Epilogo

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I mesi passarono, non troppo lenti, avendo una bambina la vita diventò frenetica anche per me. La pancia di Annika crebbe a dismisura iniziando ad essere gli ultimi giorni.

Trascorremmo le ultime due settimane di agosto in California, dove la famiglia di Trevor possedeva una casa al mare

Fu la prima vera estate per Edna ma in realtà furono per lei un susseguirsi di prime volte. La prima vacanza con una famiglia e il primo bagno nell'oceano ad esempio. I bambini legarono moltissimo fra di loro, nonostante le difficoltà con la lingua ella seppe apprendere molto più in fretta di quanto mi aspettassi

Scrissi a Raul regolarmente, e lui non tardò a rispondere come ogni volta del resto. Sentii la sua mancanza, i mesi trascorsi lontano da lui mi servirono a rinforzare i sentimenti che nutrivo, anziché dimenticarlo

Annika e Trevor capirono che sotto vi era qualcosa. Lo capirono dai miei occhi fin troppo sinceri, ma non mi chiesero più nulla, rispettarono il mio silenzio ogni qual volta che arrivasse un nuova lettera

Dopo neanche una settimana dal nostro arrivo, i bambini non fecero altro che reclamare del tempo da trascorrere insieme come quando eravamo a Santa Barbara tra la spiaggia e i letti condivisi.

I genitori di Trevor non mi videro mai di buon occhio, quando sposai il loro figlio, quando morì e soprattutto quando decisi di tagliare i ponti con loro. Mia sorella era la nuora perfetta, ed io le lasciai con piacere il primato. Vedermi di nuovo nella loro casa delle vacanze faceva storcere loro il naso. Sentire Edna chiamarmi mamma li rendeva molto cinici, non mi biasimai dopo tutto.

Al nostro ritorno decisi così di organizzare una cena, ovviamente senza garantire la riuscita dei miei piatti

<Ho portato del polpettone, delle patate lesse e dell'insalata, tu cosa hai cucinato?> disse mia sorella appena aprì la porta a lei e alla sua ciurma

<Beh, ho fatto delle lasagne> dissi facendo spallucce e lei rivolse delle occhiatacce a Trevor

<Se potesse ci lascerebbe a pane e acqua> disse ed io sbuffai ironicamente, Trevor se la rise, i bambini non salutarono neanche, corsero di sopra raggiungendo Edna in camera sua

Apparecchiammo e in poco tempo fummo a tavola. Poco prima di iniziare la nostra cena sentimmo il batacchio emettere il suo rumore più forte

<Vado io> disse Trevor, alzandosi pazientemente dalla tavola

<Ragazze, non lo capisco parla tedesco> disse tornando. Mi gelai, rimasi leggermente chinata sul tavolo nell'intento di poggiare una padella troppo pesante. Mia sorella mi guardò e capì

Mi ricomposi e con ancora il canovaccio in mano andai verso la porta

<Anaїs> con un cenno del capo Raul mi salutò

<Raul> ci guardammo per poi stringemmo per qualche secondo. Ci staccammo quando sentimmo gli sguardi della mia famiglia addosso

<Vi presento Raul, Raul loro sono mia sorella Annika e suo marito Trevor> <Sono molto lieto di conoscervi, è un piacere> disse

Trevor si limitò a sorridere e stringergli non capendo cosa stesse dicendo, Annika si disse onorata di fare la sua conoscenza

<Dai, amico, ti aiuto con le valigie> disse Trevor e io tradussi per lui. Ebbe con sé un solo bagaglio più uno scatolone, che sembrò pesante

Al termine degli spostamenti, Trevor andò a chiamare i bambini, Annika mise in tavola quello che rimase sui fornelli ed io e Raul rimanemmo soli ancora sul l'uscio

ᴛɪᴍᴇʟᴇss⏳Where stories live. Discover now