;Cody parte 2

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<Ommioddio racconta tutto ORA>

Cody è super agitato e freme dalla voglia di sapere cosa è successo.

<Lo abbiamo fatto, non c'è niente da raccontare>

<CHE COSA HAI APPENA DETTO?! Nulla da raccontare? Tesoro, hai appena perso la verginità, direi che è una cosa di dimensione EPOCALE>

<Ok ok, ma non urlare. E poi non ho voglia di raccontarti il mio primo rapporto sessuale>

<E io non voglio sentirlo, però com'è stato?? È questo che voglio sapere. Come ti senti dopo che...>

<È stato...doloroso e bellissimo> dico per non fargli continuare la frase.

Ragiono per un secondo su quanto sia controverso quello che ho appena detto, ma d'altronde queste sono le prime parole che mi vengono in mente se ripenso a quei momenti.

Lucas è andato via un'ora fa dopo una lunga chiacchierata con mia madre, che come al solito è stata super invadente.

<Sono molto felice per te> dice Cody guardandomi dritto negli occhi con un sorriso stampato sul volto. Probabilmente aspettava questo momento con più ansia di me. Pian piano i suoi occhi si riempiono di lacrime e il sorriso diventa una smorfia di dolore mentre la sua voce si trasforma in un pianto senza precedenti. Lo abbraccio e lascio che le sue lacrime inzuppino la mia maglietta. Non ho idea del perché stia piangendo, ma dati i suoi precedenti non voglio abbassare la guardia: se ha un problema deve parlarmene.

Dopo alcuni lunghissimi minuti Cody ha smesso di piangere e inizia a parlarmi.

<Io non sto bene, Hailey. Anche se sembro sano non lo sono. Una persona che cerca di togliersi la vita non guarisce in tre settimane e tu lo sai anche se non vuoi ammetterlo. Io ripenso in continuazione a quella sensazione di vuoto, al silenzio che sentivo mentre ero circondato dall'acqua. Rivivo quegli istanti in ogni momento e non posso fare a meno di pensare che forse doveva finire...che forse io dovevo finire. E questi pensieri non sono affatto da persona sana>

<Cody Louis Montgomery, tu sei il mio migliore amico e non ho intenzione di perderti. Tu sei la persona più importante della mia vita e non devi... non puoi lasciarmi. Devi sempre parlarmi di tutto>

<Hailey>

<Si?>

<Me ne vado>

Sono pietrificata. Se ne va? Dove? Perché? Quando ha pianificato la partenza?

<Che intendi?>

<Mi trasferisco in un centro di riabilitazione in periferia. Ho bisogno di guarire per poterti stare accanto come meriti. Starò lì qualche mese, forse un anno, dipende dai miei progressi>

Mi limito ad abbracciarlo in silenzio perché non ho idea di cosa dire. Ha ragione a voler guarire come si deve e io mi sento una stupida per aver pensato che stesse bene dopo quello che gli è capitato.

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Il Centro di Riabilitazione Rosemary è lontanissimo da casa e impieghiamo quasi due ore ad arrivarci. È un posto enorme che da fuori sembra quasi una villa o un museo di arte barocca. Il vialetto di ciottoli passa attraverso un rigoglioso giardino all'inglese pieno di fiori rosa e bianchi e arriva direttamente davanti al portone di legno. Il palazzo è altissimo e di un bianco brillante. Questo posto sembra uscito da un film Disney. Non capisco come un posto così bello possa essere utilizzato come centro di riabilitazione e non come un museo o una residenza di qualche ricco nobile. Forse l'ambiente aiuta la riabilitazione.

Suoniamo il campanello e una giovane donna dai capelli biondi ci accoglie nell'atrio. L'interno è meno sfarzoso dell'esterno e ricorda di più un ospedale o un'abitazione sterile. La donna ci accompagna in un ufficio molto grande: le pareti sono interamente ricoperte da grandi librerie di legno scuro e in fondo alla stanza è piazzata un'enorme scrivania, anch'essa in legno, dietro alla quale siede una donna di circa sessant'anni con lunghi capelli grigi raccolti in un'elegantissimo chignon.

<Prego, sedetevi> dice dopo qualche secondo con un marcato accento inglese.

Ci sediamo su delle comode sedie in pelle imbottite. Cody mi stringe la mano.

<Lei è la signora...>

<Watson>

<Watson...ah, eccola qui> toglie gli cocchiali e alza lo sguardo per la prima volta verso di noi. Ha degli occhi molto grandi di un azzurro ghiaccio intenso <allora, mi pare che il nostro nuovo arrivato sia lui, giusto?>

<Si, sono io> dice Cody e la signora sposta lo sguardo su di lui.

<Bene...la signora Watson non è sua madre, vero?>

<Vero>

<Quanti anni ha, Cody?>

<16>

<Bene, bene...allora la situazione è la seguente: il ragazzo è minorenne e lei non è un suo tutore legale, perciò ho bisogno di un'autorizzazione dei genitori del ragazzo per poterlo accogliere qui da noi>

Mia madre tira fuori un modulo dalla borsa e lo poggia sul tavolo.

<Ecco un'autorizzazione scritta dai genitori di Cody>

È falsa.

<Bene, bene...allora possiamo procedere>

Sorrido a Cody e spero che questo possa aiutarlo a stare meglio.

sigaretteWhere stories live. Discover now