|Capitolo 5|

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Erano le sei e mezza.
Jimin era appena uscito dalla doccia e aveva da poco avviato una chiamata con il suo migliore amico.

"Pronto?" rispose Jungkook, dopo tre squilli.
"Kook c'è un problema" disse il biondo, spaventando il ragazzo dall'altra parte.
"Oddio dimmi"
"Non so come vestirmi" rivelò.
"Questo lo chiami un problema?" chiese l'amico ironicamente.
"Non è un problema, ma ho comunque bisogno del tuo aiuto."
"A cosa servo?"
"A consigliarmi cosa mettermi?" Disse il biondo con fare ovvio.
"Potresti metterti qualcosa di attraente, però non vorrei che tu diventassi una calamita per i vecchi arrappati" terminò il moro con voce disgustata.
"Allora prima cosa, che schifo. Secondo, io non so vestirmi in modo attraente. Tutto ciò che c'è di attraente nel mio armadio è un maglione peloso rosa pastello." ammise Jimin, senza vergogna. Il suo armadio era colmo di capi d'abbigliamento neri e bianchi, ma ogni tanto saltava fuori qualche colore più acceso, come il rosa pastello tanto amato dal sedicenne.
"Siamo messi male. Ok, vengo io da te alle sette e mezza, ma tu mi ascolterai e farai ciò che ti dico!" disse il moro velocemente.
"Che cosa hai intenzione di far-" stava per finire la frase, ma venne interrotto dall'altro che chiuse la comunicazione.
Indossò qualcosa di comodo e aspettò l'arrivo del suo migliore amico, guardando un film di fantascienza.

«Mi rifiuto, non posso andare in giro così!» disse Jimin, guardandosi allo specchio.
«Come no? Ti stanno da Dio!» affermò il migliore amico, soddisfatto della sua creazione.
«Ah davvero? Si vede tutto!»  si lamentò il biondo, cercando di nascondere quel poco di pelle che si intravedeva sul petto.
Indossava una camicia nera abbastanza larga e leggera sulle spalle, bisognava portarla con i primi due bottoni slacciati, ma Jimin si vergognava anche di quei pochi centimetri di pelle.
«Sei perfetto, ora mettiti le scarpe e la giacca. Tra poco dobbiamo essere a casa mia» disse il moro, sistemandosi i capelli con un filo di gel. Anche lui indossava una camicia abbastanza larga, più stretta in vita e di colore bianco, abbinata a dei pantaloni scuri in pelle finta.

Dopo pochi minuti uscirono di casa e si avviarono verso quella del moro.
Verso le nove arrivarono anche Namjoon, Jin e Hobi, così soprannominati dai loro amici, per poi avviarsi tutti insieme verso la discoteca.
Poco più tardi arrivarono anche Yoongi e Taehyung, lasciando i ragazzi più piccoli a bocca aperta e viceversa.
«Ciao ragazzi» si intromise Yoongi, scuotendo amichevolmente la mano davanti al gruppo sconosciuto di ragazzi.
«Ah...ehm Tae, Yoongi, loro sono Namjoon, Seokjin e Hoseok. Ragazzi loro sono Taehyung e Yoongi» spiegò Jungkook, togliendo i due nuovi arrivati da quella situazione imbarazzante.
Si inserirono nel grande gruppo di persone che facevano la fila all'ingresso e dopo venti minuti riuscirono ad entrare senza problemi. Presero posto su una fila di divanetti rossi circolari, in modo da poter parlare tra di loro senza problemi.
Per tutto il tempo Hoseok non aveva fatto altro che interrogare Yoongi e Taehyung per conoscerli meglio. Era un ragazzo solare e aperto a nuove conoscenze, nonostante fosse profondamente legato al suo gruppo di migliori amici. Yoongi era amichevole, ma difficilmente conosceva persone nuove di sua spontanea volontà, infatti aveva un solo migliore amico fin dai tempi dell'infanzia. A Taehyung invece non interessava avere troppi amici, bastava averne uno solo su cui poteva contare sempre, però trovava quel gruppo di amici molto piacevole, ne era incuriosito.

