|Capitolo 16|

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Attenzione: in questo capitolo è presente una scena che potrebbe infastidire (riguarda problemi alimentari). Se non vi piace, non leggete (ve la indico con gli asterischi***)

Mi risveglio avvolto dal calore delle coperte e da un profumo che riconoscerei tra mille. Mi alzo lentamente e noto di indossare una felpa di Yoongi. Mi stringo in essa e mi guardo intorno. Fuori c'è il sole, questo significa che è già mattina. Ma quanto sono rimasto incosciente?
Mi alzo a fatica dal letto e raggiungo il piano inferiore. Sento una melodia delicata provenire dalla stanza, che in teoria dovrebbe rimanere chiusa, e vedo Yoongi suonare il piano. È talmente preso dalla sua passione, che non si accorge della mia presenza all'interno della stanza.
Mi fermo ad ascoltarlo e mi appoggio alla parete alle mie spalle. Chiudo gli occhi e mi rilasso grazie al suono piacevole delle note del pianoforte.
Terminata la melodia, mi avvicino alla panca e mi siedo affianco a Yoongi,  il quale non avendo sentito la mia presenza, si volta di scatto.
«Ei, come stai?» Porta le mani a circondarmi il volto, mi lascia un caldo bacio sulla fronte ed io, troppo stanco per spiegargli tutto, mi appoggio sulla sua spalla e mi abbandono alla stanchezza.
«Continua a suonare, ti prego» mormoro, sperando in una risposta affermativa.
Posa le dita sui tasti e riprende la melodia precedente. Arrivato a un certo punto, decido di posare delicatamente le mani sulle sue, per percepirle del tutto durante quell'atto. Standogli vicino, è possibile sentire la sua passione e quanto lui stia bene mentre suona.
Una volta conclusa, mi prende in braccio all'improvviso con fin troppa facilità e mi porta verso il salotto.
«Hyung! Che fai? Mettimi giù!» Grido, mentre mi agito come un pesce per liberarmi, ma tutto ciò è inutile, dal momento che lui è molto più determinato di me.
Mi appoggia sul divano e, senza farsi troppi problemi, si stende sopra di me, scaricando il peso sugli avambracci per non schiacciarmi. Lo attiro più vicino, fino a farlo cadere completamente su di me. Il suo volto è letteralmente appiccato al mio, per spezzare la tensione giro un po' la testa e gli lascio un bacio sotto l'orecchio.
«Credevo stessi migliorando» mormora contro il mio collo. Percepisco la sua delusione, devo fargli ribrezzo. Sapere di averlo deluso mi affliggeva ancora di più del solito, ma non posso lavorare con la mia testa come se fosse un computer. È complicato, è qualcosa di incomprensibile per chi si trova all'esterno.
«Scusa» sussurro, guardando il soffitto a causa della forte vergogna che sento addosso.
«No, scusami tu. Hai fatto tanti progressi da quando ci conosciamo ed io non ho nessun diritto per giudicarti. Avere delle ricadute è normale, non posso pretendere che tu stia bene da un giorno all'altro. Aspetterò con te e sarò al tuo fianco per ricordarti la forza che hai» continua, stringendomi a sé.
«Grazie» sussurro con le lacrime agli occhi, attirando la sua attenzione sul mio viso. Asciuga le piccole gocce agli angoli dei miei occhi e mi lascia un piccolo bacio sulla guancia, per poi abbracciarmi.

Rimaniamo così per una decina di minuti, finché non si siede e mi porta su di sé.
«Che ne diresti di un appuntamento?» mi accarezza la schiena con movimenti lenti e circolari, questo suo gesto mi rilassa completamente, tanto che appoggio la testa sul suo petto e chiudo gli occhi.

«Dove?»

«Tu rispondi, sì o no?» Mi interrompe, afferrandomi il volto di nuovo.
«Certo che sì» noto una lampo di felicità esplodere nei suoi occhi. Come fa ad essere sempre così bello?

«Perfetto, domani niente scuola» mi prende in braccio e mi porta verso la cucina.
«Non posso saltare la scuola! Mi bocciano se accumulo troppe assenze» mi siedo sullo sgabello del bancone e appoggio le braccia sul piano.
«Ah sì? Quante ne hai, per ora?» Mi lancia uno sguardo inquisitore, ma riesco a vedere il piccolo sorriso che nasconde.
«Cinque...ma sono già troppe» Mi affretto a sottolineare. Inizia a ridere di gusto e si porta una mano alla pancia.

«Una sesta assenza non ti condannerà, dai fidati di me»

«Ok...ma lo spieghi tu a mia mamma» mi volto per andare al bagno a lavarmi i denti, ma mi ferma con una mano sul polso.
«Dove vai?» Mi fermo davanti a lui, lancio uno sguardo veloce ai fornelli e vedo le pentole su esso. Non posso rifiutare, ci resterebbe troppo male, ma non riesco neanche a mangiare quella quantità di cibo.
«Devo fare pipì» spero di risultare credibile. A quanto pare sì, perché mi lascia il polso sorridendo e annuendo.
«Certo, vai pure. Io preparo tutto» ritorna davanti ai fornelli e io scappo in bagno.
Devo inventarmi qualcosa o rovinerò tutto, di nuovo. Mi guardo intorno e mi viene in mente un'idea, mi auguro che non lo scopra.

