Capitolo 29

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Trascorsi numerosi giorni con una rabbia dentro che non fece mai parte di me. Fu dura per me accettare una simile divisione. La mia testa diventò paranoica, vagai con la mente a più non posso, non me ne diedi una ragione

Per fortuna Edna fu di grande aiuto, la sua genuinità mi strappava una risata in ogni situazione, una bambina sensibile, capace di leggere nel mio cuore

Pensai a Raul qualche volta e in quei momenti la rabbia e tutto il resto sparì dalla mia mente, mi venivano i mente le sue battute, i suoi movimenti impacciati, mi sembrò di poter sentire perfino il suo profumo, ma come da copiane ignorai tutto quanto, costringendo la mia mente a pensare ad altro

Optai di distrarmi cucinando i miei famigerati biscotti, nonostante l'orario eccessivamente mattutino non mi interessò, sapevo di farcela prima di andare al lavoro.

Ebbene sì, riebbi il mio posto come segretaria, me ne affiancarono altre due, le dovevo istruire in cambio. Ovviamente accettai, fu una grande fortuna avere la possibilità di riaverlo, anche a quelle condizioni.

Edna sarebbe potuta rimanere con Madeline, che al mio ritorno non fece molte domande intuendo il mio odio per i pettegolezzi, si offrì di badare a lei, per me fu una manna dal cielo

Versai tutti gli ingredienti in un'unica ciotola e iniziai a mescolare. Mi appoggiai allo stipite della porta-finestra della cucina e osservai la luce dei luminari ancora accesi e l'alba che a poco a poco faceva la sua entrata in cielo, uno degli spettacoli più belli, accolti nel più bel silenzio che ci possa essere, quello della notte che piano piano va via

All'improvviso vidi una signora a destra in lontananza. Aveva in dosso un lungo cappotto verde con un cappello della stessa tonalità, poi mi resi conto

Era Annika...

Lasciai la ciotola sul bancone della cucina e corsi verso la porta e l'apri di scatto, aspettando che lei arrivasse di fronte a me e che quella non fosse una mia stupida allucinazione

<Ciao> disse con il fiatone una vota raggiunto il cancelletto

<Ehi> risposi io imbarazzata, aspettando di vederla salire sul pianerottolo

<Sono stata un'idiota quest'anni, avrei dovuto capirti veramente, ma cercando di proteggerti nel mio strano modo non ho fatto altro che
metterti inutili pressioni e pesi sulla coscienza che non meritavi, per favore, perdonami, sono stata un mostro con te> disse sull'orlo del
pianto io non trovai le risposte giuste lì per lì, feci quello che mi parve
più semplice fare.

L'attirai a me e la strinsi tanto, mi sentii finalmente in pace con me
stessa ora che lei era tornata ad essere la mia metà
<Scusami, scusami, scusami, dovevo essere io la sorella maggiore, ma
qui la più matura sei stata tu>
<Sh, sh - l'azzittii - sei la famiglia più bella che potessi avere>

Rimanemmo avvinghiate per altri lunghi istanti. Non mi stancavo mai
degli abbracci sinceri, poi lei si scostò, prese la mia mano e l'accostò alsuo ventre

Lì capì, non fui capace di dire nient'altro se non un "non ci posso
credere" quasi inudibile. I suoi abiti larghi furono capaci di nascondere
un tenero pancino

<Quel giorno non volevo dirtelo, volevo aspettare una bella cena per
fare l'annuncio, poi abbiamo litigato, tu sei partita e ho deciso di
lasciare perdere>

Chiudemmo finalmente la porta, rincasammo e tornammo ad abbracciarci, le nostre anime non si sarebbero mai lasciate.

Il giuramento fatto davanti ad una qualunque alba fu per me speciale come nessun altra.

