Percy's pov
L'uomo che mi aveva gentilmente chiesto di seguirlo mi spinse "delicatamente" dentro ad una stanza e richiuse la porta alle mie spalle
- Sempre gentili - borbottai massaggiandomi i polsi doloranti
Mi guardai intorno, come se non sapessi dove mi trovavo, e constatai che si ero in uno studio.
- Sei tu che ti fai trattare così - disse una voce
Proveniva dall'uomo seduto su una poltrona di pelle dietro ad una scrivania in legno di mogano, un uomo che era la mia fotocopia più vecchia.
Mio padre.- Una telefonata sarebbe stata più che gradita - dissi avvicinandomi alle vetrate e guardando fuori
- Io ci ho provato ma ogni volta mi chiudi il telefono in faccia - mi fece notare
- Emh...forse perché non voglio sentirti ne tanto meno vederti? - chiesi
- Naturalmente -
- Naturalmente - ripetei facendogli il verso
Alla fine mi voltai verso di lui e lo guardai male
- Il trattamento che mi riservano i tuoi cagnolini non mi piace - dissi - Sai a volte basta che sposti il tuo didietro da quella bella poltrona per collaborare con il sottoscritto -
- Perseus... -
Alzai gli occhi al cielo e mi appoggiai alla sua scrivania
- Sentiamo, che vuoi? - chiesi
Lui si alzò dalla poltrona e andò verso le vetrate dove ero stato io poco prima
- Ho sentito tua madre - disse semplicemente
E incassai il collo nelle spalle, se mia madre chiamava LUI significava che ero spacciato.
Che avevo combinato per farle fare un gesto così disperato?
Bho...non me lo ricordavo!- In questi mesi ti ho lasciato in pace per vedere come te la cavavi e non mi sei piaciuto -
- Ma come! Guarda che faccio un lavoro onesto! - replicai scocciato
Si voltò a guardarmi e sospirò
- Tua madre ha detto che sei venuto a New York per un certo casino che hai fatto a Boston e qui hai trovato un lavoro che è tutto tranne che onesto -
- Lavoro in nero, non sono un delinquente è! - replicai
Lui sbuffò e mi squadrò da capo a piedi, in quel momento capii che sarei finito male.
- Certo fare a cazzotti con un ragazzo che ti ha dato dello sfigato non è essere un delinquente - disse - Se poi aggiungiamo che è il figlio del capo della polizia siamo messi proprio bene -
- È acqua passata - borbottai
L'ultima persona che volevo nelle mia vita era lui e odiavo quando mamma lo coinvolgeva nei miei casini.
Perché? Perché non volevo che risolvesse i miei problemi visto che poteva farlo con uno schiocco delle dita.- Ti hanno denunciato - mi informò
- Merda! - imprecai
Se fossi tornato a Boston mi avrebbero sbattuto dietro alle sbarre!
- Non voglio il tuo aiuto - lo avvisai
- Lo so e non te lo darò, non come credi almeno - disse
In che senso, che significavano quelle parole?
- Non pagherò il giudice per tirarti fuori dai guai ma sono arrivato ad un compromesso -
Ecco qua, guai in vista.
- Non puoi più tornare a Boston o ti sbattono dentro - mi avvisò
Ah per così poco! Era come avevo già immaginato
- Ho detto a tua madre che ti avrei raddrizzato io - disse e lo guardai confuso
Mi ero perso quello che aveva detto...
- Da oggi sei sotto la mia tutela, ordine del giudice, perché non sei in grado di gestirti da solo -
- Cosa? Scherzi per caso? Ho vent'anni maledizione! -
- Si ma ti comporti come se ne avessi quattro -
Stava scherzando vero? No non mi sarei lasciato comandare a bacchetta da lui.
Non aveva fatto niente per vent'anni poteva evitare di farlo ora- Non puoi comandarmi come fai con i tuoi dipendenti! - esclamai
Mio padre mi guardò sollevando un sopracciglio.
- Vuoi scommettere Percy? - mi provocò
Lo guardai sfidandolo
- Ben! Pierre! - esclamò ad un tratto
E i due miei amici di prima entrarono nello studio
- Cosa vuoi fare? - chiesi spalancando gli occhi
Mi lanciò a malapena un'occhiata e poi si rivolse alle sue guardie del corpo
- Portatelo nella sua stanza e fate in modo che ci resti - ordinò
- Si signore -
I due uomini mi si avvicinarono e mi presero per le braccia
- Non puoi farlo! Non ne hai il diritto!- urlai dimenandomi
- Oh invece ne ho tutti i diritti - mi rispose
- No, no, no! - urlai cercando di liberarmi dalla loro presa
Ma i miei sforzi furono completamente inutili, mi trascinarono via e mi portarono in quella che era, effettivamente la mia stanza. Mi spinsero dentro e chiusero la porta a chiave.
Ogni tanto, quando ero piccolo andavo alla villa di mio padre e ci restavo per qualche giorno.
Quindi si, avevo una stanza.E ora quella stanza era appena diventata la mia cella.
Sbuffai e mi buttai sul letto.
- Grazie papà, ti occupi proprio bene di tuo figlio - borbottai
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Odio il mio coinquilino!
FanfictionAnnabeth Chase he sempre avuto voti altissimi, sempre la prima della classe e grazie a questo ha ottenuto una borsa di studio per una delle migliori università di New York, ma la vita non è sempre rosa e fiori! I posti per gli appartamenti offerti d...