CAPITOLO 7

12 2 0
                                    

Margherita's Pov
Le prime due settimane erano passate, questo nuovo ambiente stava incominciando sempre più a piacermi.
Tirai fuori il telefono dalla tasca dopo che sentii un trillo familiare, capendo che si trattava subito di un messaggio sboccai lo schermo per vedere di chi si trattasse.
Era Vince.
Dopo quella volta alla festa avevano stretto un bellissimo legame, il tempo che avevamo a disposizione lo usavamo per scriverci a vicenda o mandarci delle nostre foto assumendo facce buffe e per nulla serie.
Come al solito mi aveva scritto il solito buongiorno stella e se il pomeriggio ci fossimo trovati insieme alle ragazze per andare a vedere la partita di football che si sarebbe tenuta quel pomeriggio nella loro università.
Non ne avevo molta voglia, poi tenendo conto che ci sarebbe stato anche Edward, la voglia proprio non aveva intenzione di venire fuori.
Quindi decisi di rispondere solo al buongiorno.
Poco dopo mi arrivò un nuovo messaggio, questa volta sul gruppo dove c'erano tutti, compresi i ragazzi, era di Adam:
" Come alcuni di voi sapranno (mi riferisco ai ragazzi) oggi abbiamo la partita di football e vorremmo che voi ragazze veniste a vederci per poi andare a festeggiare dopo la nostra vittoria. Specialmente mi riferisco a te Margherita, visto che non hai preso minimamente in considerazione il messaggio di Vince, quindi gradirei che tu venissi"

Alzai gli occhi al cielo, ma nessuno di loro mi vide visto che per il momento ero da sola in classe;
stavo per rispondere quando mi precedettero.

"Ma non sa nemmeno che sport è, figurati se viene; come minimo l'unico sport che conosce è alzarsi dal letto"

Lessi il mittente di chi aveva inviato quel cavolo di messaggio, e non mi meravigliai quando capii che si trattava di lui.
Ovviamente chi se non lui?
Di certo non mi sarei offesa per quello stupido messaggio, avevo ben altro a cui pensare.
In passato avevo praticato molti sport, visto che i miei genitori erano dei fan sfegatati e in particolare per gli sport estremi.
Mi ricordo di quando avevo quindici anni che mi fecero fare dei corsi per diventare sommozzatore.
Voglio dire, chi non pensa di iscrivere la propria figlia ad un corso di subacquea?
Ma oltre a quello ne feci molti altri come surf, equitazione, e non ci crederete ma ho fatto anche danza, chi lo avrebbe mai detto!

"Ah ah ah davvero divertente, ma devo dissentire, a mia discolpa posso dire di saper praticare anche un altro sport, ovvero quello dove alzo le ginocchia per poi farle collidere nelle tue parti basse; non so se te lo ricordi, se vuoi vengo lì e cerco di ridarti una chiara dimostrazione, forse la prima non ti è bastata.
Ps: comunque per oggi ci sono"

