente. Tre uomini alquanto robusti stavano tenendo Shinobu per un braccio, facendo anche disperdere le ultime persone che formavano la fila per entrare.

-Lasciatemi brutte teste di cazzo, se vi ho detto che il locale è pieno voi non potete varcare la soglia! -

-Non penso che tu possa impedircelo, potevate almeno prendere qualcuno di decente se volevate tenerci fuori; ma in ogni caso vi sembra il modo di trattare i clienti? -

Agì d'istinto. Prese la collega per il braccio libero, togliendola dalla presa dell'aggressore che aveva tutta l'aria di non essere abbastanza lucido per ragionare ma abbastanza incline alla rissa.

-Se avete delle lamentele potete tranquillamente parlare con me. -

Il pugno lo vide ancor prima che partisse riuscendo a scansarsi in tempo, ma Shinbu era ancora troppo vicina.

-Vai via di qui stupida! Sei di intralcio. -

Non era esattamente dell'umore adatto per essere carino, ma dopotutto quando mai lo era stato? La vide correre all'interno, ma questa distrazione gli costò un colpo sull'occhio sinistro.

-Non mi piace chi si mette in mezzo ai miei affari, e tu mio caro ti sei appena scavato la fossa. -

Ancora troppo scombussolato dalla botta subita non si accorse che uno dei tre individui gli era arrivato alle spalle. Gli prese le braccia cercando di tenerlo fermo mentre il suo compare si apprestava ad assestargli un pugno sullo stomaco. Fu un colpo davvero pesante, ma non gli impedì di vedere il tizio che aveva afferrato Shinobu sogghignare compiaciuto.

- Potevi conservare un po' d' istinto di sopravvivenza invece di provare a fare l'eroe. Perché hai dovuto rendere tutto così complicato?-

A quelle parole Akio non riuscì ad evitare di ridere di gusto.

-Trovi che prenderle sia così divertente? Sei masochista per caso? -

-No, trovo solo il tuo atteggiamento da boss della yakuza estremamente esilarante. Dovresti imparare a collegare il cervello prima di sparare certe cazzate. -

-Vedo che non hai perso la lingua... -

Si vide caricare addosso dai due uomini, mentre il terzo lo teneva ancora stretto al suo corpo. Poteva sentire l'alito di birra a pochi centimetri dal suo orecchio, e si rese conto che non poteva più prenderle da individui del genere.
Tirò una gomitata a quello dietro talmente forte che il naso di questi fece un rumore sinistro, e dopo che percepì la presa allentare sui sui polsi, con qualche sforzo, riuscì ad afferare per un braccio il mal capitato, scaraventandolo di peso addosso ai suoi amici. I tre ancora storditi dalla velocità con cui era successo il tutto rimasero un attimo a terra spiazzati, con Akio che torreggiava su di loro con aria canzoniera e provocatoria.

-Maddai, tutto qui? Alla fine eravate soltanto tutto fumo e niente arrosto...ma dovevo aspettarmelo da delle teste di cazzo come voi. -

-Razza di bastardo.-

Tirò un calcio dritto in bocca a quello che aveva appena parlato facendolo ricadere di prepotenza sull'asfalto.
Ne avrebbe avuto per molto, però era quasi certo che vedendo la situazione Kōijirō e Jousuke avessero già allertato le autorità, forse poteva resistere fino al loro arrivo.
Si mise a ridere tra sé e sé. Come se lui potesse mai limitarsi a resistere. No, sopravvivere non era nello stile di Fudō Akio. Li avrebbe schiacciati sotto ogni punto di vista.

Anche il freddo può essere caldoWhere stories live. Discover now