Capitolo 10

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Arrivammo in ospedale e ci fecero stare nella sala d'attesa

"Dobbiamo aspettare" diceva un medico

"Lo sapremo presto" ripeteva l'altro

Ma che cazzo? Loro però non sapevano come stavo io! Volevo mandarli a quel paese, tutti, uno per uno, ma mi sentivo impotente: una guerriera con in mano un coltello di plastica. Rivolevo mia madre, quella era l'unica cosa che importava.

"Ma cosa è successo?" chiesi per l'ennesima volta a mio padre. E stavolta si degnò di rispondere

"Stava andando al lavoro in macchina e al semaforo un tizio in jeep è passato col rosso"

"Chi è?"

"Cosa ne so io?!"

"Eh rilassato eh". Quanto lo odiavo!

"Abbassa i toni signorina"

Lo ignorai e andai fuori a prendere una boccata d'aria. Sentii il cellulare squillare: era Emiliano. Guardai anche l'ora: le 2 del pomeriggio. Risposi

"Pronto" dissi senza vitalità

"Ehi amore cosa c'è? Perché quella voce?"

Non riuscii a parlare. Forse stavo realizzando solo adesso quello che era successo. Scoppiai in lacrime ed Emiliano si preoccupò.

"Amore, Marta"

Respirai profondamente e dissi "mia madre ha avuto un, un incidente"

"Dove sei?" chiese lui

"Al San Raffaele" dissi, con la poca voce che avevo

Emiliano riattaccò. Non volevo farmi vedere da lui in quelle condizioni, ma in fondo che mi importava? Avevo il diritto di essere ridotta uno straccio. Poco dopo arrivò Emiliano. Io ero ancora nel parco dell'ospedale quando lo vidi che mi veniva incontro.

Senza dire niente si sedette accanto a me, mi prese il viso e me lo sollevò. Mi asciugò dolcemente le lacrime e mi abbracciò.

"mi dispiace" mi sussurrò.

Soffocai un singhiozzo. Perché doveva succedere proprio a lei? Stemmo li per non so quanto tempo, su quella panchina così triste dell'ospedale. Io non staccavo gli occhi dalla sua maglietta, che già era inzuppata di lacrime. Lui mi accarezzava i capelli e mi dava dei baci sul collo.

Poi rientrammo. Io mi stringevo a lui, come se fosse il mio bastone, ma mio padre non fu felice di vederlo. Accanto a lui era seduto anche mio fratello.

"Finalmente" disse mio padre quando mi vide. "Sei sempre d'aiuto"

Lo guardai con disprezzo

"Potevi anche risparmiartelo" disse Giorgio.

Quando venne sera, Emiliano era ancora li.

"Emi vai a casa, sarai stanco"

"Io sto con te" disse

"Ma.."

"Ma niente. So come cazzo ci si sente. Con mio padre ho dovuto affrontare tutto da solo e io non voglio che tu passi quello che ho passato io".

Riuscii a stento a sorridergli.

"Però adesso potrebbero dire qualcosa" esclamai incazzate e triste

"Bisogna aspettare e bla bla bla" disse mio padre, che subito ricevette una gomitata da Giorgio.

Mi alzai ed Emis mi seguì

"Marta dove vai?"

"Mi sono stancata di aspettare" dissi, dirigendomi verso la stanza di rianimazione.

Un medico tentò di fermarmi, ma mi liberai ed Emiliano si scusò per me. Poi incontrai il dottore che continuava a dire che bisognava aspettare. Non l'avrebbe passata liscia!

"Signorina cosa ci fa qui?"

"Senta dottore o mi dice cosa cazzo ha mia mamma oppure farò di tutto per vendicarmi"

"Stia calma" mi disse "sua madre ha riportato una grave lesione interna, l'abbiamo operata e siamo fiduciosi"

"Cosa cazzo significa?" dissi infuriata

"Marta modera il linguaggio" mi rimproverò Emis. Da che pulpito eh!

"Stia tranquillo" disse il medico, rivolto ad Emiliano. "Signorina la capisco. Posso solo dirle che sua madre sta reagendo bene. Vada a casa a riposarsi, lei è esausta!"

"Ma.. Potrebbe..?" Morire? Pensai tra me e me. Quella parola non riuscivo a dirla

"Stia tranquilla. Al 99% ce la farà"

Cazzo e se fosse stato l'1%? Bastardo di un dottore.

"Lo so che mi odierà, ma vada a casa a dormire. Tanto fino a domani non ci saranno novità" disse. E come cazzo facevo a dormire?!

"Lei signore la tenga d'occhio" disse rivolto ad Emiliano.

"Grazie" dissi al medico, anche se mi stava antipatico.

Tornai alla sala d'attesa, senza dire niente.

"Vado a casa, me l'ha detto il dottore"

"Tu non vai da nessuna parte" disse mio padre

Emiliano: "signore ascolti sua figlia, con tutto il rispetto il dottore ha detto che fino a domattina non ci saranno novità. Dovrebbe andare anche lei a casa"

"Tu come osi parlarmi così?"

Emiliano non sapeva cosa dire. Quell'uomo non era mio padre!

Gio: "papà me ne vado anche io. Sei impossibile" disse.

"Andiamo" disse rivolto a me e a Emiliano. Mentre percorrevamo i corridoi dissi "il dottore ha detto che al 99% ce la farà"

"Bene" disse mio fratello. Conoscendolo non voleva false illusioni.

Ce la farò a dimenticarti, ma per ora noWhere stories live. Discover now