𝕔𝕒𝕡𝕚𝕥𝕠𝕝𝕠 𝕥𝕣𝕖

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Cammino per le strade illuminate solo dalla poca luce dei lampioni.
Mi guardo costantemente intorno impaurita di incontrare non so, uno stupratore o un Villain.

Il mio corpo trema e il rumore dei miei denti sbattere rimbomba nelle strette strade della mia piccola città.

- Ochako... Appena ritorno a casa t'ammazzo. - sussurro.

Il rumore di un ramoscello che si rompe attira la mia attenzione e mi volto verso il vicolo cieco al mio fianco, il tremare diventa sempre più forte finché non cado a terra e un ragazzo con i capelli a punta nero pece e degli occhi azzurri da ricordarmi l'Oceano si avvicina a me.

Il suo sguardo è fermo e distaccato, mette molta paura. Di sicuro non è una brava persona, spero solo che si tolga subito di mezzo.

- Togliti ragazzina, prima che ti faccia male. - mi ordina con voce bassa e roca, ma non riesco a muovere nemmeno un muscolo.

- Vedo che non te ne frega niente se perdi la vita... - dice più forte e ghigna; si avvicina a me creando una fiamma blu sul palmo della mano, caratterizzata da cicatrici da forti ustioni.

- Tranquilla, sarà rapido e indolore. - sogghigna e sferra l'attacco, io chiudo gli occhi pronta a subire ma il colpo non arriva.

Socchiudo un occhio per poi spalancarli tutte e due.
Un ragazzo ha fermato con un braccio, forzato dal ghiaccio, l'attacco del Villain.

- È meglio se ti levi dai piedi. - dice lo sconosciuto, che ha una voce alquanto familiare, che mi ha salvato facendo indietreggiare il Villain di pochi passi, per guardarlo con noia.

- Eheh... la prossima volta non finirà così bene per voi, mocciosetti. - sussurra, per poi scomparire nell'ombra della periferia.

- Tutto bene? - mi chiede voltandosi, il suo viso è favoloso, altroché la sua schiena dove si possono intravedere i suoi muscoli, è come un Dio.

Lineamenti facciali perfetti, occhi eterocromatici, quello destro azzurro cielo e quello sinistro grigio piombo; capelli al tipico taglio giapponese divisi perfettamente in due, destra bianco e sinistra rosso, per concludere il tutto una cicatrice sull'occhio sinistro che lo rende di un non so ché misterioso e attraente.

Seh ora mi metto a pensare ai ragazzi.
Non è né il caso né il momento.

Divento tutta rossa in viso e pongo il mio sguardo altrove, basta che non siano i suoi occhi penetranti e sicuri.

- Ehi ma mi hai sentito? -

- O-oh si scusa, ero sovrappensiero. Comunque si... S-Sto bene grazie. - faccio uno dei miei miglior sorrisi e lui mi aiuta ad alzarmi.

Strano... Mi ricorda tanto me, diviso in due da una linea invisibile, ma lui ha uno sguardo più... Freddo.

- Come ti chiami? Non è un po' tardi per gironzolare da queste parti? - mi chiede. Sembra un ragazzo molto responsabile e maturo, che carino!

- Ecco... Mi stavo allenando e ho finito tardi quindi mia sorella mi ha chiesto di fare la spesa... Oh dov'è finito il sacchetto? - il ragazzo bicolore mi porge la busta.

- Parli di questo? L'ho trovato a terra prima di soccorrerti. Tieni. - aggiunge il ragazzo, non solo bello ma anche di buon maniere...

Sorrido e lo ringrazio per il suo aiuto.

- Ehm... Scusa se sono invadente ma in che scuola vai? - chiedo con voce tremante e insicura.

Wow una discussione che non va a rotoli!

- Domani inizierò il primo anno nella Yuuei nella classe 1A. Te? - mi domanda con voce pacata ma educata. Credo che sia la discussione con un ragazzo più lunga di tutta la mia vita.

