|Capitolo 15|

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«Salve a tutti. Vi ho convocati, perché è accaduto un fatto grave, che mi ha lasciato parecchio sconvolto. I ragazzi presenti hanno aggredito questi due studenti ieri pomeriggio. Prima che possiate ribattere, inventando scuse fasulle, ho visto le riprese della telecamera di sicurezza. Vorrei sapere il motivo del vostro gesto così violento e immaturo»

Mi trovo di nuovo seduto sulla poltroncina davanti alla cattedra del preside. Alla mia destra c'è  Jungkook, mentre alla mia sinistra, ovviamente lontano da noi, sono seduti Brad e i suoi due amici. Alle nostre spalle sono disposti in fila i nostri genitori, compresi quelli degli idioti al fondo della stanza.

«Jimin di che si tratta?» Chiede mia madre spaventata e forse un po' delusa.
Mi dispiace che abbia dovuto interrompere il lavoro per questo. Lavora quasi tutti i giorni ad orari improponibili solo per me, se non fosse per lei, non avremmo neanche un appartamento dove vivere. Non perde mai un giorno di lavoro, ama ciò che fa, è appassionata e non sopporta quando è costretta a saltare un impegno.

«Cosa hai fatto?» Domanda una donna con tono brusco, la quale suppongo sia la madre di Brad. Lui infatti sbuffa e riporta l'attenzione sul preside.
Mi volto verso di lui e gli altri due ragazzi, per sentire le loro motivazioni, ma loro non dicono nulla e rimangono in silenzio.

«Preferite tacere? Almeno porgete le vostre scuse» insiste il preside con sguardo severo.

«Io non li ho toccati» afferma Brad, portando il busto un po' più avanti verso la cattedra.
«Le riprese dicono il contrario. All'inizio hai dato l'ordine e poi, solo alla fine, ti sei esibito pure tu. Ci terrei a precisare che non sopporto gli atti di bullismo. Porgete immediatamente le vostre scuse, o da qui nessuno esce» appoggia la schiena alla poltrona e incrocia le braccia al petto.

«Va bene. Scusate» sbiascica con tono offeso e quasi disgustato. Anche gli altri ragazzi fanno lo stesso, ricevendo rimproveri da parte dei loro genitori.

«Verranno presi provvedimenti, spero»  borbotta la madre di Jungkook, lo sguardo puntato verso il preside e le mani ad accarezzare le spalle del figlio. Prendo la mano del mio migliore amico tra le mie e la stringo forte in segno di sostegno. Siamo entrambi in questa situazione, perciò meglio farsi coraggio a vicenda.

«Certamente» Concorda il preside, accennando a un segno positivo con la testa.
«Verranno puniti in ambito scolastico, questo è poco ma sicuro. Fuori da scuola non è mio compito giudicare, sta a voi decidere se trasferire il tutto sul piano legale. Tornando a noi, i ragazzi verranno espulsi per tre settimane, i loro voti in condotta verranno abbassati e passeranno le loro mattinate a riverniciare le pareti della scuola» Conclude, lasciando i tre idioti a bocca spalancata.

«Non può farci questo! Ho gli allenamenti, dovremo recuperare tutte le lezioni e un voto basso in condotta può comportare la bocciatura!» Grida Brad, ottenendo subito lo sguardo incavolato di sua madre addosso.

«Eh no caro mio! Pensi pure di passarla liscia? Te lo meriti e, quando torneremo a casa, farai i conti anche con tuo padre!» Urla lei, lasciando tutti sbalorditi.
« Jimin, Jungkook, mi scuso per il comportamento di mio figlio. Di sicuro non lo abbiamo educato così. Verrà punito e posso assicurarvi, che non si ripeterà più» si rivolge a noi con tono più dolce, unisce le mani e si inchina leggermente in segno di scusa.

«N-non si preoccupi» rispondo con un piccolo sorriso.
«Bene, dovreste compilare alcuni moduli e poi potete andare» annuncia il preside, prima di alzarsi e aprire la porta dell'ufficio.

Una volta concluso l'incontro, ci alziamo e usciamo finalmente dall'ufficio.
«Tesoro, perché non mi hai detto niente?» Si avvicina mia madre, passandomi una mano tra i capelli.
«Scusa mamma, non credevo fosse importante» mi invento sul colpo.
«Qualsiasi cosa ti riguardi è importante, la prossima volta raccontami i tuoi problemi. Ti posso aiutare, anche se nel mio piccolo» mi risponde, prima di dirigersi con la madre di Kookie verso i genitori di Brad e degli altri due.

