𝕔𝕒𝕡𝕚𝕥𝕠𝕝𝕠 𝕤𝕖𝕕𝕚𝕔𝕚

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Sono passate alcune settimane da quel giorno, e siamo quasi alla fine dell'anno scolastico. Ho fatto assenza tutti i giorni, tanto l'anno successivo avrei cambiato scuola, e anche compagni di classe.

Per rendermi utile ho aiutato mio padre in falegnameria, utilizzando la mia unicità per facilitare i lavori.

Non ho ancora risolto per bene i nostri problemi, e non voglio farlo. Non voglio riaffrontare il problema, e non mi interessa, sinceramente.

Inoltre, è da un po' che mi sento molto stanca, forse sarà per il lavoro, o anche perché ho bisogno di staccare totalmente il mio cervello, che continua a rivedere in loop quella discussione, per sentirmi veramente libera.

Shouto viene ogni settimana a trovarmi, e ogni tanto usciamo per qualche appuntamento, prendendo il treno per qualche parte. Sa che l'ultima cosa che voglio è incrociare il biondino per strada.

- TN! Portami quelle assi! - mi ordina mio padre, dall'altra stanza.

- Arrivo, arrivo! - rispondo, utilizzando il quirk della mia parte destra per sollevare le assi e portarle da mio padre, che sta costruendo qualche piccola struttura per un suo cliente abituale.

- Per oggi puoi anche tornare a casa, ci penso io a questo, tranquilla. - mi dice, tracciando qualche linea su un foglio, che rappresenta la struttura che deve formare col legno.

- Va bene, vuoi qualcosa di preciso per cena? -

- No, tranquilla, mi va bene tutto. - concluse il discorso, armandosi di sega e occhiali in plastica per proteggere gli occhi da eventuali schegge che potevano volare in giro.

Prendo la mia sacca contenente il cellulare, che prendo e infilo nella tasca della tuta grigia che indosso, ed estraggo la felpa che si abbinano con i pantaloni, e la indosso.

La temperatura è abbastanza fresca, probabilmente a causa della stagione invernale.

Senza pensarci troppo mi avvio verso casa, guardando gli alberi spogli e le luci delle case accese, da cui posso intravedere famiglie felici che preparano la cena oppure che guardano tutti insieme la televisione. Un sorriso naturale si forma sul mio viso quando il telefono che ho in tasca comincia a vibrare. Senza pensarci due volte rispondo senza guardare chi mi stesse chiamando.

- Pronto? -

- TN, che ne dici di venire a casa mia per una cioccolata calda più tardi? - mi propone il mio ragazzo, producendo qualche rumore di stoviglie che sbattono.

- Certamente! - sorrido, continuando la conversazione fino ad arrivare a casa. 

......

Sono passati tre anni, e ho concluso la scuola superiore.

Io e Shouto stiamo ancora insieme, e sono pure riuscita a presentarlo ai miei genitori, così che potessi invitarlo più comodamente e senza imbarazzo a casa mia, andare sempre da lui non mi piaceva molto, non era equo.

In questi anni ho sempre aiutato i miei genitori il pomeriggio, studiando la sera tarda, prendendo comunque ottimi voti nella nuova scuola.
La vecchia classe per fortuna era tranquilla, andavo d'accordo con molti di loro, anche se non ho mai deciso di frequentarli fuori da scuola, ci siamo visti solo poche volte per delle uscite di classe, niente di ché. 

Sto anche pensando se frequentare o meno l'Università, ma ho sempre il problema finanziario a divincolarmi. Shouto si è pure proposto di darmi una mano, ma non vorrei pesargli. Dopotutto anche lui sta pensando se continuare gli studi o buttandosi a capofitto nel lavoro per cui ha sudato finora.

Sospiro, finendo di pulire la doccio che ho appena usato. Tra poco devo uscire con il mio ragazzo, e non vorrei sembrare una barbona che non ha la minima voglia di essere un poco decente per i suoi tre anni di fidanzamento.

Bastarda In Due ||bakugo×reader||Where stories live. Discover now