Jimin rimase ad ascoltare la conversazione con un leggero mal di testa dovuto al pomeriggio, passato a fare esercizio fisico per più di un oretta e mezza. Non lo considerava tanto tempo di allenamento, ma non aveva mangiato nulla dalla sera precedente, perciò risultava più faticoso e stancante.
I suoi pensieri vennero interrotti dalla voce di Nam  «Chi vuole qualcosa da bere?» chiese, prima di alzarsi dal suo posto per riferire l'ordinazione al barman.
«Per noi sempre il solito, voi?» chiese Jin, rivolgendosi poi ai due nuovi arrivati.
«Oggi passiamo, meglio evitare inconvenienti» sorrise Tae, parlando anche per il suo amico.
«Va bene. Chim, Kook?» si rivolse poi ai più piccoli.
«Per ora no, grazie» parlò il moro per entrambi, prima di voltarsi verso la pista a causa di una canzone che conosceva.
«Oddio Chim, vieni andiamo a ballare!» urlò emozionato per la canzone, trascinando in pista il povero amico che voleva solo riposarsi. Iniziarono a ballare a ritmo di musica, lasciando a bocca aperta i due compagni di scuola. Ballavano insieme fin da quando erano piccoli e ogni tanto si incontravano ancora per improvvisare qualche coreografia.
Yoongi rimase ad ammirare Jimin per quasi tutta la serata, non riusciva e non voleva staccare gli occhi da quel corpo sinuoso che si muoveva con leggerezza e armonia. Sembrava una visione donata dal cielo, i movimenti delicati e l'emotività nei suoi occhi lo rapivano completamente. A un certo punto il gruppo intero di ragazzi decise di unirsi ai più giovani e Yoongi si avvicinò a Jimin per ballare un po' con lui. A causa del poco spazio si ritrovarono a pochi centimetri di distanza l'uno dall'altro e appena ebbe la possibilità, il maggiore si chinò verso Jimin per sussurrargli "sei bellissimo" all'orecchio, per poi tornare al suo posto con un dolce sorriso sul volto.
Il minore diventò rosso in viso e sorrise debolmente in risposta  «G-grazie, anche tu»  balbettò alzandosi leggermente sulle punte dei piedi per farsi sentire dal maggiore.
«Che ne dici se usciamo un attimo?» propose Yoongi, ricevendo un cenno di assenso da parte dell'altro.

Una volta fuori si sedettero su una panchina poco distante dall'entrata e incominciarono a parlare.
«Come stai?» iniziò Yoongi.
«Bene, tu?»
«Bene. Domani pomeriggio sei libero?»
«Direi di sì, perché?»  rispose il minore, concentrandosi sulle proprie scarpe.
«Voglio portarti in un posto speciale» disse il maggiore, facendo trasparire un luccichio emozionato negli occhi.
«Hai già un posto speciale? Vivi qui da pochissimo» ironizzò Jimin. In effetti Yoongi si era trasferito in quella cittadina da neanche una settimana, era improbabile che la conoscesse così bene da avere addirittura un posto speciale.
«Ci venivo con mia madre quando ero più piccolo, per questo lo conosco bene» ammise il maggiore, assumendo un tono malinconico.

Dopo pochi attimi di silenzio, Jimin decise di cambiare discorso per non rovinare l'atmosfera e l'umore del ragazzo.
«Posso farti una domanda?»
«Certo»
«Sai se Taehyung è interessato a qualcuno?» domandò il più piccolo con leggerezza.
«Taehyung? Perché vuoi saperlo? Lui ti piace?»  domandò subito il moro. Neanche lui sapeva il perché, ma l'idea che al più piccolo interessasse qualcuno gli provocava una sorta di bruciore alla pancia.
«No, non a me, ma credo piaccia a Kook» chiarì il biondo, regalando all'altro un sorriso da fare invidia al sole.
«Ah, comunque anche a lui piace il tuo amico. Non fa altro che parlarmene, dalla mattina alla sera -ridacchiò Yoongi, prima di continuare- A te invece piace qualcuno?»
«C'è una persona che potrebbe interessarmi, ma non mi vedrà mai in quel modo» balbettò abbassando lo sguardo. Non voleva che il maggiore capisse che si stava riferendo proprio a lui. Nonostante si conoscessero da pochissimo, Jimin si era affezionato al moro, forse per il suo essere così protettivo o forse solo per le attenzioni che non aveva mai ricevuto da nessun altro.
«Capito»
«T-tu? Sei interessato a qualcuno?» balbettò poi Jimin, timoroso della risposta del più grande.
«Sì, ma devo ancora conoscerlo a fondo»  questo provocò al minore una fitta al cuore. Sapeva di non piacere al moro, per lui era ovvio. Chi mai si sarebbe interessato a un ragazzo come lui? Un po' ci sperava, ma a quanto pare Yoongi aveva occhi per qualcun altro in quel momento.
«Ah andrà bene, vedrai» concluse con tono leggermente distaccato, per poi tornare a guardare le stelle, ignorando completamente la delusione del momento.

𝐓𝐫𝐞𝐚𝐬𝐮𝐫𝐞 - 𝐘𝐨𝐨𝐧𝐦𝐢𝐧 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora