Capitolo 1

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Era arrivato il 17 settembre, quasi un mese dopo il mio compleanno. Purtroppo era giunto il momento di tornare a scuola. L'ultimo primo giorno di liceo, mi faceva un po' di tristezza. Mi svegliai alle 7, feci colazione, mi preparai e uscii di casa. Faceva freddo, anche se in realtà quell'estate di sole ce ne era stato ben poco! Presi la metro e giunsi a quell'edificio che tanto avevo odiato per quattro lunghi anni. Li dentro c'era poca gente simpatica; i ragazzi se la tiravano, le ragazze si comportavano da troie, i bidelli si incazzavano se scrivevi sul banco e i professori facevano di tutto per metterti il bastone tra le ruote. Tutti tranne la mia professoressa di letteratura. Lei si che era una in gamba. Rideva e scherzava sempre, anche quando si facevano verifiche, per questo si copiava da Dio.

Entrai a scuola e raggiunsi il punto di ritrovo della mia classe. Dopo la mia festa dei 18 anni ne avevo sentiti pochi.

"Ciao Marta" mi disse Claudio, abbracciandomi

"Ehi"

"Voglia di ricominciare?" chiese lui

"Scherzi vero?"

Va bene che era il secchione della classe, ma chi aveva veramente voglia di ributtarsi sui libri? Io no...

La prima ora avevamo quella vecchia suora della prof di scienze, tanto per iniziare bene l'anno.

"Buongiorno ragazzi"

A vedere lei alle 8 di mattina non era un buongiorno. "Come avete passato l'estate?"

Come se gliene fregasse davvero..

Fortunatamente alla seconda ora avevamo la prof di lettere.

"Ragazzi adesso raccontatemi un po' delle vacanze. Facciamo il giro. Marta, sei in ultima fila inizia tu"

"Cosa?" risposi, tornado alla realtà

"Parlaci delle tue vacanze" ripeté la prof con la sua solita calma.

"Sono andata in Spagna e mi hanno regalato un cavallo". Quella domanda aveva aperto una ferita che non si era ancora chiusa del tutto. Emiliano. Tentavo di dimenticarlo, ma non ci ero ancora riuscita. Continuavo a fare sesso con Federico, ma tra di noi non c'era niente di più. Solo amici.

"Eppure avrei giurato di averti vista sulla rivista Dipiù" ribatté la mia profe, curiosa.

"Davvero? Non mi pare.." dissi con tristezza.

La professoressa notò la mia amarezza e preferì proseguire il giro. Perché aveva fatto quella domanda? Avevo voglia di piangere. Volevo eliminare le poche lacrime che mi erano rimaste. Nell'ultimo mese avevo pianto tanto, come mai avevo fatto prima.

Al termine della seconda ora mi alzai dal banco e andai a chiedere il permesso per andare in bagno.

"Marta c'è qualcosa che non va? Ti ho vista silenziosa, il che non è da te" mi disse la prof. Per noi ragazzi lei era un'amica quindi risposi

"Quest'estate ho aperto gli occhi e ho capito che il mondo non è rose e fiori. E se mi serviva innamorarmi di una persona impossibile come Emil..." non riuscivo a dire il suo nome. Ogni volta era peggio di quella prima, mi si gonfiavano gli occhi di lacrime.

"..come Emiliano va bene"

"Sai mia cara tutto si può risolvere con la buona volontà. Te l'ho sempre insegnato. Ricordi quando hai preso il tuo primo 5 in un tema? In quello dopo hai preso 8. E non penso sia stato solo perché ti ho detto ce la puoi fare"

"Certe cose sono diverse. Ora potrei andare in bagno?" tagliai corto. Quella conversazione stava diventando pesante.

"Certo, va pure" disse sorridendomi. Quel sorriso confortante e amichevole era stata l'unica cosa che mi era mancata della scuola.

Andai in bagno, entrai e scoppiai. Tutta la mia tristezza esplose. Non ce la facevo più, non potevo andare avanti così.

Ce la farò a dimenticarti, ma per ora noDove le storie prendono vita. Scoprilo ora