Contatto

1.2K 67 40
                                    

La bottiglia ormai era giunta a metà. Appena tornato nell'appartamento ci si era fiondato subito, cercando di dimenticare ogni parola detta da suo padre. Non riusciva sopportere quella sensazione, e lo scotch alleviava un po' il dolore.
Si impose di non prendere il pacchetto di sigarette che teneva nella valigetta, un vizio che aveva preso da poco tempo, e che come era iniziato doveva anche finire.
La suoneria del cellulare lo fermò dal bere direttamente dalla bottiglia.
Sperò davvero che non si trattasse di Afuro o Ichirota perché in quel frangente era tutt'altro che lucido per poter discutere di lavoro, o di qualsiasi altra cosa portasse il nome Kidō, ma poté fare un sospiro di sollievo quando il numero di Kōijirō comparve sullo schermo.

-Pronto? -

- Hey Kidō, scusa per l'ora, spero di non averti disturbato? -

Diede una rapida occhiata allo scotch sul tavolo, e un sorriso amaro gli increspò il volto.

-No, non preoccuparti ero già sveglio. -

-Senti, ti dovrei chiedere un favore. -

Ora che ci faceva caso la voce dell'amico non era così tranquilla come al solito ed in sottofondo c'era un rumore abbastanza forte che dovette sforzarsi per capire cosa diceva.

-Ma quelle...sono sirene della polizia? Genda è successo qualcosa? -

-Be vedi..... Ah, è tutto un casino, e Fudō non è messo troppo bene.-

L'udire quelle parole gli fece perdere la presa sul bicchiere che toccò il pavimento, frantumandosi in millepezzi.

- Cosa gli è capitato? -

-Forse è meglio che te lo spieghi quando arriverai. -

-Aia! -

-Stai fermo idiota, hai ancora qualche scheggia di vetro. -

La voce del coinquilino e di un altra persona sovrastarono quella di Kōijirō per un momento. Sentirlo cosciente e vivo gli tolse i peggiori scenari dalla testa, ma l'accenno ai pezzi di vetro lo misero in allerta.

-Ok ho capito, lo vengo a prendere. -

-Grazie, non me la sentivo di lasciarlo ancora qui. Ed io e Shinobu dobbiamo ancora chiudere il locale. -

-Scommetto che vuole rimanere ad aiutare. -

-Non ha detto esattamente così ma il significato sostanzialmente era quello.-

-QUEL testardo, adesso arrivo. -

-Ti aspetto. -

~°~°~°~

La scena che vide appena arrivato augurarva tutt'altro che buone notizie. La vetrata del negozio era completamente spaccata, come se qualcuno ci si fosse buttato sopra, gli striscioni della polizia circondavano parte dell'edificio e dovette scavalcarni alcuni per entrare.
Fortunatamente l'interno non era così disastroso come aveva immaginato, anche se per la breve occhiata datoci non poteva confermarlo con assoluta certezza, in quanto tutta la sua attenzione era diretta ad un Akio dal viso tumefatto che se ne stava malamente seduto sul bancone a fulminare Kōijirō, il quale era intentento a raccogliere i bicchieri dai tavoli. E se non fosse stato per il rumore dei vetri trascinati dalla scopa non avrebbe fatto caso neppure a Shinobu.
Nel vederlo, gli occhi del diretto interessato non poterono che spalancarsi dalla sorpresa. Molto probabilmente se Kōjirō gli avesse detto che sarebbe venuto, anche nelle condizioni mal ridotte i cui si trovava avrebbe avuto la faccia tosta di andarsene a piedi; stava per aprire bocca quando il collega lo precedette.

Anche il freddo può essere caldoWhere stories live. Discover now