Otto mesi.
Ti sembrerà strano ricevere questo dopo otto mesi, in fondo non è una ricorrenza che si festeggi: un mese, un anno, okay, ma otto mesi è quasi comune, di solito passano senza nemmeno accorgersene.
Be', immaginerai, nel leggere, che per me non è affatto così.
Forse le altre date mi hanno visto un po' indifferente, ma per caso qualche giorno fa mi è capitato sotto gli occhi un certo blocnotes, su cui ho riletto cose che mi hanno spinto a tenere bene in mente che oggi sono otto mesi.
Otto mesi.
A conti fatti, duecentoquaranta giorni, all'incirca.
Più o meno quanto potrebbe impiegare un bambino a crescere dentro la sua mamma, prima di venire alla luce.
E questo è impegnativo, certo, lo è.
Ma non credere, anche per noi lo è stato altrettanto.
Potrebbe sembrare ad un'occhiata che non abbiamo generato nulla, che siano trascorsi semplicemente tra una cosa e l'altra.
Che i fogli strappati dal calendario accumulati nel cestino siano soltanto pezzi di carta, un po' come le pagine di questo blocco.
E invece non è così.
Io personalmente non ho mai capito perché le persone si ostinino a voler contare l'età partendo dal giorno della nascita: dovrebbero farlo da prima, molto prima, da quando quel germoglio attecchisce e inizia a sbocciare, malgrado sia ancora incerta la sua resistenza, la sua sopravvivenza comunque c'è. Tocca scandagliare per vederlo, sì, ma c'è e si fa sentire, un piccolo battito, un fremito. Un lento suono sommerso, all'inizio distante, che poi cresce fino ad inglobare tutto il resto, ed esplodere.
Così è stato anche per noi.
Ci siamo nascosti nel profondo, nel buio caldo e accogliente di quattro mura, dove nessuno poteva vederci e sentirci, in silenzio all'inizio, senza quasi osare confessarlo, sussurrandolo ad un orecchio fidato o lasciando semplicemente che lo intuissero senza doverlo dire.
Man mano che crescevamo, però, hanno iniziato ad accorgersi di noi. A notare i nostri segnali, a sentire i nostri suoni, a contare il tempo trascorso e rendersi conto che ormai eravamo realtà, giorno dopo giorno, la nostra storia che prendeva forma e si espandeva e si scaldava e si illuminava, un po' come fanno le stelle.
E adesso, sono otto mesi.
Otto mesi di ansie, di aspettative, di vita che pulsa anche se celata, non rivelata in piena luce, ma presente e cosciente.
Otto mesi di attese infinite, di rimandi, di rimorsi e pentimenti.
In cui ce ne siamo dette di tutti i colori, ci siamo insultati e ancora continuiamo, ma sappiamo entrambi che è soltanto uno scherzo, solo perché è un altro modo di toccarci, di esserci vicini.
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Heart's in right side
Teen FictionTodoroki sfugge allo sguardo rosso che gli si posa addosso di sfuggita, a quell'angolo delle labbra impunemente stirato, mentre parla - o meglio, impreca - contro Kirishima e Kaminari, intorno al suo banco. Sta giocando al gatto e al topo. E' convi...