Raggiungo di nuovo la cucina e vedo Yoongi servire il pranzo in tavola. Ho dormito talmente tanto da alzarmi a mezzogiorno, per questo ha preparato il pranzo. Ha preparato della carne davvero saporita e alcune verdure, il tutto accompagnato da una macedonia come dessert. Mangio qualche boccone di ogni piatto, all'inizio vado in panico e faccio fatica ad afferrare anche la forchetta. Ma grazie alla sua compagnia e ai suoi commenti incoraggianti, riesco a mangiare qualcosa.

Una volta terminato, lui comincia a lavare le stoviglie ed io, grazie al rumore delle stoviglie e della televisione accesa da me, torno in bagno e chiudo la porta. I demoni nella mia testa mi spingono a compiere quelle azioni, è come se combattessero contro alla mia mente per distruggermi. Voglio che stiano zitte, quelle voci devono tacere.

***
Apro velocemente la finestra, mi posiziono davanti al gabinetto e mi infilo due dita in gola. Arrivo abbastanza in profondità e sento il primo conato, ma non esce niente. Riprovo una seconda e una terza volta, fin quando, finalmente rigetto tutto ciò che ho mangiato. Sento un forte bruciore alla pancia, come se qualcuno mi stesse stringendo fortissimo.
Il mio corpo è scosso da forti tremiti e mi aggrappo alla vasca affianco, per non crollare a terra. Tossisco un paio di volte per eliminare l'eccesso nella mia bocca, mi alzo tremolante e mi appoggio con le braccia al lavandino. Tiro lo sciacquone, risciacquo la bocca e il viso e resto per un paio di minuti fermo, cercando di far tornare il respiro regolare.
***

Afferro lentamente un profumo dal mobiletto del bagno, per poi spruzzarlo dentro esso. Mi lavo i denti velocemente ed esco da lì. Ritorno al piano inferiore e trovo Yoongi seduto sul divano, con le mani incrociate e le braccia appoggiate sulle ginocchia. Guarda un punto fisso davanti a sé, nonostante abbia spento la televisione.
Mi avvicino a piccoli passi e mi siedo accanto a lui. Sono ancora stordito per l'accaduto, infatti il mio corpo continua a tremare leggermente.
«Stai bene?» Appoggio la mano sulla sua schiena e lui si volta subito verso di me.
«Sì, sto bene. Stavo solo pensando» mi abbraccia di slancio, lasciandomi sorpreso, ma ricambio con piacere e restiamo così per qualche altra ora.

Il giorno dopo.

Mi alzo per fortuna alle nove.
Ieri, Yoongi è andato via dopo pranzo e io ho passato il resto della giornata in ansia, facendomi mille paranoie per oggi.
Infatti è il giorno del nostro primo appuntamento e dire che sono agitato, è dire poco. Ho paura che qualcosa possa andare storto, che lui possa capire che non sono un granché. Non mi ha detto in cosa consiste il nostro appuntamento, so solo che verrà a prendermi tra un oretta, perciò ho abbastanza tempo per prepararmi.
Mi lavo e mi cospargo di olio idratante, lavo i denti e opto per un outfit totalmente nero. Decido di indossare un jeans e un maglione nero, per stare il più comodo possibile.
Pettino i capelli velocemente e prendo un piccolo zainetto nero, nel quale infilo tutto il necessario. Metto un po' di profumo e, una volta terminato, resto al piano inferiore ad aspettarlo, dove mi accorgo di un post it sul tavolino vicino al divano:

Tesoro, Yoongi mi ha avvertito del vostro appuntamento. Mi dispiace essere già uscita, ma avevano bisogno di me al lavoro. Sono sicura che tu sia splendido, divertiti e fai attenzione!!
Con amore, mamma
P.S scrivimi tu quando torni a casa.

Sorrido al messaggio e mi guardo un ultima volta allo specchio. Sussulto quando sento il suono del campanello. È arrivato.
Mi faccio coraggio e, con un piccolo sorriso imbarazzato, apro la porta e rimango senza fiato. Yoongi si trova davanti a me in tutta la sua bellezza, indossa dei jeans neri che fasciano alla perfezione le sue gambe, una maglietta bianca che lascia intravedere il petto e una giacca bianca oversize. I suoi morbidi capelli sono perfetti, il viso è splendido e luminoso.

«Ciao piccolo, sei pronto?» Allunga la mano destra verso di me. La afferro e lui mi lascia un bacio veloce sulle labbra e mi accarezza il viso con l'altra mano.
«S-sì» chiudo la porta alle mie spalle e avanzo insieme a lui verso la macchina.
Mi aspetta una giornata piena di emozioni.

𝐓𝐫𝐞𝐚𝐬𝐮𝐫𝐞 - 𝐘𝐨𝐨𝐧𝐦𝐢𝐧 Where stories live. Discover now