𝗫𝗩𝗜𝗜𝗜 ho una cimice in valigia

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«Okay, quindi voi dovete acciuffare una vecchietta con un nome piuttosto ridicolo, riprendervi una lettera che vi ha rubato...e poi?»

Eravamo in camera di Peter, del Peter senza occhiali, dopo esserci fatti a turno la doccia, e indossavamo di nuovo i nostri vestiti.

«E poi niente, torniamo alle nostre vite»

«Che sono monotone e fanno schifo» Constatai inarcando le sopracciglia, finendo la frase di Jamie.

«In ogni caso, ho qualcosa che vi può aiutare» Esclamò Peter tirando fuori una valigetta di metallo, per poi aprirla.

«Ti prego dimmi che là dentro c'è del cibo»
«Lynn, ma pensi soltanto alle cose commestibili?»
«Se tu non fossi così acido, Mr. Papillon, avrei mangiato anche te»

Peter, quello originale, tirò fuori dalla valigetta un aggeggino grande sì e no quanto una cimice, che molto probabilmente era una cimice, ma non nel senso letterario.

«Non mi sembra una caramella»
«Lynn, per favore» Disse Connie, per poi ricominciare a parlare.
«Cos'è quello?»

«È un apparecchio elettronico che se indossato inganna la retina di chi lo guarda, così si può cambiare volto senza essere riconosciuti»

«Quindi...se Jamie indossa quel coso può diventare Beyoncé»
«Non è il mio desiderio, grazie!»

Guardai la cimice attentamente.
«Sì può sapere dove l'hai trovata!? Intendo, non credo che un giorno tu sia tornato a casa e Puf! tu abbia trovato un aggeggio tanto potente»
Esclamai, perdendo la pazienza.

«In effetti, anche se odio ammetterlo, l'ho rubata»
«Cosa? Spider-Man che ruba?!» Disse Connie.
«Mio dio, che irresponsabile» Esclamò Mr. Papillon.

«Ragazzi, tranquilli» Stavolta fu Jamie a parlare, «L'unica cosa che Peter può rubare, è il cuore di Ly-»
Stavolta non gli diedi un calcio, ma lo guardai così male che capì da solo.

Peter ripose la cimice nella valigetta, per poi farla chiudere con due click soddisfacenti, e posarla sulla scrivania di legno.

«L'ho trovata nel laboratorio di una certa Valentine Collins, non molto tempo fa. Ero nello stesso ferramenta da cui siete usciti, per comprare delle viti per un progetto di scienze»
«Immagino tu volessi diventare una sorta di uomo calamita»

«Stavo dicendo...» Esclamò Peter fulminandomi con lo sguardo, per poi proseguire.

«Appena ho varcato la porta, mi sono accorto di trovarmi in un laboratorio immenso, e il mio spirito Nerd non ha potuto fare a meno di emozionarsi per tutto ciò che c'era lì dentro»
«Peter e i matracci, un amore infinito»

«Eddai Lynn, questa non è una buona tecnica di rimorchio» Esclamò Jamie.

«In un angolo dell'edificio, dietro all'ultimo scaffale, mi è parso di vedere qualcosa che brillava. Quando mi sono avvicinato, mi sono accorto che era una valigetta, ma quando l'ho aperta e ho trovato la cimice, ho notato anche un'altra cosa.»

Vidi Mr. Papillon sbadigliare.

Perfetto, adesso Peter Benjamin Parker era anche Sherlock.

«Nella valigetta, c'era posto anche per un'altra cimice, identica all'altra. Ma sicuramente, è stata rubata.»

«Quindi c'è qualcuno che sta usando quell'oggettino magico per fingere di essere qualcuno che non è?»

«Non lo so Linda, ma il punto non è questo. Voglio che uno di voi la usi per trovare Vincenza e riprendervi la lettera»
«Avanti fratello, dillo che non ci vuoi intorno»
«Può darsi.»

«Piuttosto, io ho bisogno del vostro aiuto.»

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«L'unica ragione per cui non trovi il Signor Stark, è che lui è bloccato sulla nostra dimensione e non riesce a tornare qui»
«Quindi di conseguenza voi non riuscite a tornare a casa»
«Esattamente»

Connie sbuffò, seduta sul letto di Peter, asciugandosi una lacrima.

«Carota» Le andai incontro, mettendomi accanto a lei.
«Tutto okay?»
«Mmh»

La guardai, mentre Peter, l'altro Peter e Jamie giocavano a fare la battuta più pessima.

Fosse stato il momento giusto, sarei arrivata lì e avrei fatto la battuta più squallida di tutte, ma in quel momento l'unica cosa che volevo era fare compagnia a Connie.

«Mi manca casa»
«Ma se siamo qui solo da mezza giornata»
«È che non vedo i miei genitori da due settimane, e con quello che sta succedendo, ho paura che sia accaduto loro qualcosa, e...»

«Connie Larris» Le asciugai una lacrima, mettendole la mano sulla spalla.
«Sei una persona molto forte. Non può trattarsi solo di questo. A te manca Josh.»
«Come-»

«Lo so e basta. Diciamo che ho un potere magico. I tuoi occhi non mentono, ho visto come vi guardate. E fidati, per quanto io non lo sopporti, manca anche a me»

Carota mi abbracciò forte, mentre gli altri pensavano ai fatti loro.
«Ti voglio bene Lynn»

«Ehi, calma, è tutto apposto! Facciamo così. Domani indosso la cimice, e noi quattro, dato che il Peter originale mi annoia, andiamo a riprenderci la lettera. Faremo così tanto solletico a Vincenza che ci dirà che cosa ha escogitato e come faremo a tornare a casa, e una volta tornati, potrai dichiararti a Josh»

«Non credo di dovermi dichiarare. Sicuramente lo saprà già»
«Cosa mi nascondi!?»
«Mah, niente.»

Spazio autrice:

Honestly? Questo capitolo mi fa schifo. Ho fatto così tante battute nei primi capitoli che ora sono a corto di idee, help.

In ogni caso, cosa ci nasconde Connie con Josh?
Ma soprattutto, Lynn come pensa di trovare Vincenza in un mondo parallelo?
Bah, è scema.

Piccolo sondaggetto:

Quand'è il vostro compleanno?

Ricordatevi, aestethic e disegni sono ancora validi!
Alla prossima bbys♡

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