ɕαԹίϯσʆσ 25

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¡Avviso importante!
Innanzitutto mi scuso per l'orario, ma non ho avuto tempo di postare oggi se non adesso. Detto ciò, una ragazza mi ha proposto un'idea molto carina: che ne dite di fare un gruppo su Whatsapp o Instagram o dove volete, tutti insieme? Magari potremmo fare scambi di lettura, mi potrete chiedere cose sugli aggiornamenti e sulle storie, e potremmo fare amicizia. Per chi è interessato mi contatti in privato, vi amo e grazie per ogni singola visualizzazione!  Adesso vi lascio leggere il capitolo, ily. ❤️

La settimana passò in fretta ed io e Aiden eravamo sempre più innamorati.

Avevo passato tanto tempo con John ma, appena lui si distraeva, per esempio quando andava a fare una doccia, andavo da Aiden. Oppure di notte. Andavo in camera sua verso l'una e ritornavo nella mia prima dell'alba.

Nessuno sospettava niente e noi eravamo felici così.

Avevo raccontato tutto a Scarlett, che quasi quasi era più felice di me.

«Stai cercando il tuo amato?» Mi chiese proprio lei il giorno in cui ritornammo a scuola, per i corridoi.

Arrossii: ancora mi faceva strano definirlo mio, eppure era così.
«Lo hai visto?»

Scar scosse la testa. «No, ma lì c'è John.»

Aggrottai le sopracciglia. John era appoggiato all'armadietto, lo sguardo perso nel vuoto ed una mano nella tasca della felpa.

Prima che potessi dire qualcosa, mi anticipò mia sorella. «Non ha il coraggio di venire qui perché non ci riconosce... è un codardo.»

Sapevo che eravamo completamente identiche, ma era così difficile riconoscerci? Aiden lo faceva senza troppi problemi e poi mi ricordai del bracciale, che non avevo più preso.

Mi avrebbe scambiato anche lui sul serio per Scarlett, o avrebbe capito che ero Ava?

Sospirai e con la mia gemella mi avviai in classe, evitando il corridoio dove c'era John. Non avevo le forze, quella mattina, di fingere che andava tutto bene.

Io e Scarlett quella mattina avevamo un corso in comune, uno dei pochi. Matematica, in cui eravamo due frane. Probabilmente era un fatto genetico, perché neanche mio padre ci capiva un'acca.

Il professore entrò dopo qualche minuto e ne fui riconoscente: io e Scarlett stavamo parlando con i suoi amici. Archer e tutti gli altri.

Non mi erano mai andati tanto a genio, ma non potevo dirlo a mia sorella, perché gli avrebbe smessi di frequentare solo per me, e comunque non le avevano mai fatto nulla di male. Se lei era felice, lo ero anche io.

La prima mezz'ora passò come se fosse due ore. Il professore stava spiegando nuovi argomenti, che però non capii. Sembrava fatto apposta per confondermi ancora di più.

Qualcuno bussò alla porta e, quando si aprii, restai sorpresa dal vedere Aiden.
Scrutò tutti i volti, poi si fermò su di me.

Il mio cuore sussultò: mi aveva riconosciuto, a differenza di tutti gli altri.

«Scarlett Elton può venire un attimo fuori? La vuole la prof di biologia.»
Il prof mi lanciò una breve occhiata, poi annuì.

«Va bene, ma faccia veloce signorina Elton.»

Dissi di sì e corsi fuori la classe.
Aiden rise e chiuse la porta, poi mi prese per il polso.

«Non mi vuole parlare un professore, vero?» Gli chiesi dopo qualche minuto che stavamo camminando.

«Wow.» Disse ironico. «Come sei perspicace.»

Risi e gli diedi un piccolo pugno sulla spalla. «Non parlarmi così, stupido.»

Stavamo entrambi scherzando, ma le cose cambiarono quando entrammo nel ripostiglio del bidello.
Aiden chiuse la porta a chiave e mi spinse delicatamente contro il muro.

