ɕαԹίϯσʆσ 33 (εԹίʆσɡσ)

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Out of love - Alessia Cara

Dovevo morire io. Fu quello che pensai per i successivi due giorni, prima del funerale della mia gemella.

Era stata colpa mia e sarei dovuta morire io. Dovevo stare io dentro quella bara.

«Scarlett era una ragazza d'oro.» Stava dicendo il prete, la bara dietro di lui.

Mia sorella dietro di lui. «Sempre disposta ad aiutare, una ragazza divertente e che era amata da tutti. Non lascerà mai i nostri cuori e non morirà mai davvero, finché noi la ricorderemo con un sorriso.»

Aiden era a qualche metro più in là rispetto me, e lo stavo ignorando da quando mi aveva detto della morte di Scarlett.

Volevo salire su quel palco e far stare zitto il prete, perché mi stava facendo rimettere a piangere, cosa che mi ero imposta di non fare.

Glielo dovevo. Non dovevo piangere al suo funerale. Lei neanche lo voleva. Aveva sempre detto che voleva che si spargessero le sue ceneri in mare.

Per questo i miei avevano organizzato il funerale e poi ci sarebbe stata la cremazione, e avremmo esaudito tutto quello che aveva chiesto.

Ma io non ero pronta a perderla. La mia migliore amica, la mia gemella, la mia metà.

Adesso che non c'era, mi ero accorta che lei non era solo la mia metà. Lei era tutto per me.

«Adesso, vorrei chiedere alle persone che tenevano di più a lei di venire qui e ricordarla nei migliori dei modi, condividendo momenti e pensieri su di lei. Ava, Vieni qui, per favore.»

Mamma aveva detto di prepararmi un discorso, ma io non l'avevo ascoltata. Simbolicamente era l'ultima volta che le avrei parlato, non volevo che fosse programmato.

Volevo che venisse da dentro di me. Mi alzai, ma non mi ricordai di aver pensato di farlo. Avrei voluto rimanere seduta e non alzarmi più. Tutti mi fissavano e non me ne fregò niente.

Tutti compagni di scuola, tutti parenti, tutti colleghi dei miei. Persone che non la conoscevano davvero. Persone che non sapevano come mi sentivo io quel momento.

Ma c'era sul serio un io, senza Scarlett?

Andai vicino al prete, che mi sorrise dolcemente. Io feci più un ghigno che altro.

Presi il microfono e guardai tutte quelle persone.
Osservai mia madre, mio padre ed Aiden.
Cercai istintivamente Scarlett e ci misi qualche secondo a ricordarmi che era dietro di me.

La mia voce era un sussurro. «Scarlett era la mia gemella. Mia sorella, ma anche la mia migliore amica. Condividevamo tutto. Tutti i segreti, tutte le esperienze. Ci siamo sempre state l'una per l'altra, forse lei molto più di me.»
Feci un respiro profondo. Le lacrime stavano scendendo e non feci niente per fermarle. «È sempre stata la più buona tra le due. Quella con più amici, quella più carina. Ma come la si biasimava? È...fan-, era fantastica. Era. Ancora fatico ad essere qui, a piangere ricordando mia sorella. Volevamo fare ancora così tante cose insieme. Volevamo andare al college insieme, volevamo prendere una casa di fianco all'altra, da grandi, e avere almeno una gravidanza sincronizzata. Volevamo passare ancora così tanto tempo insieme, volevamo invecchiare insieme. Fino a qualche giorno fa, se qualcuno mi avesse chiesto come mi sarei vista tra sessant'anni, avrei risposto che mi sarei vista con Scarlett, davanti un camino acceso e la neve che cade fuori la nostra casa, mentre osserviamo i nostri nipoti giocare e ci raccontiamo tutte le cose che sappiamo su di loro. Adesso... adesso non lo so. Non vedo niente oltre lei. Avrei voluto dirle tantissime cose. Avrei dovuto dirgliele. Non le ho mai detto abbastanza volte quanto le voglia bene o quanto tenga a lei.»

