Capitolo 27

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Cinque lunghe ore di scuola che non finivano più. Avevo voglia di andarmene a casa e buttarmi nel letto, tra i pupazzi come da bambina. Li sentivo di essere al posto giusto in qualunque momento, che fossi felice o triste. Mi sentivo protetta. Un senso di protezione che poche altre cose mi davano. Una era mia madre, un'altra la coperta di notte anche d'estate contro i mostri. E poi c'era Emiliano. Per lui avrei davvero dato la mia vita. E non sono parole di una bambina che ha una cotta per un tipo figo. Erano quelle di una persona davvero innamorata.

"Marta, mi puoi declinare il termine che significa amore?" mi chiese la prof di latino

Che rompiballe che era! Non si poteva manco dormire in pace

"Amor, amoris, amori, amorem, amor, amore.. Amores, amorum, amoribus, amores, amores, amoribus"

"Brava. Adesso dimmi i significati completi"

Si, e poi? Voleva il dizionario?

"Amore, affetto, relazione amorosa, desiderio, brama e passione"

"Bene e.. Come mai tanti significati per una parola?"

-perché i latini erano scemi- avrei voluto rispondergli.

"Perché sono tutti collegati"

"Giusto. Proprio qui volevo arrivare. Ragazzi il latino è una lingua magica, ci dice tante cose con una parola..."

-e chi cazzo se ne frega?-

La lezione proseguì sul significato di amare. Risultato? Per qualche strana radice latina per amare bisognava prima essere. Io chi ero? Nessuno, avrei riposto io. Tutto, avrebbe risposto Emiliano.

Finite le 5 strazianti ore, uscii da scuola. Fuori c'era Emiliano ad aspettarmi.

"Giorno eh" dissi sarcastica

"Ciao" ribatté secco.

"Si può sapere che cazzo hai?"

"Lo sai"

Certo perché ovviamente io immaginavo l'inimmaginabile.

"No" dissi "spiegamelo perché non ho intenzione di star qui ancora ha immaginare quale strana ragione è causa della tua aria scazzata"

Non rispose, salimmo in macchina e andammo a casa sua.

Durante il tragitto disse: "marta voglio che tu stia con me, a casa"

"Emi devo aiutare mia madre"

"Lo so" disse scoraggiato

"Ma ciò non significa che in futuro non starò con te 24 ore al giorno"

"Ti amo" disse senza un motivo

"Anche io" dissi.

Arrivammo a casa sua e presi un po' della mia roba per riportarla a casa mia. Non presi tutto perché speravo di poter tornare li, in quella cucina a preparare una torta, in quel letto a coccolare Emiliano e sul quel divano a giocare a FIFA 14 o a PES.

Mi accompagnò in ospedale da mia madre e ci riportò a casa.

Fu quando entrai in camera mia che mi venne un'idea.. Si, era la prova del nove.

Ce la farò a dimenticarti, ma per ora noWhere stories live. Discover now