Dopo questo non rispose più, mi aveva provocato e io gli avevo risposto, mai provocare una ragazza e tantomeno mai provocare me.
L'unica cosa che sentii furono i trilli che si susseguirono dopo il messaggio che avevo scritto, che contenevano emoticon che ridevano e messaggi che mi scrivevano che ero grande.
Dopo il suono della campanella mi avvertì che le lezioni stavano per cominciare.
Il pomeriggio era appena iniziato e io mi stavo recando con la macchina per andare a vedere quella benedetta partita di football che si sarebbe tenuta tra mezz'ora.
Stavo canticchiando una canzone che passava alla radio, quando il telefono cominciò a squillare.
Era mia madre.
Attivai il Bluetooth e accettai la chiamata.
<<Tesoro!>> la voce squillante di mia madre proruppe in tutto l'abitacolo facendomi chiudere gli occhi per il suono acuto.
<<Ciao mamma, allora come va? Papà sta bene?>> cercai di intavolare un discorso che sapevo sarebbe durato almeno dieci minuti buoni.
<<Noi tutto bene per il momento, certo c'è tanto lavoro da fare in ospedale, ma ce la caviamo alla bene e meglio, tu invece come stai, come le hai passate queste due settimane?>> chiese con quel tono speranzoso che una mamma ha sempre quando si preoccupa che sua figlia non faccia nuove conoscenze.
<<Beh, per il momento bene, ho incontrato delle persone e ho fatto amicizia con delle ragazze e dei ragazzi, siamo andati ad una festa la scorsa settimana e ora sto andando ad una partita dei ragazzi>> parlai tranquillamente, ma mi resi conto che nessuno dall'altra parte della linea stava parlando, quindi pensai che avesse attaccato, fino a quando non sentii un urlo stratosferico che mi fece quasi sbandare.
Premetti il piede sul freno per evitare danni e anche perché il semaforo era rosso.
Inutile dire che le macchine dietro mi suonarono il clacson per capire quali intenzioni avessi.
<<Oddio tesoro sono così contenta per te! E dimmi ci sono dei ragazzi carini? Come sono, ti trattano bene?>> mia madre incominciò ad incalzarmi con una serie di domande a cui io certamente non avrei voluto rispondere per nulla al mondo, mai e poi mai.
<<Mamma eddai li ho appena conosciuti, sono solo simpatici tutto qua, per il resto nulla, ora vado che sono in macchina ciao e salutami papà>>cercai di concludere il più in fretta che potevo.
<<Va bene tesoro, ma prima o poi mi dovrai raccontare tutto sappilo,papà ti saluta a presto gioia di mamma, ti vogliamo bene, un bacio>>
<<Anche io, ciao ciao>> detto ciò buttai giù.
Dopo alcuni minuti arrivai a destinazione, chiusi la macchina e mi diressi verso gli spalti.
Guardai dove si potessero essere cacciate quelle pazze scatenate e notai poco lontano, che tutte e cinque si stavano sbracciando per farmi segno di andare da loro.
Che belle figure che mi facevano fare!
Andai da loro e le salutai con un bacio sulla guancia.
Mi accomodai e strofinai le mani sui jeans.
Chiesi a che ora sarebbe iniziata la partita ed Alexa mi rispose che tra dieci minuti sarebbero scesi in campo i ragazzi.
Da quello che avevo capito dovevano giocare con una squadra di un'università vicino alla loro, ma non erano per nulla preoccupati visto che a detta loro gli avversari facevano davvero pena a giocare.
<<Stai davvero bene vestita così>> Ella si girò verso di me e mi sorrise.
Non era nulla di che quello che avevo indosso quel pomeriggio, avevo dei semplici jeans strappati alle ginocchia, una polo bianca con il logo della Ralph Lauren e ai piedi un paio di Nike bianche, mentre in testa mi ero messa un cappello da baseball alla rovescia.
<<grazie>> fu tutto quello che dissi, non ero solita ricevere complimenti.
Alle nostre spalle il commentatore incominciò a parlare dal suo microfono, subito dopo si sentì il fischio d'inizio.
Cercai di intravedere i ragazzi una volta usciti tutti dagli spogliatoi, fino a quando non mi resi conto che in campo c'era anche Edward.
<<E lui perché è lì?>> non mi resi conto di aver pronunciato queste parole, fino a quando Ava non mi rispose.
<<È il capitano della squadra>> disse semplicemente scrollando le spalle, per poi tornare a guardare il campo.
Giocava a football Americano?
Ma seriamente?
La partita era quasi giunta al termine, e i ragazzi erano sotto di quattro punti, mancavano davvero pochi minuti, erano stanchi e lo si vedeva dal fatto che ogni qual volta che gli avversari gli andavano contro facevano fatica a rialzarsi, ma tutto ad un tratto Derek fece uno strano segno a Edward e anche agli altri ragazzi, cosa che per noi fu incomprensibile da capire, ma che loro capirono al volo.
Immediatamente la palla da in mano agli avversari finì nelle mani di Derek, grazie anche al placcaggio fatto da Luke Adam e Vince.
Derek stava correndo più veloce che poteva, fino a quando da dietro di lui sbucò Edward che lo superò per andare oltre.
Gli avversari gli stavano alla calcagna.
Tutto ad un tratto ci furono secondi di silenzio, quando Derek lanciò con un urlo sovrumano la palla dall'altra parte ad Edward, questo cominciò a correre a perdi fiato seguendo la traiettoria della palla, per poi darsi uno slancio in aria e prenderla al volo per poi arrivare nell'area avversaria, segando così un touchdown.
Dopo il fischio che segnava la fine della partita.
Dopo ci fu un boato assoluto.
Io e le ragazze ci alzammo contemporaneamente e saltammo abbracciandoci le une con le altre.
Mi voltai dalla parte del campo e rimasi immobile creando una sorta di bolla, Edward stava correndo per il campo, fino a quando non si fermò davanti a me e mi indicò mandandomi un bacio volante con tanto di occhiolino annesso, una bolla dove c'eravamo solo io e lui.

PER ASPERA AD ASTRAWhere stories live. Discover now