There's that light in your eye filling up the dark

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«Come?» Si maledisse per aver esitato prima di rispondere, ma la situazione s'era fatta strana, non era quella l'accoglienza che si aspettava da Taehyung dopo cinque giorni in cui non avevano smesso nemmeno per un attimo di scambiarsi messaggi, avevano persino rinunciato ad alcune ore di sonno pur di parlare un po' di più la sera.

«Ti ho chiesto chi sei. Che vuoi?» Taehyung rispose con un'altra domanda, creando sempre più confusione e tensione.

«Dovevamo incontrarci..» Continuò, sperando che si stesse trattando solo di un malinteso, che Taehyung stesse in qualche modo scherzando. L'espressione di quest'ultimo, tuttavia, mutò improvvisamente, e non era di certo il sorriso che aveva sempre immaginato di vedere sul viso di Taehyung alla propria vista. No, Taehyung aveva proprio uno sguardo indecifrabile in viso, un misto tra confusione e noia.

«Io e te? Non mi pare.»

«Cosa stai dicendo? Mi hai chiesto tu di vederci.» E odiava il modo in cui la sua voce avesse cominciato a vacillare quando fu abbastanza chiaro che Taehyung fosse lì per aspettare un'altra persona. Eppure tutto combaciava, l'orario, il luogo. Cos'era andato storto? Sentì il cuore accelerare come ogni volta in cui si trovava in difficoltà, non aveva mai avuto ottime capacità nella gestione della proprie emozioni.

«Neanche questo mi risulta, starai sbagliando persona.» Disse Taehyung, seppure stesse cominciando a credere che quella situazione non fosse più così strana e paranormale. Qualcosa non quadrava nei suoi calcoli ma non riusciva a capire di cosa si trattasse. O meglio, non ci riuscì fin quando non si ritrovò davanti gli occhi un cellulare con una chat aperta. Inizialmente non capì perché glielo stesse mostrando, ma non appena mise a fuoco le lettere di quella conversazione e le parole cominciarono a formarsi e unirsi in frasi, Taehyung ebbe paura di sentirsi male proprio in quell'istante. «Che razza di scherzo sarebbe? Chi cazzo sei?» Domandò con una certa arroganza, il dito che aveva cominciato a scorrere sullo schermo per risalire ai messaggi più vecchi.

Quei messaggi li aveva scritti lui. Ogni singola risposta era stata inviata da lui, dal proprio cellulare, e la destinataria era Miyoung. Avevano parlato per giorni, Taehyung ci aveva fottutamente provato con lei in maniera velata, aveva fatto scherzetti stupidi e a stento era riuscito a trattenersi dal fare commenti sulle sue forme, visto che come prima impressione non voleva dare quella di un maniaco. E cosa veniva a sapere solo adesso? Che tutti quei messaggi non erano mai arrivati a Choi Miyoung ma a un'altra persona!

«Jeon Jeongguk.» Rispose il ragazzo più basso, una lieve nota di timidezza nel suo tono di voce all'apparenza sicuro. Era riuscito a non farsi condizionare più del dovuto dallo shock e dall'assurdità di tutta quella situazione. Come poteva Taehyung essersi dimenticato di lui e di tutto quello di cui avevano parlato in quei giorni?

«Jeon Jeongguk? Perché cazzo mi dici il tuo nome solo adesso?» Sbraitò Taehyung, la rabbia e la delusione dipinta nei suoi occhi, la presa sempre più stretta sul cellulare dell'altro ragazzo, il quale dal canto suo si fece più piccolo di fronte alla reazione del ragazzo più grande.

«Io pensavo sapessi chi fossi.» Rivolse lo sguardo verso Taehyung nel tentativo di decifrare le sue emozioni o, almeno, il suo stato d'animo tramite il linguaggio del corpo, le espressioni, gli occhi, qualsiasi cosa. «Mi hai scritto tu, pensavo sapessi già con chi stessi parlando.» Aggiunse a voce così bassa che fu impossibile per Taehyung comprendere ogni singola parola, ma il concetto generale era arrivato chiaro e tondo.

Taehyung sospirò pesantemente, gli occhi che andavano dal ragazzo più basso in piedi di fronte a lui allo schermo del cellulare, ancora incredulo di aver parlato per cinque interi giorni con un ragazzo e non con la ragazza dei suoi sogni. Come aveva fatto a non accorgersene? Non si era mai reso conto che tanti conti non tornavano? No, probabilmente era fin troppo eccitato di star parlando con la sua cotta per prestare attenzione a ogni singola parola.

LEVITATEWhere stories live. Discover now