La Neve è Bianca

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Le festività se ne erano andate e con quelle era arrivato Febbraio e le sue interminabili giornate fredde.
Yūto adorava quel tempo, lo considerava il modo più piacevole per crogiolarsi nel calore della coperta.

Ed era esattamente quello che voleva fare non appena tornato a casa da lavoro.
L'ambiente a lui familiare gli provocò un piacevole brivido che gli stese subito i nervi. Nessuna traccia di Fudō, questo significava avere il campo libero su divano e TV, perfetto. Ma la luce della segreteria telefonica lo bloccò a metà strada.
Premette il bottone in attesa che la voce meccanica  gli annunciasse un nuovo messaggio.

-Hey Kidō sono io, senti ti volevo dire che sta sera non riesco a cucinare, tornerò a casa tardi, quindi ordina pure qualcosa, e, se posso, ti consiglierei di passare per il Kebbabaro qui sotto, che ogni volta che ti vede dice quanto sei bel-

Non finì di ascoltare che mise giù. Fudō e le sue idiozie lo perseguitavano anche quando il suddetto non c'era.
Provó a raggiungere di nuovo il divano ma questa volta fu l'imminente squillare del telefono a fermarlo. Maledisse mentalmente chiunque fosse prima di alzare la cornetta.

-Pronto? -

-Oi Ciao Kidō, sono Tsunami, Fudō è in casa? -

-No, e francamente non so dove diavolo sia, mi ha detto solo che tornerà tardi. Prova a chiamarlo al cellulare. -

-Eh ci ho provato, ma me lo dà sempre spento. Speravo di beccarlo prima che andasse da sua madre, vabbè. Senti, io dopo vado a lavoro, non è che potresti fargli tu gli auguri da parte mia? -

Come un fulmine a ciel sereno, Yūto cadde dalle nubi.

-Come? Auguri? -

-Sì, oggi è il suo compleanno. Ora devo andare, mi raccomando festeggiate anche per me, ciao Kidō. -

La chiamata era terminata, ma nonostante tutto lui teneva ancora la cornetta in mano, imbambolato a guardare un punto fisso oltre la finestra che aveva di fronte.
Si ridestó chiedendosi come una notizia del genere lo avesse lasciato così di sasso e, cercando di non pensarci,  raggiunse finalmente l'agognato sofà.
Prese la famosa coperta coi pinguini e accese la Tv sul programma sportivo.
Ecco, ora aveva tutti gli elementi per non pensare ad altro, eppure la sua mente continuava a rimuginare su quel compleanno di cui, fino ad ora, aveva completamente ignorato l'esistenza. Non avrebbe dovuto neanche interessargli, era un dettaglio futile dopotutto, che se ne sarebbe fatto di un informazione del genere?

Scostò le coperte dirigendosi in cucina.

-Cosa diavolo sto facendo?-

E nel mentre, indossó il grembiule.

~°~°~°~°~

Fumo, era questo che aveva completamente invaso la sua visuale non appena varcata la porta di casa.

-Coff coff MA COSA DIAVOLO.. Coff coff. -

Ora che ci pensava bene, l'estintore mancante di fianco all'ingresso doveva essere già di per sé un segnale d'allarme.
P

er fortuna, poté constatare che ad andare a fuoco non era stato altro che una pentola ed alcuni stracci, presi probabilmente per spegnere l'incendio prima che Yūto decidesse di usare l'estintore e riempisse i fornelli di schiuma.

Anche il freddo può essere caldoWhere stories live. Discover now