Capitolo 23

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Corsi in macchina e Ale sfrecciò nelle strade buie di Milano. Il centro era sempre affollato, ma la zona residenziale di notte faceva paura. Un silenzio inquietante. Io e Ax stemmo un centinaio di metri dietro ad Emis. Ci portò vicino al centro e quando parcheggiò lo seguimmo.

"Marta sei sicura? Se ci becca.." disse Ale

"Shh.. Veloce"

Ci trovammo in un locale con una nube di fumo all'interno. C'erano cameriere in topless e signori di tutte le età con tatuaggi e ferraglia sulla faccia. Almeno in una decina mi squadrarono, quindi stetti attaccata ad Ale. Mi mise un braccio attorno al collo e mi tirò verso di sé.

"Ale dove siamo?" chiesi in soggezione

"In un brutto posto Marta. Una ragazza non dovrebbe essere qui"

"Ho paura.." dissi

"Ci sono io zia, stai scialla"

"Non per me"

"È grande, Emi se la cava"

Lo seguimmo. Stava uscendo dal retro e lo spiammo dalla finestra.

"Cosa cazz sta facendo?" chiesi, vedendolo appoggiato al muro.

"Non ne ho idea"

"Voglio andarmene" dissi disperata. Però sia io sia Ale sapevamo che volevo andarmene con lui, con il ragazzo tanto stupido che amavo. Era un bastardo, un idiota, ma era la mia vita. Avevo paura di quello che poteva fare in un posto del genere.

Una ragazza ci superò e raggiunse Emiliano. Stavo per andare a picchiarla, ma Alessandro mi fermò.

"Se solo lo tocca.."

"Tranquilla. Al massimo ti do una mano io"

La troia ed Emis si parlarono, senza toccarsi, ma ridevano. Ad un certo punto lei gli diede qualcosa che lui ingoiò. Dio lo aveva drogato!

Mi liberai dalla stretta di Alessandro e raggiunsi Emiliano.

"Cosa cazzo hai in testa?" gli chiesi, mentre la tipa si allontanava

"E tu cazzo ci fai qui?"

"Rispondi. Fai la persona seria per una volta"

"Lasciami stare. Vattene" disse brusco.

"Vuoi davvero che me ne vada? Sappi che sarà per sempre però.. Sono stanca dei tira e molla"

Non rispose, iniziò solo a gridare cose senza senso. Li capii che stava davvero male. Psicologicamente però..

"Lasciami ho detto" mi ripeté più volte, ma non lo ascoltai.

Ci sedemmo al bancone del bar, con Ale che stava nei dintorni, sempre lasciandoci spazio.

"Adesso risolviamo i nostri problemi" dissi. Era ora

"Non ho nessun cazzo di problema" disse Emiliano.

Alessandro si avvicinò.

"Ragazzi vi propongo un gioco"

"Tu adesso mi vieni a dire di fare un gioco?" chiesi ironica

"Lo facevo per risolvere i problemi con la mia ex" si scusò. "A ogni shot confessate qualcosa."

E allora, beh.. Ci provammo.

Primo shot

"Mi fa incazzate quando ti incazzi" dissi. Non era una frase molto sensata ma ci stava

"Mi fa incazzare che non mi dici tutto"

Bevemmo

"Sei un idiota. Non devi ingoiare cose da gente che non conosci"

"Non devi dirmi cosa cazzo devi fare"

Bevemmo. Stavo ancora bene, la testa non mi girava ancora.

"Odio quando mi insulti "

"Mi incazzo se fai la permalosa"

Bevemmo

Tra uno shot e l'altro confessammo tutto ciò che dovevamo. Eravamo arrivati al tredicesimo e iniziavo a sentirne gli effetti.

"Non devi guardare le altre"

"Odio quando sei gelosa"

Bevemmo, ancora. Non ce la facevo davvero più. Mi alzai, quanto mai! Caddi addosso al tizio dietro di me, un ultra quarantenne. Vidi Emiliano incazzarsi e Alessandro aiutarlo e poi il buio. Ecco uno degli effetti negativi dell'alcol: non sai cosa succede intorno a te.

Ce la farò a dimenticarti, ma per ora noWhere stories live. Discover now