Capitolo 13

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La mattina dopo Emiliano mi portò all'ospedale. Ero nervosa, impaurita. Mio fratello era già li

"Ciao Giorgio"

"Ciao ragazzi" disse, abbracciandomi e dando una pacca ad Emis.

"Papà?" chiesi io

"Non lo so, non sono andato a casa" rispose Giorgio.

"Ah ok" dissi io sedendomi.

"Volete qualcosa dal bar?" chiese Emiliano

"Per me un caffè" disse Giorgio

"Io niente" dissi. Pensavo a una buona brioche, ma non potevo ingrassare.

"Mi fai il favore di mangiare una buona volta?" disse Giorgio

"Non ho fame" mentii. Il mio stomaco brontolava e sentivo un vuoto, ma lo ignorai.

Mi alzai e andai verso la stanza di mia madre. Incontrai il dottore.

"Buongiorno signorina" disse

"Salve. Ci sono novità?"

"Si, sua madre si sta riprendendo ma non può ancora vederla. Dovrebbe svegliarsi entro stasera"

"Grazie" dissi, accennando un sorriso

"Oggi è da sola?" chiese il medico

"No.. Ehm.. Mio fratello e.. E il mio amico sono in sala d'attesa"

'Il mio amico?!' Ma che cazzo mi era passato per la testa? Non stavo bene mentalmente..

"Vuole prendere un te in mia compagnia?"

"Si volentieri" dissi.

"Non ho visto suo padre stamattina" disse il medico

"Per fortuna neanche io"

"Non scorre buon sangue tra voi?"

"Per niente"

L'uomo guardò l'orologio.

"Mi scusi ma ora devo fare una visita in ginecologia. Sa le donne incinte sono impazienti" disse ridendo.

Sorrisi a quella battuta "grazie dottore" dissi.

Corsi in sala d'attesa e diedi a Giorgio e Emiliano la buona notizia. Furono entrambi contenti!

All'ora di pranzo mio fratello mi portò un panino, ma non mi andava di mangiarlo.

"O lo mangi o mi incazzo" disse Giorgio. Strano non usava mai parolacce

"Eh va bene" dissi per non litigare.

"Poi però se piango perché Emi mi lascia ti ammazzo"

"Perché dovrei lasciarti?" disse quando tornò dal bagno.

"Perché mio fratello vuole farmi ingrassare"

"Meglio la carne che le ossa" rispose lui

"Ma vi siete messo d'accordo?"

Dopo poco arrivò anche mio padre. Stavo per andarmene ma Giorgio mi fermò. Probabilmente non voleva affrontarlo da solo.

"Non si torna più a casa a dormire?" disse incazzato nero mio padre.

Mio fratello lo ignorò, come faceva sempre, ma io ero più polemica di lui.

"Fatti delle domande papà"

"Che domande dovrei farmi?" chiese con ironia.

"Sul perché non siamo tornati a casa a dormire" dissi secca.

"Su di te bella mia ho già delle risposte"

"Ah si, e quali sarebbero?". Ero curiosa

"Sei andata da Emiliano per scopare" disse.

Questo era troppo. Mio padre mi aveva dato della zoccola? Eh no è! Non funziona così.

"Papà come ti permetti?" Disse Giorgio

"Dico la verità" ribadì mio padre

"Vaffanculo" dissi "vorrei che fosse successo a te". Ed ero seria!

"Che sgualdrina" disse, quando me ne andai.

Emiliano mi seguiva, ma lo seminai in fretta. Volevo starmene un po' da sola. Finii nel reparto di neonatologia. Buffo, io odiavo i bambini! Sapevano solo piangere e mangiare, che senso aveva. Eppure mi fermai a guardarli nel nido, attraverso il vetro. Erano così belli e fragili. Non avevano problemi e c'era sempre qualcuno che badava a loro. Vedendo una madre che prendeva in braccio il suo piccolo per cambiarlo mi intenerii. Era una scena così naturale.

"Posso essere d'aiuto?" chiese un'infermiere

"No no" dissi, fissando i piccoli.

"È una futura mamma?" chiese la donna

"No...."risposi io.

Cazzo! La pillola. Impallidii al pensiero. Era da due giorni che non la prendevo e ieri avevo fatto l'amore con Emiliano. Cazzo che stupida! Corsi fuori e tornai alla sala d'attesa. Dovevo fare un test il prima possibile. Ma dopo un solo giorno aveva senso farlo? Andai subito dal medico di prima e non ci volle molto per trovarlo.

"Signorina..ehm non mi ha ancora detto il suo nome.. La vedo pallida"

"Marta, mi chiamo Marta"

"Sua madre sta bene stia tranquilla"

"Non è per mia madre dissi. Devo farle una domanda. Dopo quanto si può sapere se una persona è incinta?"

"Anche un giorno dopo al rapporto, in base all'ossitocina e ad altri ormoni"

"E quindi se volessi..." divenni rossa

"Vuole fare un test?"

"Si" dissi senza fiato, in imbarazzo

"Di solito ci va qualche giorno di attesa, ma venga ho un momento libero e glielo faccio siccome mi sta simpatica"

"Grazie lei mi sta salvando la vita"

Ce la farò a dimenticarti, ma per ora noDove le storie prendono vita. Scoprilo ora