13.

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Un rumore. Forte.

Come di qualcosa che crolla, che precipita al suolo.

Apre gli occhi.

Il primo impulso di un apprendista Eroe allenato a reagire immediatamente al pericolo?

Balzare su e armare il proprio quirk. Per difendere i propri cari, proteggere la propria casa da chiunque abbia cattive intenzioni.

Anche se in effetti è strano. Villa Todoroki dovrebbe essere impenetrabile, infarcita all'inverosimile di dispositivi di sicurezza com'è. E' praticamente impossibile giungere a cento metri di distanza dal cancello senza che scatti una sarabanda di allarmi silenziosi e facciano accorrere Pro Hero – suo padre in primis- e la polizia ad armi spianate.

Ha appena il tempo di infilare le scarpe. Il braccio destro è già cristallizzato quando salta sul davanzale della finestra, pronto all'azione.

Non ha paura. La prima cosa da fare è controllare l'area e provare a metterla in sicurezza, far correre i suoi fratelli in un luogo sicuro e fuori portata per chiunque, come ad esempio la camera blindata e lasciare a lui il compito di gestire la situazione finché non arriveranno i soccorsi.

Non avere la sua tenuta da Hero potrebbe essere un problema, ma al diavolo. Ha già lottato senza e non ha riportato gravi danni. Se la caverà.

Ma adesso deve lanciarsi. Subito.

Durante la notte ha smesso di piovere, però si è messo al freddo. Il cielo è ancora grigio e coperto, l'aria è ghiacciata, non gli dà fastidio ma gli fa prudere la punta del naso, pizzicare gli occhi.

Una volta giunto nel mezzo del giardino Inarca un sopracciglio, il sinistro. La pelle sullo zigomo tira un poco, ma subito passa: pare abbiano fatto pace, di nuovo.

Spera che almeno questa volta duri. Che non sia l'ennesimo fuoco di paglia tra loro due.

Se fosse più in vena apprezzerebbe la battuta.

Ma è troppo impegnato a squadrare Natsuo che lotta con un grosso ramo di uno dei pruni. Un altro è già a terra, ed ecco svelato cos'era stato quel baccano.

Ritira il quirk, si avvicina al fratello in equilibrio su una barcollante scala a pioli di legno. << Ma ... ma che ...? >>.

<< Oh, Shouto! >>. Fuyumi ch'era sulla veranda alza il braccio, gli fa un cenno. Sorride, le mani sui fianchi, inguainate in un paio di spessi guanti da giardinaggio.

Il minore dei Todoroki la osserva un istante mentre si avvicina, poi torna a guardare perplesso il fratello in maglietta e auricolari. Sta litigando con un piccola sega dentata, sbuffando e smangiucchiando mezze imprecazioni a bassa voce. << E che caz ... >>.

<< Vedi che ti sento! >>, lo avvisa la sorella urlando per oltrepassare la cortina sonora.

<< Ma sei proprio sicura che sia il caso, Fuyumi? >>, chiede Shouto. << La terra è ancora un po' umida >>, osserva, battendo il piede in una piccola pozza di fango rappreso che gl'imbratta la punta della scarpa.

<< Oh, sì. Gli farà bene >>, ghigna la ragazza palesemente divertita.

Il piccolo alza le spalle. << Vabbé. Vado almeno a tenergli la scala >>.

<< Bravo. Anche perché poi ce n'è anche per te >>, dichiara Fuyumi indicando un paio di cesoie lasciate sul gradino. << Buon divertimento, piccini >>.

<< Fuyu-chan, ma devo proprio ... oh, buongiorno, fratellino. Dormito bene? >>. Natsuo interrompe la sequela di lamentele per occhieggiare il fratello minore sotto di lui, sfila un auricolare.

Heart's in right sideWhere stories live. Discover now