|Capitolo 4|

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Quel sabato mattina Jimin ebbe un risveglio diverso dal solito. Aprì lentamente gli occhi e tutto ciò che vide fu un bigliettino giallo sul suo cuscino.

Buongiorno,
ieri sera era rientrata tua mamma, perciò sono uscito dalla finestra senza fare rumore. Ci vediamo davanti a scuola alle 7:50, puntuale.
                                                  Yoongi

P.S. quando dormi sei adorabile, scusa per ieri

Jimin sorrise davanti a quel bigliettino e lo infilò all'interno del suo piccolo diario, che custodiva con cura in una scatola sotto il letto.
Si preparò e quando scese al piano inferiore si ricordò della sua dieta, perciò superò la cucina a grandi passi e si diresse verso il salotto per salutare la madre.

«Buongiorno tesoro!» esclamò la signora, prima di stringere il figlio in un caloroso abbraccio.
«Buongiorno» ricambio Jimin, abbracciandola a sua volta. Il suo sguardo cadde poi sulle valigie vicino al divano.

«Parti?» chiese il ragazzo, indicando le valigie con voce un po' tremante.
«Volevo parlartene ieri, ma quando sono tornata stavi già dormendo. Devo uscire dal paese due settimane per lavoro. So che non è troppo tempo, ma se vuoi puoi venire con me» spiegò lei, abbassando lo sguardo. Non voleva lasciare il figlio da solo ancora una volta, ma era costretta. Era l'unico stipendio che avevano e lei voleva il meglio per il suo Jimin.

«Due settimane?!»
«Tesoro stai calmo, non sarai solo. Ho avvertito Mrs Rose, te la ricordi?» chiese, sorridendo dolcemente.
«Sì me la ricordo, come dimenticarla»
Mrs Rose era stata la sua babysitter per qualche anno, da quando lui aveva compiuto dieci anni. Era particolarmente legato a lei, la considerava come una zia e ogni tanto lei passava a trovare la famiglia Park oppure lui le faceva visita.

«Ecco, ha detto che passerà a controllarti ogni tanto e che in caso di bisogno puoi chiamarla. Ah quasi dimenticavo, ho avvertito anche i vicini» disse la donna, raccogliendo velocemente alcuni fogli.
«E come hai fatto a parlare con loro dato che esci a orari improbabili?» chiese Jimin con un pizzico di rabbia.
«Li ho incontrati stamattina mentre stavano sistemando alcune cose in giardino. A quanto pare si svegliano molto presto anche loro» rispose lei semplicemente.
«Dunque tesoro, vado a lavoro e torno verso le sei. Devo trovarmi in aeroporto prima di cena quindi farò tutto di fretta. Tu ci sarai per salutarmi?» chiese lei, mettendo su un tenero broncio infantile.

«Certo, ci sarò. Ci vediamo dopo allora, ciao mamma!» esclamò il ragazzo, prima di avviarsi verso la porta.
«A dopo tesoro, ti voglio bene!»
«Io di più!» e così dicendo, uscì di casa e si avviò verso la fermata dell'autobus.

Arrivato davanti a scuola si guardò intorno alla ricerca di Yoongi, di Jungkook o di qualsiasi altra persona a lui conosciuta, pur di non restare da solo, ma i suoi pensieri furono interrotti da una notifica sul cellulare

Numero Privato: Sei solo? Chiediti perché. Forse le persone si vergognano a starti vicino.

Non fece in tempo a spegnere lo schermo del cellulare, che una mano si posò sulla sua spalla. Si voltò e con piacere notò che si trattava di Yoongi.

«Ciao, come stai?» chiese il maggiore.
«Bene, grazie. Tu?»  rispose il più piccolo, ammirando la bellezza unica del ragazzo di fronte a sé.
«Bene. Qualcuno ti ha dato fastidio? Sembri triste» chiese, già pronto a mettersi nei guai per il più piccolo.
«No no, sono appena arrivato» mentì Jimin. Non voleva raccontare dei messaggi che riceveva, erano troppo pesanti e preferiva ignorarli.
In pochi minuti arrivò anche Jungkook, il quale dopo aver salutato velocemente il suo migliore amico e Yoongi, venne richiamato da Taehyung e si avvicinò a lui, lasciando gli altri due da soli a parlare delle lezioni.

𝐓𝐫𝐞𝐚𝐬𝐮𝐫𝐞 - 𝐘𝐨𝐨𝐧𝐦𝐢𝐧 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora