Capitolo 27

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Trovai la nostra stanza molto prima di quando mi aspettassi, me la cavai egregiamente nel destreggiarmi con le valigie, Edna fu un amore, sempre così ubbidiente

Sentì dopo tanti mesi di nuovo, persone che parlassero inglese. Mi fece acquistare ancora di più familiarità con quello che mi aspettava oltre oceano

Dovetti presentare più di una volta i documenti di Edna alle varie autorità, non vi fu una singola volta in cui non mi sentii in colpa nel dover dichiarare il falso continuamente

Quando entrammo nella nostra camera, fu come vivere un film che va a ritroso, le mie speranze che riponevo in valigia, le foto che tenevo sul cuore, i ricordi vividi nella mia mente e Xenia, che mi fece compagnia per tutto il viaggio, nonostante sapessi poco sul suo conto le augurai tutto il bene possibile

<Sai Edna, andremo a vivere in una casa molto più grande di quella a Berlino, tu avrai una stanzetta tutta per te e ti farò conoscere tante persone> le dissi sdraiandomi accanto a lei sul lettino con il sorriso più smagliante che potessi avere

<Ma a me piaceva la nostra casa, mi piaceva anche Raul> non mi aspettai una simile risposta, non trovò entusiasmante il nostro cambiamento. Mi fece rattristare un po' ma mi sorprese notevolmente di provare io stessa la sua amarezza nel lasciare tutto

<Ma sarà molto più bella te l'assicuro, magari all'inizio sarà un po' impolverata ma, dopo delle buone pulizie di primavera sarà perfetta. Anche le persone che ti farò conoscere saranno brave e divertenti come Raul, del resto ti ha fatto una promessa, lui le mantiene. Non dimenticarlo. Tornerà a trovarci, farà il nostro stesso viaggio per raggiungerci e stare con noi... per un po' > Edna annuì e io le accarezzai la guancia paffuta, rimboccandogli le coperte per l'ennesima sera in quella nave.

Dopo di che mi rannicchiai sulla brandina accanto e sognai ancora un po' ad occhi aperti

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Un altro giorno, aspettando il nostro arrivo nel porto di New York, le insegnai alcune parole in inglese, le canticchiai alcune filastrocche che insegnarono a me quando arrivai in America per la prima volta. Lei non si mostrò dedita all'apprendimento di queste, le interessava giocare e correre da una parte all'altra.

La nostra seconda classe, ebbe, per fortuna, lo spazio ricreativo

Mi fermai a fissarla giocare, molte mamme parlavano tra loro, prendendo un thè, mentre i loro bambini scalmanati distruggevano la sala. La mia Edna valeva oro in confronto

<Salve, anche lei è una madre iperprotettiva?> mi si avvicino una signora, sui venti, che già da qualche minuto osservava i suoi bambini poco lontana da me. Mi parlò in inglese. Risi sommessamente prima di risponderle, mi colse di sorpresa

<Non particolarmente, sono solo attenta che non le capiti nulla>

<Mi creda, è così che si inizia> rise anche lei a mio seguito. Così giovane e già così tanto madre. Rividi in lei una diversa giovane Anaïs, all'epoca così tanto triste e così tanto attenta ai pericoli che la circondavano

<Comunque piacere, mi chiamo Amabel> <Piacere mio, sono Anaїs> le sorrisi

<Lei è tedesca immagino? Non è così> chiese curiosa non appena sentì il mio nome

<Sì è così, ma da anni, l'America è casa mia> <La stessa cosa vale per mio marito, torna con noi in Germania solo per un periodo di vacanza. Del resto le radici non si sradicano mai, sono sacre, se tagli quelle, è come se tagliassi una parte di identità> Parole sante! Non ci fu nient'altro da aggiungere, il mio paese passò dei brutti decenni ma per quanto fosse colpevole, quello era il mio Paese natale, e mia sorella era il promemoria che mi rimaneva. Non me ne feci mai una ragione sul come lei avesse cancellato tutto quanto, i profumi della nostra terra o la nostra cultura

<Andrew, Thomas andiamo! Siamo in arrivo!> urlo Amabel e mi fece scostare dai miei pensieri

<Mi scusi dobbiamo andare, è stato un piacere conoscerla!> <Lo è stato anche per me, buona fortuna> ci congedammo con due baci sulla guancia e io tornai su Edna, che convinsi a salutare i suoi amichetti, per poterci preparare

Presi le valigie e riuscì a prendere per mano anche la mia piccola.

Ci dirigemmo in massa verso l'uscita, aspettammo solo che la nave attraccasse alla banchina, poi respirammo aria newyorkese, di nuovo per me, per la prima volta per lei

Svolsi esattamente la stessa trafila di qualche mese prima, prendemmo un taxi che ci portò esattamente davanti casa.

Rivedere quelle strade mi riempirono il cuore di gioia, mentre Edna sembra niente se non stanca, nonostante fossero appena le cinque di pomeriggio

Per ultimo scendemmo dal taxi e impugnai nuovamente i bagagli nelle miei mani martoriate dal peso

<Edna, benvenuta a casa!> dissi davanti la mia vecchia abitazione, lei si sforzò di sorridermi anche se il suo visino ci presento solo annoiato e arrembato, non mi dilungali più ti tanto e aprì immediatamente la porta.

A prima vista, tutto sembrò ordinato e pulito, feci un breve giro delle stanze al piano di sotto non convinta di ciò che mi circondava, nessun odore di chiuso o di polvere su ogni superficie, si presentò tutto cristallino. Poi mi tranquillizzai

Vidi i prodotti igienizzanti, sul mobile accanto al lavandino del piccolo bagnetto, gli stessi che usava sempre Annika, allora capì tutto, nel mesi trascorsi pensò anche alla cura della mia casa.

Per quanto la credetti burbera sull'intera faccenda ci tenne a prendersi cura di me nonostante le scelte di vita differenti che intraprendemmo

Sul tavolo della cucina trovai anche dei lavoretti, alcuni oggettini fatti con la pasta di sale, la stessa che insegnai a creare ai miei nipotini.

Crearono delle cornicette con penne e rigatoni e poi ci incollarono su carta velina e qualsiasi altra cosa che capitava sotto tiro

Apprezzai tantissimo, non erano sicuri che io sarei ritornata, ma hanno comunque pensato a me, non sapendo nulla sulle miei condizioni lontano da casa e questo mi fece emozionare non riuscendo a pensare ad altro per svariati minuti

Illustrai il resto della casa ad Edna e ne rimase colpita quando si trovò tutto quello spazio solo per lei, anche quella per me su una gigantesca soddisfazione.

Un nuovo capitolo iniziò da quel giorno

ᴛɪᴍᴇʟᴇss⏳Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora