Caldo

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I baci si fecero sempre più roventi e famelici, non risparmiandosi in morsi e forti ansiti, ma la posizione scomoda in cui il pavimento li costringeva non agevolava affatto i loro movimenti, costringendoli a faticare per riuscire a toccarsi.
Infastidito ulteriormente dall'enesima interruzione, Yūto lo prese per le cosce, sollevandolo e andando a schiacciarlo contro la parete del corridoio. Akio, sorpreso da quel cambiamento repentino si lasciò scappare un grido di stupore, per poi guardarlo in cagnesco.

-Ah lasciami idiota, so camminare... -

Yūto gli rispose a fior di labbra.

-Non abbastanza veloce. -

Si avventó su quella bocca rosea e la sua lingua tagliente, sentendolo imprecare ogni qualvolta strusciava il cavallo dei pantaloni con il suo.
L'eccitazione ormai era palpabile e come una aroma li avvolgeva, inebriandoli.
Akio, stanco di essere in completa balia degli eventi con uno slancio riuscì a rimettersi in piedi e spingerlo, sul muro opposto, approffitando della posizione per posare le mani sui suoi glutei, stringendoli abbastanza forte da far gemere sommessamente l'uomo di fronte a sé.
Fu soddisfatto nel ascoltare quel suono melinfluo che fuoriscì dalle labbra dell'altro, cogliendo anche l'occasione per tirare quei morbidi capelli biondi all' indietro con poca delicatezza, leccandogli l'orecchio scoperto.
Yūto ebbe un brivido e fremette sotto le mani di Akio, mentre percepiva chiaramente la sua lingua continuare imperterrita a torturargli il lobo destro.

-Non pensare che me ne stia buono buono a lasciarti fare i tuoi comodi. -

A quelle parole non riuscì a trattenere una morbida risata.
E senza alcuno scrupolo risollevó il compagno prendendolo in braccio e facendo cozzare inevitabilmente i loro bacini.

-Come se non ti conoscessi. -

Di tutta risposta Akio gli assestó un bel morso all'orecchio, circondandogli con le gambe i fianchi e strusciandosi addosso come un gatto, non mancando mai di far incontrare i rigonfiamenti di entrambi all'interno dei pantaloni che ormai stavano diventando stretti.
Ritornarono a baciarsi rumorosamente, mentre Yūto con qualche difficoltà portava tutti e due nella sua stanza.
Chiuse la porta, impaziente di andare oltre a quei meri contatti, e lo lanciò con poche cerimonie sul letto.
Ad Akio venne quasi da urlare quando il suo labbro spaccato venne colpito dai suoi denti: anche se lo avevano solo sfiorato il dolore si era fatto presente comunque.
Yūto se ne era reso conto non appena aveva percepito il corpo sotto di se irrigidirsi, distaccandosi di qualche centimetro dal suo viso.
Si guardarono riprendendo fiato. Entrambi si sentivano come se avessero corso una maratona, ma nonostante questo le energie non sembravano affatto essere diminuite.

-Perdonami... -

Gli sussurrò prima di riabbassarsi per leccargli la ferita alla bocca, procurandogli un piacevole bruciore.
Mentre Yūto continuava ad accarezzargli i capelli, Akio mise le mani sul suo petto, allontanandolo momentaneamente da sé. Si sedette sulle ginocchia portando l'altro a fare lo stesso, e con una punta di incertezza iniziò a sbottonargli la camicia; il compagno lo guardava tranquillo baciandogli di tanto in tanto la nuca, dandogli tutto il tempo che gli serviva, e quando l'indumento fu buttato con noncuranza sul pavimento si staccò quel che bastava per farsi studiare dagli occhi verdi di Akio, che ora più che mai avevano attenzione solo per lui.
Fu quasi uno spettacolo ipnotico. Aveva sempre pensato che la pelle di alabastro del coinquilino fosse davvero perfetta, ma ora che la sentiva sotto i polpastrelli si rendeva conto che era al di là delle sue aspettative.

-Va tutto bene? -

Il tono di Yūto era grave, quasi rauco, e quando incrociò i suoi occhi vermigli resi liquidi dalla passione si rese conto della situazione in cui si trovava, e quella consapevolezza gli provocò una immensa e terribile sensazione.
Sentì gli occhi inumidorsi di nuovo, ma non volle distogliere lo sguardo da colui che lo avava portato alla più totale perdizione; da cui, anche se era il più vestito, si sentiva scoperto e vulnerabile.
Si limitò a fargli un sorriso di intesta per poi annuire,  dopodiché anche la sua maglietta venne sfilata.
Mentre si spogliavano a vicenda si poteva intuire come la fretta e l'impazienza avesse lasciato spazio alla calma e delicatezza, guardando ed ammirando ogni centimetro di pelle che mano a mano veniva scoperta.
Fu Akio a spezzare la tranquillità andando ad avvolgere con le dita l'erezione pulsante di Yūto, che da quando era stata tolta dalla protezione dei vestiti non faceva altro che ergersi senza vergogna tra le sue gambe.
Yūto dal canto suo, non appena sentì quella mano fredda sul suo membro, di riflesso gettò all'indietro la testa chiudendo gli occhi, in un' espressione di puro benessere, ansimando senza ritegno; ciò non fece altro che incoraggiare i gesti di Akio, che andò a succhiargli con forza la pelle del collo chiaro lasciata in bella vista, senza smettere il ritmico movimento della mano.
Ascoltare i suoni che emetteva per merito suo era un piacere che non credeva avrebbe mai sperimentato, ed ad ogni ansito non faceva che fomentarsi di più.
Non sapeva nemmeno se lo stava facendo nel modo corretto, cercando di imitare i gesti che faceva su di sé; sperava solo che bastasse a Yūto per trarne abbastanza godimento. Il ragazzo, come se gli avesse letto nella mente, affondò la mano nei scuri capelli mossi e lo portò alle sue labbra baciandolo con trasporto.

Anche il freddo può essere caldoWhere stories live. Discover now