;Lucas Murphy

1.5K 76 38
                                    

LUNEDÌ

La prima settimana di scuola è volata, soprattutto grazie a Cody e alle sue battutine decisamente poco etero sul ragazzo seduto di fronte a noi a biologia. Ho rivisto il ragazzo dai capelli corvini parecchie volte in questi giorni, ma solo da lontano e muoio dalla voglia di sentire la sua voce e il suo profumo... ma che mi prende? Non ho idea di chi sia, potrebbe essere un tipo pericoloso o magari uno spacciatore, oppure uno stronzo che usa le ragazze e poi le butta via come se fossero oggetti inutili. Oppure sono io che ci sto pensando più del dovuto.

So solo il suo nome: Lucas.
Quest'anno lavoro alla segreteria e ieri è venuto a chiedere un permesso per uscire prima, così ho sbirciato il documento dopo che lo aveva compilato. Lucas Murphy. Credo di aver sentito che chiedeva alla "collega" di me, ma l'avrò di sicuro immaginato. Cerco di non pensare più al ragazzo mentre mi avvio verso il mio armadietto per riporre i libri dell'ultima ora, ma quando richiudo lo sportello lui è accanto a me: il braccio destro poggiato sull'armadietto a fianco e i suoi occhi che sembrano farmi una lastra a raggi x. Caccio un urletto troppo acuto e lui sorride grattandosi la fronte.

<Ho notato che mi stai pedinando...>

Se n'è accorto? Sono un'idiota.

<I-io...pedinarti? E perché d-dovrei?>

Sorrido per sembrare più sicura, ma sento le gambe cedermi. Perché sono così nervosa?

<Beh sai, ti ho beccata più di una volta a fissarmi nei corridoi tra una lezione e l'altra e pensavo volessi chiedermi qualcosa> dice senza interrompere il contatto tra le nostre iridi.

Sento le mie guance bruciare e me le immagino diventare rosse come dei pomodori.

<V-veramente no, solo che n-non ti avevo mai v-visto qui...>

Mi guarda con un sopracciglio alzato, sembra divertito.

<Che c'è?> gli chiedo visibilmente irritata

<Niente, continua pure a p-parlare>

Adesso ride e io sono imbarazzata, molto imbarazzata. Lui fa un passo verso di me: odora di sigarette alla menta. Adoro questo profumo.

<Hey, sono ancora qui>

Lo stavo fissando. OMMIODDIO LO STAVO FISSANDO.

<Ehm si beh ecco io...io dovrei andare>

Mi giro e inizio a camminare, quando una mano forte e calda mi prende per il polso e mi fa girare. Vado a sbattere contro il suo petto e mi rendo conto di quanto sia alto. Il suo profumo invade le mie narici.

<Ci si vede in giro, Hailey>

Mi sussurra all'orecchio, facendomi rabbrividire. Come conosce il mio nome? Fa un sorrisetto malizioso e dopo aver mollato la presa su di me si allontana, senza guardarsi indietro.

MARTEDÌ

Stanotte non ho dormito tormentata dal ricordo della mano di Lucas che stringeva il mio braccio e del suo respiro caldo sul mio collo. Improvvisamente la sveglia, inutile, suona e mi fa sobbalzare.

Mi alzo e scendo in cucina per fare colazione. Mentre scendo le scale riconosco il profumo inconfondibile dei pancake al cioccolato e fragole, i miei preferiti. Mi siedo al tavolo e guardo mia madre, che non mi ha vista, mentre balla a ritmo di una canzone dei Queen, ma quando comincia a scuotere i finchi e a usare il mestolo come microfono scoppio a ridere e lei si gira imbarazzata verso di me.

<Ti vedo in forma mamma...>

<Risparmiami le tue battutine e dimmi perché non hai dormito stanotte>

<Come fai a sapere...>

<Io mi accorgo di tutto cara, anche della luce della tua lampada che passa sotto la porta>

<Beh avevo un po' di mal di testa ma ora sto bene> mento.

Dovrei dirle che non riesco a far altro che pensare ad un ragazzo di cui conosco solo il nome? No grazie.

<Come dici tu...>

Mi sorride e mi porge un piatto con una pila altissima di pancake caldi. Se dovessi fare una lista delle cose che mi piacciono di mia madre al secondo posto ci sarebbero i suoi pancake. Al primo la sua perspicacia.

Io e mia madre abbiamo un rapporto bellissimo, siamo come delle migliori amiche e ci diciamo tutto. Le ho raccontato della mia prima cotta e lei della suo primo amore finito male, le ho raccontato dei litigi, delle delusioni, delle prese in giro, e lei ha sempre fatto lo stesso con me. Ma stavolta qualcosa, probabilmente la prematurità dei miei sentimenti, mi impedisce di parlarle di Lucas. Che poi, come hi già detto, probabilmente é tutto nella mia testa.

<Cosa fai di bello oggi?>

<La scuola non è bella mamma>

<Lo so tesoro ma ci devi andare perché la pago, e non poco>

Già, una scuola privata. Mia madre tiene moltissimo alla mia istruzione e ha deciso di mandarmi nella scuola migliore della città, anche se dista chilometri da casa nostra. Finita la colazione vado in camera mia, giusto in tempo per vedere il mio telefono illuminarsi e una notifica comparire sullo schermo.

Cody: "fatti trovare pronta davanti al nostro posto alle 7:30. O giuro che ti uccido."

Un sorriso involontario spunta sul mio viso e rispondo con un ok. Mi lego i capelli in una coda alta e infilo la tuta più comoda che trovo.

Come al solito sono in anticipo. Sono le 7:25 e sono seduta sulla panchina dove io e Cody passiamo la maggior parte del tempo insieme. Mentre guardo lo schermo del mio cellulare improvvisamente vengo invasa da un odore di...sigarette alla menta.

<A quanto pare non sono io a pedinare te>

<Vedo che hai smesso di balbettare> mi fa notare ridacchiando. Ha un sorriso stupendo.

<Cosa vuoi?>

<Meglio se non ti dico quello che vorrei fare in questo momento, altrimenti mi salteresti addosso...>

Spalanco la bocca interdetta. Chi si crede di essere?

<Hey tranquilla stavo scherzando>

Ridacchia e poi abbassa lo sguardo guardandosi la punta delle scarpe. Simostico il ragazzo. Non so perché ma ci sono rimasta male. Il pensiero di lui che fa qualcosa con me, qualsiasi cosa, mi fa venire un groppo in gola.

<Senti, io devo aspettare una persona quindi potresti andartene?> dico più acida possibile per farlo allontanare da me; qualcosa in lui fa nascere in me pensieri che non dovrei avere.

Per un attimo si irrigidisce, ma ritorna immediatamente all'atteggiamento sfrontato che usa con tutti.

<Come vuoi biondina>

Prende una sigaretta dal pacchetto quasi vuoto e la porta alle labbra.

<Ci si vede a scuola>

Lo guardo in silenzio mentre accende la sigaretta e mi saluta con una semplice alzata di sopracciglia per poi incamminarsi verso scuola. Lo osservo allontanarsi lungo la strada e dentro di me sento un senso di...vuoto.

spazio autrice

ho pubblicato subito il secondo capitolo perché ce l'avevo pronto e mi piace molto come sta venendo la storia quindi eccomi qui.
spero vi piaccia

sigaretteWhere stories live. Discover now