LEVITATE

Just levitate

(https://youtu.be/wZQj1EJm7ig - questa è la canzone da cui prende il titolo la storia e ho deciso di lasciarvela qui in caso abbiate voglia di ascoltarla, dato che questo è l'ultimo capitolo)

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La tipica atmosfera primaverile era da sempre stata una delle cose preferite di Jeongguk, uno dei pochi a non soffrire di chissà quali allergie che quella stagione portava con sé. Il sole caldo sul viso reso sopportabile dalla temperatura ancora non troppo alta, il cinguettare degli uccelli che si inseguivano tra i rami, la spensierata allegria che sembrava muovere ogni individuo su quel marciapiede.

Un'atmosfera gioiosa alla quale, però, Jeongguk non riusciva a partecipare. Dopo aver approfittato per un paio di giorni della scusa di una fittizia influenza, cui unico sintomo reale era quella sensazione nauseante che sembrava girargli tra le viscere, adesso invece era costretto a ritornare a scuola. Che uno studente modello come Jeongguk fingesse di stare male per saltare le lezioni era tutto dire.

Il motivo non era voler evitare un'interrogazione o un compito, per i quali anzi era sempre preparato persino in quel periodo, ché tenere la testa sui libri era stato un ottimo metodo per non tenerla impegnata a pensare a un certo idiota. Quest'ultimo, infatti, era la vera causa, il vero motivo per cui Jeongguk aveva rifilato a sua madre la poco credibile scusa del mal di stomaco.

Sapeva che rimanere due giorni a casa per non incontrare Taehyung tra i corridoi non avrebbe risolto nulla, ma in qualche modo il proprio cuore aveva bisogno di una tregua. Vederlo, da solo o insieme ai suoi amici, era sempre un durissimo colpo per il suo cuore già da tempo innamorato. Non ne voleva sapere di smettere di battere come impazzito ogni volta che lo sguardo di Jeongguk incontrava quello di Taehyung.

Per quanto fosse arrabbiato con lui, per quanto le parole che gli aveva rivolto e i modi con cui lo aveva trattato lo avessero ferito, era impossibile comandare quel suo povero cuore e ordinargli di smettere di provare dei sentimenti per il ragazzo più grande. Si era arreso ormai all'unica possibilità più efficace: lasciar svanire quei sentimenti.

Yoongi aveva ragione: Taehyung era tutt'altro che pronto ad avere una relazione con lui. Ma, cosa più grave, non era pronto ad accettare di essere quel che davvero era e, di conseguenza, aveva trascinato Jeongguk in una situazione poco piacevole in cui, una volta coinvolti i sentimenti, era impossibile escludere la possibilità di stare male. Ma non gliene faceva pienamente una colpa.

Jeongguk cominciò a capire molte cose. Era evidente che Taehyung avesse semplicemente approfittato dello stupido primo ragazzino di turno che si era innamorato di lui e con cui si era sentito a suo agio abbastanza da poter sperimentare qualcosa di nuovo, qualcosa che in realtà aveva scoperto non gli dispiacesse poi come credeva.

Implorarlo di rimanere ancora qualche minuto in bagno insieme, vedersi quasi ogni giorno dopo le lezioni, invitarlo a pranzare insieme e portarlo a passeggiare in quel parco, tenerlo per mano ogniqualvolta i marciapiedi diventavano deserti e presentarsi sotto casa sua quando Jeongguk si lasciava sfuggire che fosse da solo. Secondo lo studente più piccolo, ogni gesto di Taehyung non aveva avuto che un solo scopo: tenersi buono Jeongguk.

L'unico che conosceva il suo segreto era anche il primo a dover essere tenuto a bada perché rimanesse in silenzio, e questo Jeongguk credeva di averlo capito con fin troppo ritardo. Lo stesso ritardo con cui rischiava di entrare in classe se solo avesse perso ulteriore tempo a calciare i sassolini per terra con lo sguardo fisso sulle scarpe e la testa piena di pensieri.

Pur essendosi assentato per due giorni consecutivi – dei quali non si era comunque perso alcun particolare grazie ai racconti di Yoongi – Jeongguk aveva visto come la scuola fosse in un totale caos durante quella settimana e molti più occhi di quanti se ne aspettava erano continuamente puntati su di lui.