La mia voce si inclinò sempre di più e non riuscii più a parlare. «Io... scusate, io non ce la faccio.»

Posai il microfono dove l'avevo preso e corsi letteralmente giù dal palco. Tutti mi stavano guardando piangendo e fu la prima volta che mi diede fastidio. Mi levai le scarpe, che erano con i tacchi -le avevo messe solo perché a mia sorella piacevano- e corsi fuori dalla chiesa.

Fuori non stava neanche nevicando, ma piovendo.

Il cielo stava piangendo Scarlett esattamente come stavo facendo io.

Corsi per strada, dove le macchine continuavano ad andare, ignare di tutto. Ignare del fatto che mia sorella era morta in quel modo.

Per la prima volta capii che Scar non sarebbe tornata. Non mi avrebbe coperto gli occhi e non mi avrebbe chiesto «chi è?».

Andai verso il fiume, dove avremmo buttato più tardi tutto quello che era rimasto del corpo di mia sorella.

Strinsi con la mano la collana con la S. L'avevo ancora io e lei aveva ancora quella con la A. Le avevo lasciate in quel modo perché volevo qualcosa di suo e sapevo che, nonostante mi odiasse, lei voleva qualcosa di mio.

Una litigata non avrebbe potuto cancellare tutto il nostro rapporto.

«Ava.» Aiden mi chiamò e quando mi girai, mi accorsi che aveva pianto. «È stato un bel discorso.»

Trattenni le lacrime. «Se ne meritava uno migliore.»

Aid scosse la testa, facendo un passo verso di me. «No, è stato perfetto. È stato... da sorelle Elton.»

Mi scappò una risata amara. «Non ci sono più le sorelle Elton, Aiden! Ne è rimasta una sola e presto morirà anche lei, quando si accorgerà che Scarlett-»

Lasciai la frase in sospeso. Non ce la facevo ancora a dire che era morta. Dubitavo che ci sarei mai riuscita.

«Ava...» Aiden fece un altro passo verso di me, ed io arretrai.

«Per favore, Aiden. Vattene.»

Si irrigidì alle mie parole. «Che cosa?»

Abbassai lo sguardo sui miei piedi scalzi. «Tra una settimana io e la mia famiglia ci trasferiamo in Canada, dove io e Scarlett volevamo andare, e non tornerò. Non posso, Aid. Devi dimenticarmi: non puoi rimanere attaccato ad una speranza che non si avvererà.»

Scosse la testa. «Capisco che sei ferita, ma...»

Lo interruppi, piangendo. «Per favore, vattene. Vattene e non parlarmi più.»

Non lo stavo guardando negli occhi e ben presto sentii Aiden prendermi il viso con le mani e mi fece alzare lo sguardo verso di lui. «Non posso. Ti amo.»

«Ti amo anche io.» Singhiozzai. «Ma non posso restare qui.»

«Verrò con te.» Disse subito, ma io scossi la testa e mi allontanai da lui.

«Io non voglio che tu venga con me. Non puoi stare con un'assassina. Ed io non posso stare con il complice.»

Aiden capí. Era per questo che lo amavo: mi capiva subito e sapeva che avevo bisogno di quello. Avevo bisogno di dimenticare tutte le persone che avevo conosciuto nella mia vita.

«È sul serio quello che vuoi? Non ritornerò.»

Annuii. «È quello che voglio, Aid.»

Iniziammo a piangere tutti e due. Lui si avvicinò un'ultima volta ed io non mi opposi.

Premette le labbra sulle mie ed io cercai di godermi fino all'ultimo il nostro bacio. Perché fu l'ultimo.

Chiusi gli occhi e, quando li riaprii, Aiden stava camminando lontano da me.

Fu l'ultima volta che vidi Aiden e la maggior parte delle persone che c'erano al funerale.

Aiden ebbe per sempre il mio cuore, Scarlett la mia anima. Io non ebbi niente per me stessa. Non rividi mai più le persone più importanti della mia vita e non fui mai più la stessa, dopo di loro.

Immagino che, quando incontri una persona capace di cambiarti, cambi per sempre.

TwinsWhere stories live. Discover now