|Capitolo 17|

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Siamo in macchina da una ventina di minuti e ancora non mi ha detto dove siamo diretti.
«È una sorpresa, mi dispiace ma dovrai pazientare ancora un po'» ripete per via delle mie domande insistenti. Sbuffo alla sua risposta e mi lascio andare contro il sedile, così da rilassarmi per i restanti minuti, canticchiando le canzoni che passano alla radio. Purtroppo non mi rendo conto di aver alzato un po' troppo la voce e, una volta conclusa la terza canzone, vengo risvegliato dalle parole di Yoongi.

«Jimin da quando canti?» Domanda, alternando lo sguardo da me alla strada.

«Canto ogni tanto, ma non sono bravo» riporto la mia attenzione sulla strada e cerco di nascondere l'imbarazzo che provo.

«Invece sei bravissimo, componi anche?»

«Sì, cioè ho scritto qualcosina, ma niente di speciale» ammetto. In effetti sto scrivendo una canzone, ma per adesso è ancora in fase di completamento.
«Un giorno mi farai sentire qualcosa?»
«Cosa? Non saprei, quando sarò pronto forse sì»

Dopo pochi minuti arriviamo nel luogo tanto atteso, esco dall'auto e vengo travolto da un venticello fresco.
«Dunque -si avvicina a me, dopo aver preso un cesto dal baule- la prima tappa è questa» Indica con il braccio il parco di fronte a noi, ma sono un po' confuso, il nostro primo appuntamento sarà in un parco pieno di cani e bambini?
«Tranquillo, non sono così stupido da stare in questa zona del parco. Ho scelto un angolo più appartato» mi afferra la mano e lascia un bacio sulle nocche, prima di trascinarmi con sé verso la parte più lontana del parco. Si ferma davanti a una sorta di groviglio di rami e foglie, per poi addentrarsi in mezzo al groviglio. Ma è impazzito?
Mi abbasso e avanzo dietro di lui, senza mai mollare la sua mano, proteggendomi il viso per via dei rami. Dopo aver attraversato quella specie di 'passaggio', rimango colpito dal panorama. Siamo in un piccolo spazio circolare, coperto dalle foglie degli alberi e circondato da un recinto di sassi e piante.
Nonostante sia appena iniziato Marzo, il sole riscalda l'ambiente e rende il tutto più sereno e piacevole.

«Yoongi è magnifico» continuo a guardarmi intorno, finché il mio sguardo non segue la sua figura, mentre stende una tovaglia per poi poggiarci sopra un cesto.

«E questo?» chiedo indicandolo, ho quasi paura della risposta.

«Ho portato il pranzo» inizia a tirare fuori dal cesto tutti i cibi ed io mi fermo sconvolto a fissarli. Perché lo sta facendo? Sa che non posso farcela, perché vuole mettermi in difficoltà? Credevo fosse dalla mia parte.

«Jimin, puoi sederti qui vicino a me?» mi avvicino e lentamente mi siedo di fronte a lui.
Finisce di svuotare il cesto da quella quantità assurda di cibo, per poi concentrarsi su di me.
«So cosa stai pensando, ma vorrei che liberassi la mente per oggi. Ascolta la mia voce, sei bellissimo e hai il diritto di goderti le piccole cose, compreso il cibo. Nessuno ti corre dietro o ti costringe a fare un passo in più del dovuto, voglio solo condividere con te questo momento e ti accompagnerò in ogni tuo progresso. Perciò, oggi pranzeremo insieme lasciandoci alle spalle qualsiasi emozione o pensiero negativo. È la nostra giornata e voglio che sia speciale, per entrambi» dice tutto ciò tenendomi le mani. Mi asciugo una lacrima che è sfuggita al mio controllo e sorrido. Non ho tutta questa fiducia nei miei confronti, non riuscirò ad affrontarlo serenamente, ma posso provarci.
«Va bene» tiro su con il naso e decido di ascoltarlo. Voglio dedicare la mia attenzione a Yoongi, non voglio rovinare tutto.

Mentre mangio qualche forchettata di insalata di riso, Yoongi mi interrompe con una domanda.
«Jimin posso farti chiederti una cosa?»

«Certo, dimmi»
«Perché vivi solo con tua madre? So che non sono affari miei, anzi se non ne vuoi parlare ovviamente lo capisco, ma vorrei solo conoscerti un po' meglio» mi irrigidisco subito a quelle parole. Prima o poi avrei dovuto raccontargli tutto, solo che non mi aspettavo una domanda da parte sua.

𝐓𝐫𝐞𝐚𝐬𝐮𝐫𝐞 - 𝐘𝐨𝐨𝐧𝐦𝐢𝐧 Tahanan ng mga kuwento. Tumuklas ngayon