«Altrimenti?» Chiese ad un palmo dalle mie labbra. Il mio cervello era andato in tilt.

«Altrimenti...» Boccheggiai io. Come facevo a ragionare, avendolo così vicino? «Altrimenti non ti bacio più.»

Era una grossa bugia, non avrei smesso di baciarlo per nessuna ragione al mondo.

«Ah sì?» Domandò abbassandosi all'altezza del mio collo e lasciando tanti piccoli ed umidi baci.

Cercai di dire di sì, ma tutte le parole mi si erano bloccate in gola. Mi ritrovai a chiudere gli occhi, per godermi meglio il momento.

I suoi baci sul collo, le mani sulla mia vita, i capelli che mi pizzicavano sulla pelle. Stavo decisamente impazzendo, baciarlo era una necessità.

«Ti amo.» Sospirai dopo qualche minuto, gli occhi ancora chiusi. Lo sentii sorridere sulla mia pelle.

«Ti amo anche io.»

Alzò la testa e mi baciò. Misi le mani nei suoi capelli e li tirai leggermente, lui mi prese per le gambe e me le fece intrecciare sulla sua vita. Ero praticamente in braccio a lui, a baciarlo, nello sgabuzzino del bidello della nostra scuola.

La situazione mi faceva un po' ridere.

Ci staccammo l'uno dall'altra solo dopo qualche minuto, quando entrambi non avevamo più fiato.

Ma per lui sarei anche potuta andare in apnea.

«Ti devo domandare una cosa.» Mi bisbigliò.

Mi allarmai per un secondo, ma quando mi resi conto che aveva detto domandare e non dire, mi tranquillizzai perché non voleva lasciarmi.

Lo guardai negli occhi verdi, che sembravano molto più scuri sotto quella luce fioca.
«Dimmi pure.»

Si morse il labbro ed io sorrisi. Ero ancora in braccio a lui e si stava imbarazzando per qualche strana ragione. Era adorabile.

«Domani ho una partita di hockey.» Disse tutto d'un fiato. «Ti va di venire?»

Spalancai gli occhi. «Stai scherzando?» Vidi un velo di tristezza attraversargli gli occhi, così mi affrettai ad aggiungere: «Dio Aiden, certo che voglio venire!»

Sorrise. «Ero nervoso.»

Gli diedi un bacio a stampo, ma quando provò ad approfondirlo, mi staccai e chiesi: «Perché?»

Ci mise un po' a rispondere, probabilmente perché voleva trovare le parole giuste. «Non so se ti piace l'hockey e poi avevo paura che avessi altri piani con John. E poi se la gente di vede lì e pensa che sei Scarlett...»

Lo interruppi. Era vero, c'erano tantissimi fattori che mi allarmavano di starmene blindata in casa, ma Aiden era più importante. Lui amava l'hockey e volevo vederlo giocare.

«Aid...» Sussurrai piano, poggiando la fronte sulla sua. «Tu sei molto più importante di una stupida vendetta, okay? Se mi vedono pazienza e con John mi inventerò qualcosa, ma non rinuncerei vederti giocare per nulla al mondo.»

Mi guardò intensamente negli occhi. «Ti amo così tanto.»

Lo sospirò quasi, lo disse con una naturalezza che mi parve strana. Un ragazzo così bello, così fantastico mi amava ed era amore vero. Non poteva mentirmi in quel modo, lo sapevo. O almeno, mi fidavo, ma non mi interessava cosa mi faceva credere che fosse la verità, perché ero più che certa che fosse così.

«Ti amo tanto anche io.»

E poi lo baciai, ancora e ancora.

Se avete gradito questo capitolo, vi chiedo gentilmente di lasciare un voto.
Grazie ancora a chi ha votato. Lo apprezzo veramente molto e mi fa davvero piacere.
-sil 💗

TwinsWhere stories live. Discover now