Dopo qualche minuto un forte suono proveniente dal portone si sparse
per tutto il piano terra, mi allontanai dal bancone e lascia mia sorella
ispezionare l'impasto dei biscotti

<Per caso qui c'è stata una rissa tra ragazze, no perché una delle donne
è mia moglie e si dà il caso sia in dolce attesa>

<Trevor!!!!> quasi urlai abbracciandolo <È tutto sotto controllo>

<Che ci fai qui?> disse Annika spuntando dalla cucina

<Svegliandomi
non ti ho trovata, ho dedotto fossi qui, sapevo saresti venuta ad ucciderla> disse ironicamente rimanendo serio. Un vero spasso quest'uomo.

<E i bambini?> disse all'improvviso preoccupata

<Dormono, non preoccuparti, li ho lasciati con la tua amica Lucy,
chiedeva di te e io le ho detto che ti avrei portato da lei solo se mi
avesse guardato i bimbi> disse prendendo posto a tavola

<Oh bene, anzi no, aspetta, cosa voleva da me alle sei di mattina?>
Non la vidi mai così agitata, la sua mania di controllo era ancora
presente

<Dello zucchero, ma io l'ho incastrata> ridemmo, facendole smorzare
la tensione. Preparai delle tazze di tè e mi accomodai tra loro due come
capotavola

<Anaїs, raccontaci, come hai fatto a trovare la bambina> mi chiese mia
sorella accarezzandomi la mano, all'inizio indugiai guardando il fondo
della mia tazza, poi cominciai

<All'inizio non sapevo da dove partire, le notizie che avevo in mano
erano minime. Mi sono introdotta con l'inganno negli uffici del
municipio di Berlino più di una volta, poi il responsabile mi ha scoperta>
Mi fermai con il racconto per dare quel giusto concentrato di dramma misto all'ansia.

Il risultato di questa mia pausa non tardò ad arrivare. Mi sorella si mise immediatamente le mani sul viso, spaventata di ciò che avrei potuto dire in seguito.

<Niente paura... Mi ha aiutato, anzi, ha dato uno scossone alle ricerche, abbiamo ritrovato persone che non vedevo dal '45, abbiamo mandato lettere e messo sotto sopra il municipio di Berlino pur di trovarla - feci una pausa per cercare le parole da usare per esprimere il reato che avevamo commesso - poi quando la ritrovammo non potevo prenderla inadozione, in quanto vedova e totalmente estranea alla bambina, così abbiamo falsificato i documenti, dichiarandola nipote diretta di Raul Köhler, l'avvocato custode dei registi storici>

<Non ci credo...> disse Trevor, seguito da Annika con un silenzio disarmante

<Purtroppo è tutto vero, non avremmo voluto farlo ma non ci è stata data la possibilità. Abbiamo pensato solo al bene di Edna. Ora lei ha un nuovo cognome che è quello di Raul, ma per la legge è solo il suo vero cognome niente di anormale>

<Come hai fatto a portarla qui? Tu continui ad essere nessuno per lei> disse Annika sulla soglia di una crisi ansiosa

<Köhler ha predisposto di farla studiare in America con una tutrice che sarei io>

Ci fu silenzio, non ricevetti i loro sguardi, la loro disapprovazione, ma solo il loro silenzio colpo di giudizio per questa serie di azioni (agli occhi del modo) sbagliate

<Rischiamo grosso, ne siamo consapevoli, ma volevamo dare entrambi un futuro ad una bambina in difficoltà. L'abbiamo attenuto con l'inganno, ma solo per un finale sereno> cercai di spiegare alla mia famiglia le nostre buone intenzioni, i nostri propositi ma ottenni ancora silenzio per una manciata di minuti.

<Lui che posizione occupa nella tua vita?> riprese la parola Trevor leggermente spaventato e tentennante ma con tutto il bene che un amico potesse provare per me. Vidi il suo coraggio farsi vivido. Non deve essere facile per lui come (d'altronde non lo è mai stato) augurarmi un nuovo amore

<È una persona fantastica... un buon amico> annuì convincendo me stessa dell'affermazione appena fatto

Annuirono all'unisono e Annika mi prese la mano.

<Promettici di stare attenta, noi ci fidiamo ma solo... sta in guardia. Va bene> regalai un sorriso a mia sorella in fine

<Certo, lo prometto>

ᴛɪᴍᴇʟᴇss⏳Donde viven las historias. Descúbrelo ahora