«Finalmente è finita, non ne potevo più. Ti avverto amico, una volta terminato il periodo di espulsione, quello ci ammazza» mi sussurra Kookie, lanciando sguardi spaventati verso il ragazzo.
«Spero vivamente di no, ma almeno per un po' di tempo non dobbiamo preoccuparci»

Suona la campanella della ricreazione e gli studenti cominciano a riempire il corridoio. Veniamo raggiunti da Yoongi e Taehyung, i quali si fermano davanti a noi, come a voler formare uno scudo.
«Potete stare tranquilli, davanti a sua madre non farà niente» accarezzo debolmente il braccio di Yoongi. Ormai non ho più forze, faccio fatica pure ad alzarmi dalle sedie o dal letto. Mi sento uno straccio.

«Devo dirgli una cosa» afferma Yoongi, per poi avvicinarsi a Brad. Gli rivolgo una sguardo spaventato e sto per seguirlo, ma il braccio di Taehyung mi blocca.

«Nono, voi non vi avvicinerete a quello. Non esiste» sbotta, impedendoci persino la visuale. Sembriamo due bambini che cercano di fuggire dai genitori.
Yoongi torna poco dopo, ha un'espressione seria e per le ore seguenti si perde nei suoi pensieri.

Durante il pranzo resto vicino a lui, senza toccare cibo ovviamente. Lui prova a farmi mangiare qualcosa, ma non me la sento. Non ci riesco. Non dopo quei cinquantaquattro chili.
«Hyung, mi dici cosa hai chiesto a Brad?»  Gli sussurro, mentre gli altri due parlano tra di loro.

«So che non ti piacerà saperlo, ma dopo averlo minacciato di non toccarti mai più-» comincia lui.
«Tu cosa?!»  lo interrompo, senza alzare il tono di voce.
«Sì, l'ho minacciato, ma non è questo il punto. Gli ho anche detto di non mandarti più messaggi minatori, neanche dal cellulare dei suoi amici» Continua continuando a mangiare.

«Ma non sappiamo se è lui o meno» ribatto.
«Beh era molto probabile. Pensaci bene, chi potrebbe mandarteli oltre a lui e i suoi amici? Qui a scuola intendo» ora che ci penso, non ha tutti i torti. Nessuno mi conosce, solo loro mi avevano preso di mira, in più il mio numero lo conoscono in pochi.

«Già, hai ragione. Quindi è stato lui?» chiedo incuriosito, forse anche questa storia è giunta a una conclusione.
«No. Mi ha detto che non ne sapeva niente. Ha ammesso di averti picchiato, ma ha giurato di non aver avuto niente a che fare con i messaggi» Risponde indurendo lo sguardo, come se stesse ragionando.

«Magari mentiva»
«No fidati, si capiva che stava dicendo la verità. Era confuso e, in un certo senso, deluso di non averci pensato» abbandoniamo la conversazione, dal momento che preferiamo parlare di altri argomenti.

Arrivo a casa e mi abbandono sul divano.
Devo ancora svolgere le ultime attività della giornata, ma le forze mi stanno abbandonando piano piano. Mi dirigo in cucina e afferro una grande bottiglia d'acqua, da bere durante lo studio e gli allenamenti.
Finisco di studiare verso le sette di sera, per poi concentrarmi due ore intense sulle prove delle mie coreografie.
Purtroppo oggi Kook non poteva allenarsi con me, perciò mi tocca stare da solo. Di solito mi alleno in salotto o in camera, ma lo spazio è minimo e non è per nulla pratico. Provo una coreografia, che è da pochi giorni che sto preparando, dedicata a Yoongi. La base è una canzone che sto scrivendo, ma non è ancora completa, infatti ho solo la base per ora.

Mi alleno fino alle nove di sera e appena finisco, mi fiondo in doccia e rilasso il corpo indolenzito.
Ovviamente mia mamma non c'è, perciò mi tocca passare un'altra serata da solo. Mi dirigo al piano inferiore ma, una volta sceso l'ultimo gradino, sento la testa girare talmente tanto da rischiare di cadere. Mi volto verso la porta di casa ed esco, senza preoccuparmi di richiuderla. Cerco di prendere aria, per migliorare la situazione, ma non funziona.
Mi tremano le gambe, le labbra sono secche e sento forti brividi attraversarmi il corpo.

«Jimin? Che fai?»  Sento la voce di Taehyung da lontano, ma non riesco a capire da dove provenga. Cerco di avvicinarmi alla porta di casa, ma non faccio in tempo ad entrare, che tutto diventa buio in un secondo e le uniche cose che sento, sono le voci di Yoongi e Taehyung e quattro braccia afferrarmi, per poi non vedere più niente.

𝐓𝐫𝐞𝐚𝐬𝐮𝐫𝐞 - 𝐘𝐨𝐨𝐧𝐦𝐢𝐧 Waar verhalen tot leven komen. Ontdek het nu