CAPITOLO 19

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Margherita's Pov

<<Marghe allora sei sicura che non vuoi venire? Sicura sicura? Ti perderai tutto il divertimento>>
Matilde era da più di due ore che cercava di convincermi ad andare con lei a vedere i fuochi dell'ultimo dell'anno a Times Square.
Più volte mi aveva urlato: Ti perderai la Ball Drop al tocco della mezzanotte.
Ma non mi andava di andare la e buttarmi in mezzo a tutta la confusione che ci sarebbe stata.
E poi era solo una stupida palla che cadeva in basso, mica avevi davanti a te Van Gogh che si tagliava l'orecchio.
Quindi quella sera, avevo deciso che mi sarei goduta la mia dose di tranquillità standomene a casa, nelle mie calde coperte con il mio bellissimo pigiama  di Stitch con tanto di cappuccio in testa su cui era disegnata la sua faccia.
<<Maty, vai tranquilla io starò qui da sola a leggere il mio buon libro, quando tornerai sarò qui ad aspettarti, tu vai e divertiti anche per me>> speravo di averla convinta per davvero questa volta.
Sapevo quanto ci tenesse ad andare a quella cavolo di cerimonia della Ball Drop, e poi dopo sarebbe andata ad una festa con un suo amico che da quello che avevo capito si chiamava Tyler.
Speravo davvero che ci andasse, non volevo che rimanesse a casa per colpa mia.
Non so perché, ma delle volte sentivo la necessità di rimanere da sola e di starmene per le mie.
E quello era proprio uno di quei momenti.
Non volevo buttarmi nella confusione che ci sarebbe stata anche quell'anno.
Da quando ci eravamo trasferiti a New York, per l'ultimo dell'anno uscivamo sempre.
E io questa volta avevo deciso di non fare nulla.
Non capivo che cosa ci fosse da festeggiare, si passava da un anno all'altro.
Le persone pensavano che allo scatto dell'ora, quindi di un nuovo giorno si potesse cambiare.
Così, con uno schiocco di dita.

<<Va bene, però fai la brava, so che ora hai bisogno dei tuoi spazi>> mi diede un bacio sulla fronte e Mi augurò buon anno in anticipo.
Lei sapeva tutto di me, delle volte pensavo che mi conoscesse meglio della sottoscritta.
Le dissi che portava male dirlo prima, in risposta mi beccai una pacca sulla testa.
<<Bene, se vuoi mangiare qualcosa, tipo fare lo spuntino di mezzanotte è tutto in frigo, basta che lo riscaldi, e cerca di non fare casini>> urlò dal bagno.
Ridacchiai.
Quella sera Matilde si vestita particolarmente bene.
Indosso aveva uno dei pochi abiti che avevo lasciato qua e che non mi ero mai messa.
Era di un blu notte, poco scollato sul davanti, e sotto si era messa dei collant pesanti per evitare di prendere freddo e ai piedi un paio di decoltè nere lucide.
Aveva deciso di lasciare i capelli sciolti quella sera e di truccarsi poco.
Ma stava comunque benissimo.
Addosso si mise un cappotto pesante per coprirsi.
Faceva davvero freddo quella sera.
I meteorologi avevano detto che molto probabilmente ci sarebbe stata una possibile nevicata.

<<Okay, io vado allora>> si lisciò il cappotto che aveva indossato.
Ero vicino alla vetrata di camera mia osservando quanta gente si era recata per strada per festeggiare.
Mi spostai per avvicinarmi a lei.
<<Okay, divertiti>> le mostrai il mio sorriso migliore per poi abbracciarla.

Matilde si buttò a capofitto tra le mie braccia, stringendomi più forte, facendomi quasi soffocare.
<<Scusami scusami non volevo>> si stavo subito portandosi le mani alla bocca ed evitando di ridere.
<<Mi ero dimenticata quanto eri forzuta>> barcollai stiracchiandomi la schiena.
Una risata scappò dalle sue labbra.

Prese le ultime cose per poi recarsi alla porta, una volta fuori, fece sbucare la testa dallo spazio che aveva lasciato aperto, per poi mandarmi un bacio volante e chiudere definitivamente la porta alle sue spalle.

Il silenzio si impossessò della casa.
C'ero solo io vestita da Stitch.

Tornai in camera, sedendomi nel grande letto che avevo posto di lato alla grande vetrata che sostituiva tutta una parete.

PER ASPERA AD ASTRAWhere stories live. Discover now