Freddo

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Attenzione: Il capitolo contiene argomenti delicati ed atti sessuali espliciti. Forse la lettura può essere disturbante per un pubblico sensibile. Detto ciò leggete a vostro rischio e pericolo. Buona lettura

L'odore di erba tagliata gli impregnava le narici, ed il rumore del pallone calciato era l'unico suono sul quale riuscisse a concentrarsi. Forse per questo non sentì i continui richiami di Jirō.

-Fudō? -

Si ridestò, voltandosi verso l'amico con una faccia che la diceva lunga su quanto avesse dormito quella notte.

-Scusa, ero sovrappensiero. -

-Una cosa alquanto insolita da parte tua. -

Anche se il solo fatto che avesse accettato di aiutarlo con la squadra era già di per sé inusuale. Però questo non glielo disse.

-Ho solo una carenza di sonno, sto bene. Preoccupati per te piuttosto. -

L'espressione si contrasse un attimo sul suo viso bronzeo, ma quei verdi occhi stanchi lo convinsero che fosse meglio non continuare la conversazione.
Preferì concentrarsi sui ragazzi intenti ad allenarsi per la partita che avrebbero affrontato la settimana successiva. Non poteva che essere orgoglioso di quella squadra, si era dimostrata unita ed in grado di apprendere più infetta di quanto si fosse aspettato. I suoi pensieri si incupirono. La prossima sfida che avrebbero giocato sarebbe stata la sua ultima come allenatore, ed in momenti come quello si rendeva conto di quanto facesse male il peso della malattia.

La vista gli mancò all'improvviso, accecata da una sorta di lampo bluastro, ed un dolore lancinante gli trapassò la testa.

-Sakuma? -

Tirò fuori dalla tasca le medicine e ne ingerì una. Attacchi del genere erano sempre più frequenti, e le emicranie in costante aumento.

-Sì, ormai è diventata una routine. -

-Genda è riuscito a racimolare i soldi per l'intervento?-

Sapeva dove Akio volesse andare a parare.

-Purtroppo ancora no, ma spero di fare la differenza con la mia ultima paga... -

-Potreste sempre chiedere... -

-Kidō come sta? -

Si morse la lingua nel pronunciare quelle parole, era evidente che era successo qualcosa di grave tra i due coinquilini, lo percepiva chiaramente nell'apatia costante che il moro si ostinava a mantenere, ma nel sentirsi attaccato su un tasto così dolente non era riuscito a far altro se non agire di conseguenza.

-Bene...credo, dovrebbe trasferirsi in settimana. -

La sorpresa brillò vivida attraverso il suo unico occhio visibile. Le cose stavano andando peggio di quel che credeva. Avevano litigato e si erano picchiatti tante volte ma non erano mai arrivati al punto di comportarsi come due estranei.

-Si trasferisce? Non me ne ha parlato. -

-Ha trovato un appartamento in centro, non so di preciso dove. -

-Ed è per questo che sei triste? -

Per la prima volta dopo un mese il volto di Akio cambiò espressione. Non era stupore, solo amarezza e frustrazione.

-Smettila. -

-Di far cosa? -

-Lo sai benissimo. -

Certo che lo sapeva, ma cambiare discorso sembrava l'unica opzione disponibile; con Akio però questi giochini mentali erano del tutto inutili. Stava andando troppo oltre, così prese coraggio e ritornò al quesito dell'altro.

Anche il freddo può essere caldoWhere stories live. Discover now