𝗫𝗫𝗩𝗜𝗜𝗜 "nasconditi e poi assalta"

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Mia madre era una donna particolare. Mi aveva sempre aiutata e sostenuta, almeno finché non aveva finto la sua morte per scappare dalle grinfie di vecchietti psicopatici.

A vedere la situazione dall'esterno, il tutto sembrava estremamente ridicolo. Una donna professionale e segretamente malvagia di nome Valentine Collins usa una cimice che cambia l'aspetto attraverso non si sa quale tecnica, e si tramuta in una temibile nonna decrepita che assomiglia vagamente ad un mix tra Albus Silente e Minerva McGranitt, con lo scopo di diffondere ragni robot in tutto il mondo.

La vera domanda era una sola. Perché cavolo voleva che tutti diventassero Spider-Man? Tanti supereroi non sono meglio di uno? La risposta mi giunse direttamente da mia madre.

«Lynn, so che te lo stai chiedendo. I ragni radioattivi robot sono speciali. Non conferiscono solo poteri, ma influiscono sul modo di essere della persona in questione»

«Mi stai dicendo che diventeremo cattivi?»

«Non in quel senso. Il vero obiettivo di Valentine, da quel che ricordo, è sempre stato quello di gettare scompiglio nel multiverso. Se fosse riuscita a trasformare la maggior parte della popolazione in Spider-Persone, non solo ci sarebbero stati troppi eroi in circolazione, ma questi avrebbero iniziato ad essere opprimenti, tanto da diventare loro la minaccia. Avrebbero iniziato a comportarsi come sentinelle, e le persone non avrebbero più avuto spazio personale. I ragni sono controllati da Valentine, proprio perché lei stessa li ha creati. Ha sfruttato Tony Stark per costruire le macchine, e poi se n'è sbarazzata, tanto che nessuno in questo universo ha mai effettivamente pensato a lui.»

«Quindi i nostri ragni...»

«Sono controllati da Valentine?» Disse Connie, togliendomi le parole di bocca.

«Esattamente. È per questo che una volta risolto tutto, dovrete liberarvene.»

Il mio sguardo si tramutò in una smorfia. L'unica cosa che mi rendeva davvero speciale era il mio potere. Senza quello, ero solo una sedicenne che vestiva come l'ape Maia versione skater, con un'autostima troppo alta e un livello esagerato di sarcasmo.

Mentre continuavamo a cercare un'uscita dalla dimensione specchio, vidi Josh sorridere in una maniera troppo sospetta. Qualcosa non quadrava.
Josh non aveva una densità di neuroni abbastanza alta per fare quell'espressione.

«Josh.»
Esclamai, mentre Connie gli stava accanto, aggrappata al suo bicipite destro.
«32+65?»
«97, perché?» Rispose lui con nonchalance.

«Beh, mio caro»
Feci una pausa molto teatrale, poi ripresi a parlare «Se fossi davvero Josh, avresti detto un numero come 73, o 44. Di certo non la risposta giusta. Quindi ora dimmi chi cavolo sei. Tira fuori la cimice.»

Potevo vedere l'espressione di mia madre tramutare in una smorfia, mentre Connie indietreggiava sospettosa, e Jamie, affiancato da Peter, guardava tutto con una faccia scioccata.

Il falso Josh Jones tese la mano davanti a me. Mi aspettavo che mi avrebbe fatto il medio, e invece appena ruotò i polpastrelli, sentii una fitta al cuore.

Non so come fosse possibile, ma quella era Valentine. Stava manipolando il ragno dentro di me. Mi mancava il respiro. Per un attimo pensai che forse, se lei avesse distrutto il mio ragno, avrebbe distrutto anche me.

Connie intervenne schiaffeggiando il falso Josh, e per sua fortuna la cimice cadde a terra, venendo assorbita dall'ennesimo specchio. Finalmente riuscii a respirare regolarmente.

Valentine era lì, di fronte a noi.

«Come diamine hai fatto? E soprattutto, dov'è il vero Josh?»
«Dove pensi che sia, mocciosetta? È al mio posto, in prigione. Con una cimice che non sa di indossare, perché pensa che sia stata distrutta tempo fa»

«Anche se sapesse di averla addosso, inizierebbe a ridere come un bambino pensando di stare giocando a guardie e ladri in incognito»
«Concordo con Lynn»
Esclamò Connie.
«Sì, idem»
Stavolta fu Peter a parlare.

«Voi ragazzini vi salvate sempre con battute pessime e argomenti fuoriluogo»
«In realtà lo fa solo Lynn» disse Jamie, «ma se vuole paragonarci tutti a quella sottospecie di ape gigante faccia pure»

Alzai gli occhi al cielo, poi puntai nuovamente lo sguardo su Valentine, la quale ormai iniziava ad annoiarsi.

«Io posso controllarvi. Non potete distruggermi, nemmeno con tutta la forza di volontà del mondo.»
Sentii nuovamente la fitta al cuore, e poi mi accorsi che anche i miei compagni erano inginocchiati, in preda al dolore.

Onestamente, mi aspettavo che mia madre, ancora in stato di shock, fosse pietrificata, incapace di muovere un qualsiasi muscolo. Ma quando, ancora sofferente, alzai lo sguardo verso di lei, che per fortuna era l'unica a non avere il veleno di un ragno radioattivo ritardato robot dentro le vene, mi resi conto di quanto io e mia madre ci assomigliassimo.

Stava usando la tecnica "nasconditi e poi assalta". Ora vi spiego in cosa consiste.
Di punto in bianco si nascose dietro uno specchio. Non chiedetemi come, ormai quella dimensione mi stava dando alla testa.
Aspettavo con ansia il momento in cui sarei potuta uscire.

Mentre noi ci contorcevamo dal dolore e la sconfitta personale di essere manipolati da una nonnina fashion, mamma prese la rincorsa e si lanciò addosso a Valentine. Si strappò un pezzo della camicia e coprì la bocca della donna mentre questa si dimenava come un bambino.
Poi tirò fuori delle manette (mia madre mi sorprendeva ogni secondo di più) e stando praticamente spiaggiata sulla vecchietta, gliele mise e poi sorrise soddisfatta.

«Nessuno ha intenzione di chiedermi perché avevo delle manette in tasca da secoli?»
«Forse perché sei strana quanto tua figlia»
Esclamai io, ridacchiando.

«Ho fatto un corso di autodifesa, molto tempo fa. Il nostro istruttore aveva delle manette poiché lavorava in polizia, e io gliele rubai»
«Ma sì, la cosa più normale del mondo»

«Eccome! Noi Jones siamo così!»

«Ho notato»
Disse Peter, palesemente a disagio, lanciandomi un'occhiata.

«Bene, ora che si fa?»
Esclamò Jamie, indicando Valentine, giacente per terra con una smorfia seccata in volto.

«Prima di tutto riprendetevi da quell'attacco di cuore artificiale. Poi si esce. E possibilmente voglio riprendermi mio figlio. Non mi ha ancora rivista. Chissà che trauma, sono invecchiata piuttosto male»

Tutti ridemmo.

Era ora di riprendere in mano la situazione.

Spazio autrice:

boh ragazzi, a me sta venendo da piangere🤠

in due capitoli il libro sarà finito, e tutto ciò che rimarrà sarà lo spirito dei nostri personaggi, che risiede nei nostri cuori.

forse prima o poi faccio un capitolo spin off con loro studenti universitari, ma VOI DOVETE LEGGERLO O VI MANGIO

amatemi che vi devo dire HEHDHS
e passate a leggere le mie altre storielle cute <3

bye babies

-luk🧃

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