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Un rumore sul ripiano della scrivania.

Una matita che batte ora la punta ora il fondo sul legno.

Non ha pazienza Enji Todoroki, quando è sul lavoro poi meno che mai.

Fuyumi l'ha chiamato, percettibilmente alterata. Ieri non ha avuto modo d'incontrarla, essendo la domenica il giorno in cui i ragazzi fanno visita alla madre ha preferito pranzare fuori e starsene in ufficio tutto il giorno.

Non lo ammetterà mai, ma ancora, di tanto in tanto, gli sale il dubbio che sua figlia possa domandargli se vuole andare assieme a loro.

Ecco perché evita. Preferisce tenersi il tarlo, piuttosto che andare incontro ad una realtà dolorosa. Di cui è lui stesso l'artefice, forse.

Ma non riesce ancora a perdere del tutto le speranze. Ha lottato a lungo, senza arrendersi, senza cedere al Fato beffardo che ogni volta lo privava della giusta ricompensa. Ogni gravidanza, una nuova, cocente delusione. Fuoco, femmina, ghiaccio.

Alla fine aveva avuto ciò che bramava. Il suo gioiello, l'erede perfetto, il suo Shouto.

Che però continua a fare le bizze e ribellarsi all'autorità paterna.

E adesso Fuyumi è in pena proprio per lui. L'ennesimo colpo di testa, l'ennesima puntata di piedi adolescenziale. Età maledetta.

Si augura che suo figlio ne esca in fretta. Che diventi più ragionevole, malleabile ai consigli paterni e la smetta di incaponirsi. E' testardo, Shouto: almeno quanto Enji stesso. Se non fosse che gli rema contro sempre e comunque, ne sarebbe enormemente orgoglioso.

Ma tanto prima o poi cederà, ne è sicuro. E' soltanto questione di tempo.

Forse ... gli servirebbe solo allentare un pochino la tensione. E' un bel ragazzo suo figlio, ha notato la stregua di ammiratrici che si porta dietro anche se ha soltanto sedici anni, diciassette a gennaio. Ormai è un uomo, di sicuro sente anche lui certi desideri, anche se sembra sempre così compassato e disinteressato in fondo ha il sangue caldo dei Todoroki che gli ruggisce nelle vene. Anche se si rifiuta di ammetterlo, e magari si rifiuta pure di accondiscendere ai suoi stessi impulsi, preso dalla smania di controllarsi all'estremo.

Non hanno mai fatto di questi discorsi, non si è mai preoccupato di istruire suo figlio in questo senso. Ha sempre pensato che non occorresse, che in un determinato momento Shouto prendesse e seguisse l'istinto, che di belle ragazze esperte ce ne sono tante. Ma è quasi convinto che il suo erede non si butterà via con la prima che passa, aspetterà quella giusta, con un pedigree impeccabile e si concederà le gioie del talamo solo dopo averla impalmata come si deve.

In realtà anche lui ... ha fatto così, più o meno. Avrebbe potuto divertirsi un sacco, ma aveva in mente solo il suo obiettivo e non gli interessava andare in giro a scopare di qua e di là. Ha avuto qualche rapporto, quanto richiedeva il suo onore e la sua fame di giovane uomo, con delle donne disponibili e disinibite; ma è stato un semplice sfogo fisico, nulla di che. Senza un grande appagamento: il sesso gli piaceva, d'accordo, ma toccarsi e strusciarsi e tutte quelle cose con una sconosciuta che sapeva già a priori non possedesse ciò che cercava lui ... bah. Lo lasciava alquanto indifferente.

E poi era arrivata Rei.

Ricorda, Endeavor, il breve periodo del loro fidanzamento. I suoi timidi baci a labbra chiuse, le sue mani sempre fredde che gli si posavano sul petto, puntando i piedi. La sua purezza era sconcertante: avrebbe dovuto essere quasi avvilente, tanto era riservata e quieta e restia a lasciarsi andare, invece era stata una sfida appassionante, farle conoscere il piacere carnale.

La prima notte di nozze è un frammento che custodisce gelosamente nella sua memoria. Era così tesa e spaventata, ma si fidava di lui. Anche se non lo conosceva quasi, si era affidata alle sue mani con dolcezza, lasciandosi spogliare, ammirare in tutta la sua glaciale bellezza.

Heart's in right sideHikayelerin yaşadığı yer. Şimdi keşfedin