- Allora saremo in classe insieme! - esulto felice e faccio un sorriso a 32 denti.
Lui mi saluta e se ne va, scomparendo nelle vie buie della città.

Wow sarà nella mia stessa classe! Vuol dire che conosco già qualcuno oltre a mia sorella.

Scuoto la testa e sospiro per poi ritornare sulla strada di ritorno di casa. Arrivata ai piedi del mio condomino prendo dalla tasca le chiavi delle porte.
Cerco quella per il portone quando e l'ho trovata mi cadono le chiavi, sbuffo e mi accovaccio per prenderle.
Mi rimetto dritta e guardo la porta in vetro. Per poco non prendo un infarto.

- ODDIO CHE COLPO OCHAKO! -

- Oh scusa TN, non volevo spaventarti sorellina. Non arrivavi più e quindi ti sono venuta a cercarti. - dice, e io annuisco di rimando.

Cosa dovrei fare? Dirle che un Villain mi ha quasi ucciso?

Decido di non dirglielo e apro la porta. Prendiamo l'ascensore e la musica in questa cabina mi rivolta lo stomaco.

- Ma perché mettono sta musica straziante? Fa schifo a tutti! - mi lamento, mezza addormentata.

Mia sorella ride mettendosi una mano davanti alla bocca.
Arrivate al quarto piano le porte scorrevoli si aprono e noi di conseguenza usciamo, felici.
Uso un'altra chiave per aprire la porta di casa.

- Ahh finalmente a casa! -

- Ehehe. Allora ceniamo? -

Faccio cenno di sì con la testa e tiro fuori dal sacchetto il cibo cinese che sono andata a prendere.
Riempio il mio piatto di riso con gamberetti e cose varie, e faccio la stessa cosa per Ochako.

Finito di cenare metto i piatti a lavare e butto le cartacce.
Prendo la mia fidata spugna blu e ci verso sopra il detersivo per piatti iniziando a lavare posate e bicchieri. I piatti li fa Ochako.

- Ochako io qui ho finito, lava i piatti e poi boh, io vado nel parco qua affianco per allenarmi. -

- Ma non è troppo tardi? Sono quasi le 23 e poi domani sarai stanca, ti sei gia allenata due volte in un giorno, non puoi fare la terza! - mi avverte, troppo dolce. Uno dei tanti motivi per cui non litighiamo è che ci sosteniamo a vicenda, ci preoccupiamo una dell'altra.

- No, tranquilla, se qualcuno si avvicina lo fracasso! E poi non sono stanca. -

Sì TN, proprio come hai fatto prima con quel tipo. Se non ci fosse stato quel ragazzo sarei morta a quest'ora.

Lei annuisce avvertendomi mentre mi cambio e metto le scarpe di fare attenzione. Ritorno in quel maledetto ascensore e clicco il pulsante con stampato sopra uno 0.
Arrivata al piano terra inizio a correre e sfreccio verso il parco.

Inizio con 10 giri del parco, 100 flessioni, 100 addominali e poi tocca al quirk.

Alzo la mano destra facendo sollevare terra, non troppa sennò farei bordello e potrei perdere il controllo.
Faccio ruotare il blocco su e giù, ci salgo sopra e con le mani mi aggrappo.
Lo faccio girare in tutte le direzioni per allenare la mia resistenza in volo.
Dopo alcuni minuti decido di allenare anche il corpo a corpo.

Credo con la terra un manichino e indosso dei guanti neri con dei pezzi di metallo sulle nocche, per evitare di farmi male.

Inizio con un destro per poi compiere con un montante e fargli cadere la testa, con il quirk sistemo tutto e ricomincio.
Pugno allo stomaco, calcio agli stinchi e afferrare la persona per la spalla e atterrarla.

Il mio respiro affannato cessa quando sento la presenza di una persona che mi guarda. Con lo sguardo cerco di trovarla ma niente.

Quando sento una mano poggiarsi sulla mia spalla salto dallo spavento.

Bastarda In Due ||bakugo×reader||जहाँ कहानियाँ रहती हैं। अभी खोजें