-Esattamente questo da dove l'hai tirato fuori? -
Jōsuke si grattó la testa, guardando perlpesso il foglio dove aveva scribacchiato in maniera disordinata un' operazione.
-Da qui? -
Akio lo fissava stralunato, erano fermi su quell'argomento da più di mezz'ora ed aveva il netto impulso di sbattere la testa di Jōsuke contro il muro, aprirla e vedere cosa c'era dentro.
-Onestamente, non riesco a capire come tu abbia superato l'ultimo esame. -
Atsuya era comodamente appollaiato sulla sedia opposta, con la matita tra le labbra come una sigaretta.
-Con il potere della sapienza. -
-No, col potere del culo. Ora risiediti e ricominciamo da capo. -
Era stato di parola. Dopo quella discussione avuta a settembre, uno dei suoi giorni liberi si era premurato di far visita a Jōsuke per aiutarlo a studiare; per farlo stare in biblioteca c'era voluto l'aiuto di Atsuya che, la maggior parte delle volte, faceva solo da spettatore silenzioso, ridendosela sotto i baffi ogni qualvolta Jōsuke facesse diventare matto Akio.
-Sentite, avete pensato a quella proposta di Shirou allora? -
Come destato da un sogno, Jōsuke vide in quel quesito la sua scialuppa di salvataggio dalla matematica e da Akio, che era davvero giunto al limite della sopportazione e stava seriamente minacciando di farglielo mangiare, quel libro.
-Oh, io ho già detto a tuo fratello che va bene. -
-Tu Fudō? -
Sbuffó sprofondando nella sedia.
-Non lo so, dovrei vedere per le ferie ed anche quando mi mettono gli esami. -
Atsuya lo guardó con eloquenza, comunicandogli con una sola occhiata :
"Guarda bello che con me non attacca."
-Se è per il tuo ragazzo, lo sai che può venire anche lui. -
Sì lo sapeva, ma il problema era un altro, e non sapeva se voleva affrontarlo o meno.
-Ma così io sarei il settimo incomodo. L'unico single. -
-Se vuoi puoi invitare qualun altro anche tu, basta che ora stai zitto e finisci i compiti.-
-Quanto tempo ho per risponderti? -
-Siamo ancora a novembre, dillo a Shirou entro Natale ed il tuo culo sarà ancora il benvenuto. -
Poteva rispondegli con calma dunque, ma ciò non risolveva affatto il suo problema.
Affranto, scarabocchió sul foglio qualche esercizio da affibbiare a Jōsuke, e si alzò indossando il suo cappotto.-Te ne vai di già? Ma se abbiamo appena iniziato... -
Atsuya vide gli occhi verdi di Akio cercare di scavargli un buco in testa. Non aveva problemi a fare a botte o a provocare le persone, era una testa calda tanto quanto l'amico, ma quello sguardo lo ammonì dal non andare oltre.
-Dai Fudō andiamo a fare un giro, conosco un posticino niente male. -
Molto probabilmente Jōsuke lo aveva detto con nonchalance, parlando a sproposito come faceva sempre, ed Atsuya lo guardò di traverso, cercando di capire perché fosse così ingenuo.
-Certo, potremmo farlo, come potremmo anche finire questi esercizi; ma le mie sono mere opzioni, è giusto che tu voglia svagarti dopo tutto il lavoro che hai fatto, lo capisco e puoi andarci se vuoi, ma senza di me, perché per venire ad aiutarti ho trascurato i miei studi e, se mi permetti, vorrei passare le ultime ore di questa serata ad apprendere conoscenze che mi potranno a fare quello che desidero. Quando quel momento sarà arrivato potrai portarmi in tutti i posti carini che vorrai, sempre se non sarai troppo occupato a fare il cassiere. -
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Anche il freddo può essere caldo
FanfictionSicuramente tutto questo non era tra i progetti di Yūto Kidō. Eppure da un giorno all'altro si era ritrovato condividere: bagno, cucina ed appartamento con lui. E non passava momento in cui non avrebbe volentieri rotto il naso a Fudō e la sua faccia...